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Borsa Milano in lieve rialzo, Telecom Italia -4,6%

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MILANO (WSI) – Borsa Milano azzera i cali, dopo l’accelerazione al ribasso mattutina e chiude la seduta poco variata. Il Ftse Mib segna un +0,14% a 18.089 punti. Positivo l’esito dell’asta, che ha messo in evidenza tassi sui Ctz a due anni ai minimi dal mese di maggio.

In Italia l’attenzione rimane sul destino di Telecom Italia (-4,6%), dopo l’accordo concluso tra Telefonica e Telco, che permetterà alla società spagnola di ottenere la maggioranza della holding che controlla Telecom.

Il presidente esecutivo Franco Bernanbè, nel corso di un’audizione al Senato, ha dichiarato di aver avuto notizia del riassetto dai comunicati stampa e ha sottolineato che ora il prossimo passo per evitare un downgrade sul debito è l’aumento di capitale.

Il caso sconvolge il mondo politico italiano, ma il premier Enrico Letta fa notare che TI è una società privata. In un’intervista rilasciata alla televisione Bloomberg, il presidente del Consiglio avverte poi che tutti stanno sottovalutando il rischio che il Regno Unito esca dall’Unione europea.

Il premier è a New York, per partecipare ai lavori della 68esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Letta vuole instaurare contatti con i poteri forti della politica e della finanza americana: oggi ha fatto tappa al Nyse, New York Stock Exchange, per aprire le contrattazioni a Wall Street al suono della campanella alle 9:30. (le 15.30 ora italiana).

Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco chiude a 241 punti base, contro i 240 di ieri, e il rendimento del decennale al 4,23%. Il differenziale della Spagna con la Germania termina in rialzo a 245 punti base (da 242 precedente) e il rendimento dei Bonos al 4,27%.

Tra i titoli, complessivamente deboli le banche: il paniere è sceso dello 0,09%. Segno più per Unicredit
(+1,26%), Popolare Emilia Romagna (+0,6%) e Ubi (+1,13%). In calo Popolare Milano (-1,89%). Discorso a parte per Monte dei Paschi (-0,43%), parzialmente indifferente al rinvio dell’ok al piano industriale previsto nel Cda di ieri. Bene invece Autogrill, che ieri ha incontrato la comunita’ finanziaria nel corso dell’investor day di Amsterdam.

Focus sull’Italia dopo le indiscrezioni sul rapporto della competitività che sarà reso noto in giornata dall’Unione europea, che parla di un vero e proprio crollo dell’industria italiana. Intanto il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni afferma che l’Italia è sempre più a rischio.

Buone notizie arrivano comunque dal fronte macro italiano: reso noto l’indice della fiducia dei consumatori, che a settembre è salito a 101,1 punti dai 98,4 di agosto, al record dal luglio del 2011.

Timori in generale sulla capacità di Repubblicani e Democratici del Congresso americano di raggiungere un compromesso per innalzare il tetto sul debito e schivare dunque la minaccia del default. I repubblicani sono già partiti all’attacco, invocando un taglio ai benefit dell’Obamacare.

Jacob J. Lew, segretario al Tesoro Usa, ha affermato che la fiducia degli investitori sulla possibilità che venga trovata un’intesa “è un po’ più grande di quella che dovrebbe essere”, mentre un sondaggio di Bloomberg mostra che gli americani stanno perdendo fiducia sulla ripresa dell’economia.

Di fatto, il 27% circa prevede un miglioramento dei fondamentali economici americani nel corso dell’anno prossimo, in calo rispetto al 39% del sondaggio condotto a giugno, stando al Bloomberg National Poll. Lew ha avvertito che il governo americano disporrà di una liquidità inferiore ai $50 miliardi entro la metà di ottobre.

Listini asiatici, Nikkei 225 di Tokyo -0,76%; Hong Kong +0,05%, indice australiano S&P/ASX 200 +0,80%, Shanghai -0,59%, Kospi -0,45%. Anche in Asia hanno prevalso i timori sul debito americano.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, euro si rafforza a $1,3531; dollaro/yen 98,68; euro/franco svizzero +0,02% a CHF 1,23. Euro/yen +0,09% a JPY 133,11.

Sul versante delle commodities, i futures petrolio +0,09% a 103,25 dollari al barile; quotazioni oro +0,46% a $1.322,10.

ANALISI MERCATI DI MPS CAPITAL SERVICES

Tassi & Congiuntura: in area Euro tassi di mercato in calo soprattutto in Germania con conseguente allargamento degli spread. Il movimento dei tassi tedeschi ha seguito il trend analogo registrato sui titoli Usa. Il motivo dominante rimane l’effetto ricoperture negli Usa successivo al no tapering della Fed dopo il meeting dello scorso 18 settembre.

In un contesto di questo tipo i dati macro passano più in secondo piano, come ad esempio l‘indice Ifo di settembre risultato in rialzo per il quinto mese consecutivo. Il tema Grecia e Portogallo appaiono al momento in sordina, in attesa della conclusione dei presumibilmente lunghi negoziati per la formazione del nuovo governo in Germania.

Nel frattempo, in base a quanto riportato dal WSJ, i tecnici dell’Unione Europea riunitisi ieri a Brussels non avrebbero trovato un accordo a favore dell’introduzione di nuove regole in tema di calcolo del cosiddetto deficit strutturale, che consentirebbe ad alcuni paesi di avere un beneficio in termini di mitigazione delle manovre di austerity.

La decisione assume una certa rilevanza in vista dell’aggiornamento delle stime della Commissione europea che saranno pubblicate il prossimo 5 novembre. Sul fronte BCE, le dichiarazioni di alcuni membri hanno smorzato in parte la percezione inerente ad una nuova operazione LTRO. Constancio ha infatti dichiarato che l’istituto non ha un impegno in questo senso.

L’altro membro Coure ha aggiunto che la BCE non ha discusso alcuna operazione in particolare. Sul fronte emissioni oggi attesa L’Italia con un importo fino a 3,25Mld su CTZ e Btp decennale legato all’inflazione.

Nel frattempo ieri il MEF ha comunicato che il prossimo venerdì saranno emessi Btp a 5 e 10 anni per un importo fino a 6Mld€. Negli Usa forte calo del tasso decennale, tornato ai minimi da sei settimane. L’effetto no tapering della Fed ha innescato corpose ricoperture.

La componente speculativa presentava infatti posizioni nette corte sul T-note decennale ai massimi dallo scorso maggio, in base ai dati relativi a martedì 17 settembre, ossia il giorno antecedente la riunione Fed. Sul fronte macro, l’indice di fiducia dei consumatori di settembre è risultato in calo, posizionandosi ai minimi dallo scorso maggio.

All’interno del dato è però migliorata la percezione della situazione occupazionale, a giudicare dal miglioramento di alcune componenti come l’indice che misura la difficoltà a reperire nuovi posti di lavoro. Un dato pertanto ben augurante in vista dei dati sul mercato del lavoro attesi per la prossima settimana, a meno di uno slittamento laddove il mancato innalzamento del tetto del debito entro i prossimo lunedì comportasse l’assenza degli addetti alla compilazione dei dati stessi. Il dibattito su questo tema è uno dei motivi di preoccupazione in questi giorni. Ieri il sottosegretario al tesoro Lew ha ribadito che le risorse si esauriranno di fatto a metà ottobre. Oggi attesa l’emissione di T-note quinquennali per un importo pari a 35Mld$.

Valute: euro in progressivo graduale deprezzamento verso dollaro. Il principale supporto di breve si colloca oggi in area 1,3450. Yen in apprezzamento verso le principali valute. Nel frattempo il focus continua ad essere sul tema innalzamento del’Iva su cui il premier Abe è atteso pronunciarsi il prossimo 1 ottobre. Il capo del comitato dei consiglieri del principale fondo pensione del paese ha ieri dichiarato che occorrerebbe rialzare l’IVA fino ad almeno il 20% (attualmente è al 5%) entro le olimpiadi di Tokyo del 2020. Nel breve i primi due supporti verso euro si collocano a quota 132,60 e 132. Nel frattempo, dopo il recupero successivo al no tapering, le valute emergenti continuano la fase di stabilizzazione in vista probabilmente di nuove indicazioni sulle prospettive di politica monetaria Fed.

Commodity: quarta seduta consecutiva in calo per l’indice GSCI ER, trainato al ribasso dal settore dei metalli, in particolare quelli industriali. Rame (-1,4%) ed alluminio (-1,2%) sono infatti risultate tra le peggiori commodity ieri a causa di timori che lo scontro all’interno del congresso Usa sul tema “tetto del debito” possa portare ad un rallentamento della crescita.

Andamento misto per le energetiche: in forte calo il gas naturale Usa (-3%) sulle attese di scorte in rialzo, mentre sale la benzina RBOB (+1,4%) in vista di una chiusura anticipata di alcune raffinerie per manutenzione. In lieve rialzo il Brent in prossimità dei 109 $/b. Tra le agricole da segnalare i massimi da 5 mesi raggiunti dallo zucchero (+1%) su timori che le forti piogge in Brasile possano danneggiare il raccolto. Positivi anche i cereali ad eccezione del mais. In mattinata andamento positivo per l’olio di palma in scia alla debolezza del ringgit che favorisce la domanda estera.

Azionario: In mattinata apertura debole per i listini azionari europei sulla scia della chiusura negativa di Wall Street. Negli Usa quarta giornata consecutiva in calo per l’indice S&P 500 che, dopo aver scambiato in positivo per quasi tutta la seduta, ha virato in negativo nell’ultima ora di contrattazioni.

I movimenti delle ultime giornate sottolineano il nervosismo che aleggia tra gli operatori ed il fatto che i guadagni ottenuti post-Fed siano stati più che azzerati sembrerebbe segnalare la possibilità di una fase di correzione nelle prossime settimane.

A livello settoriale le perdite maggiori sono state registrate dal comparto telecomunicazione e da quello finanziario mentre si sono mosse in controtendenza industriali ed energetici. Da segnalare il nuovo massimo storico raggiunto dall’indice Russell2000 che raggruppa società con bassa capitalizzazione.

Sul fronte emergente giornata negativa per l’indice MSCI EM con le vendite che hanno interessato tutti i principali listini, in particolare quelli asiatici. Anche questa notte è proseguito l’andamento debole dei listini asiatici con ancora una volta forte vendite sul listino indonesiano (-1,7%). In controtendenza la borsa australiana (+0,8%).

INFORMAZIONI DI STAMPA SUI TITOLI

ENEL – La società ha ceduto la propria quota (40%) detenuta in Artic Russia BV, la joint venture con Eni che possiede il 49% di SeverEnergia. Il gruppo ha raggiunto un accordo con l’operatore russo attivo nel settore petrolifero e del gas Itera (posseduto per intero da Rosneft), che a sua volta detiene una partecipazione del 49% di SeverEnergia. L’ammontare dell’operazione si attesta intorno ad 1,8Mld$, che saranno versati in contanti al closing. La cessione rientra nel programma di dismissioni annunciato dalla compagnia a marzo.

ENI – La società ha avviato, in merito alla rinegoziazione dei contratti di fornitura di gas take or pay con Statoil, un arbitrato internazionale con la società norvegese. L’A.D. Scaroni ha dichiarato che nonostante l’operazione sia iniziata a fine luglio, ci vorrà ancora molto tempo per la sua conclusione.

PRYSMIAN – La società si è accordata con Terna Rete Italia (controllata di Terna) per l’acquisto di un nuovo contratto per il collegamento elettrico fra Torre Annunziata (Napoli) e l’isola di Capri. Il valore del contratto ammonta intorno ai 70Mln€.

LENNAR – La società chiude il terzo trimestre con un utile netto di 120,7Mln$, in crescita del 39% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Stesso andamento per i ricavi, in aumento del 46% a quota 1,6Mld$; i nuovi ordinativi sono in crescita del 14%.

JP MORGAN – Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la società non è riuscita a trovare un accordo con le autorità per concludere le indagini relative alle operazioni sui derivati che portarono ad una perdita netta di oltre 6Mld$ e dovrà dunque andare al processo. Inoltre, le autorità di regolazione americane hanno fatto causa al gruppo e ad altre 12 banche internazionali (tra le quali Barclays e Credit Suisse) per aver avuto un ruolo nella manipolazione del tasso interbancario inglese Libor.

ATLANTIA – Secondo quanto riportato da Il Sole 24Ore il governo starebbe valutando la possibilità di un aumento delle accise sulla benzina in modo da evitare l’incremento di un punto dell’aliquota Iva. La società potrebbe essere penalizzata da tale decisione visto che un incremento dei prezzi dei carburanti potrebbe portare ad un rallentamento del traffico autostradale.

TELECOM ITALIA – Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca hanno concluso con Telefónica un accordo per modificare il patto parasociale relativo a Telco. L’accordo prevede una prima fase in cui vi sarà un aumento di capitale di Telco che Telefonica sottoscriverà per 324 Mln€, valorizzando la partecipazione in Telecom Italia posseduta da Telco a 1,09 € per azione. Nella seconda fase invece vi sarà un ulteriore aumento di capitale di Telco per un ammontare complessivo di 117 Mln€.

APPLIED MATERIALS – Il colosso americano dei microchip hanno annunciato di aver raggiunto un accordo di fusione con la giapponese Tokyo Electron. L’operazione sarà interamente condotta tramite scambio di azioni e vedrà Applied Materials controllare il 68% della nuova società contro il 32% che invece spetterà a Tokyo Electron.