MILANO (WSI) – Borsa Milano resiste alle pressioni ribassiste provenienti da oltreoceano e chiude in rialzo, anche se lontano dai massimi della seduta, con il Ftse Mib che aveva messo a segno progressi di anche piu’ del +2%. L’indice (+1,66%) ha comunque oltrepassato la soglia psicologica dei 16 mila punti. Piazza Affari ha accolto con euforia la rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica. Nel discorso di insediamento ha lanciato un appello alla formazione di un governo appoggiato da un’ampia maggioranza. Ad avviso di analisti e operatori viene finalmente meno un forte fattore di incertezza e si scommette sulla creazione di un nuovo governo. L’entusiamso e’ sottolineato anche dal gap con la prova delle altre piazze europee, che hanno perso terreno sul finale in scia all’andamento negativo di Wall Street. Il Dax a Francoforte ha guadagnato lo 0,24%, il Ftse100 a Londra ha ceduto lo 0,09%, sulla parità Parigi.
“L’elezione di Napolitano allontana il rischio di elezioni anticipate e favorisce la possibilità di un governo appoggiato dai principali partiti tradizionali”, commenta a Reuters un trader. Complimenti anche da Fitch, secondo cui e’ possibile una promozione del giudizio nel caso in cui l’Italia arrivi ad avere un governo con mandato preciso e riesca a trovare l’accordo per una riforma elettorale.
Il focus sulla politica italiana influenza di conseguenza il mercato dei titoli di stato e lo spread. Il titolo a due anni e’ sceso ai minimi record. Ora e’ via al toto premier in un contesto di grave crisi del Pd.
Stoxx Europe 600 in crescita dopo aver perso -2,5% la scorsa settimana: il benchmark di riferimento dell’azionario europeo è ancora in rialzo +2,7% dall’inizio dell’anno. Buy sui bond italiani, il rendimento dei tassi a due anni scende fino all’1,267%, al minimo da quando Bloomberg ha iniziato a compilare i dati nel 1993.
Indicazioni sui conti pubblici italiani con l’Eurostat, ufficio statistico dell’Unione europa, che ha confermato i dati dell’Istat di marzo: il rapporto deficit/Pil dell’Italia nel 2012 è in calo rispetto al 3,8% del 2011. Bruxelles deciderà nelle prossime settimane se chiudere o meno la procedura d’infrazione. Riguardo al debito/Pil, il rapporto nel 2012 ha raggiunto il livello record del 127%.
Su Tokyo, il listino ha testato il livello più alto in quasi cinque anni, complice l’ennesimo indebolimento dello yen, vicino a toccare 100 nei confronti del dollaro. Indice Nikkei salito fino a quota 13.600 punti.
Il motivo della continua svalutazione della valuta nipponica risiede nell’atteggiamento tenuto dai grandi del G-20, che sembrano aver dato il loro beneplacito alla maxi iniezione di liquidità operata dalla Bank of Japan, al fine di sconfiggere il problema della deflazione.
Evidentemente, il G20 non teme che manovre di politica monetaria espansiva di una tale portata portino prima o poi a una guerra valutaria, scenario che invece è temuto da molti.
In luce la decisione dell’agenzia di rating Fitch di rivedere al ribasso la tripla AAA del Regno Unito, lo scorso venerdì. Occhio anche alle preoccupazioni espresse sull’economia globale, sabato, dal Fondo Monetario Internazione, che ha lanciato un appello affinché le economie compiano ulteriori passi in avanti per rafforzare la crescita e creare nuovi posti di lavoro.
A tal proposito, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha detto no all’austerity talebana, ma anche no alla spesa allegra.
BTP – Spread Italia-Germania a 10 anni sotto la soglia dei 290 punti base, calando fino a quota 279, ora fa -3,78% a 284,87. Il rendimento -3,22% al 4,08%.
ALL’INTERNO DEL FTSE MIB – A livello settoriale, bancari in crescita. Tra i singoli nomi in forte denaro Ubi Banca, dopo che sabato, al termine di una lunga e affollatissima assemblea dei soci, l’ex presidente di Confindustria Bergamo, Andrea Moltrasio, è stato eletto alla presidenza del consiglio di sorveglianza dell’istituto. Tra gli altri comparti, interessati dai buy Exor Enel, Mediaset e gli assicurativi. Sotto pressione Fiat Industrial (-1,84%), Telecom Italia (-1,79%) e Prysmian (-2,29%).
TRA GLI ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,48% a $1,3017; dollaro/yen -0,21% a JPY 99,56 mentre euro/franco svizzero +0,16% a CHF 1,2193.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio +0,58% a $88,52 al barile, quotazioni oro +2,34% a $1.428,20.
ANALISI IG MARKET (VINCENZO LONGO, market strategist
La reazione positiva del mercato, a nostro avviso, non è tanto dipesa dalla conferma del presidente uscente, ma dall’attesa di un’azione più rapida nella formazione del nuovo esecutivo, magari già entro questa settimana.
Il mercato e gli operatori si aspettano da Napolitano maggiore determinazione nella formazione del nuovo governo che potrebbe essere composto da un mix di politici e tecnici. Ai primi potrebbe essere affidato le alte cariche dello Stato, mentre ai secondi andrebbero i dicasteri strategici.
In particolare, a Monti potrebbe essere affidato il dicastero dell’Economia, ruolo di rilevanza internazionale che garantirebbe la prosecuzione della politica di rigore a cui l’Europa e l’estero guarda. Questo scenario allontanerebbe anche il timore di un ritorno alle urne nel breve.
Il maggior clima di fiducia e la scommessa sul raggiungimento di un governo nel brevissimo si sta traducendo in questo momento in un forte rialzo dei Btp. I rendimenti sul titolo a 2 anni è ai minimi storici, all’1,267%, mentre il decennale è al 4,09%.
Lo steepening della curva dei rendimenti è un buon segnale di fiducia. Deciso anche il movimento sullo spread che si attesta ora 280 punti base. Sul fronte spread siamo un po’ più cauti. Il sentiment dei mercati internazionali rimane fragile, causa le trimestrali e i dati macro deludenti. Questo potrebbe continuare a mantenere il Bund ben comprato.
Intanto i benefici nel breve li vedremo sulle aste Btpei, Ctz e Bot. Ben più importante saranno i risultati sul mercato nell’asta di lunedì (Btp a medio lungo termine) se concretamente dovremmo avere un esecutivo entro questa settimana.
Sul fronte azionario, il Ftse Mib potrebbe continuare la fase di recupero accelerato rispetto agli altri indici europei chiudendo il gap che si è creato dopo le elezioni di febbraio. Da lì in poi l’indice italiano dovrebbe tornare ad allinearsi alle performance degli indici mondiali che sembrano aver avviato la fase di correzione la scorsa settimana. Dal punto di vista tecnico, per il Ftse Mib è necessario un superamento deciso dei 16.400 punti per sperare in un’accelerazione verso i massimi di fine febbraio a 16.850.
ANALISI BUY & SELL di Pietro Di Lorenzo, amministratore unico SOS TRADER
La borsa di Milano ha archiviato la settimana in ribasso: FTSE Italia All-Share (Variazione ultimi 5 giorni -0.454% Variazione ultimo anno +9.585%) FTSE MIB (Variazione ultimi 5 giorni -0.122% Variazione ultimo anno +10.314%) FTSE Italia STAR (Variazione ultimi 5 giorni -1.805% Variazione ultimo anno +12.315 %).
Fra i titoli maggiori si mettono in evidenza: Banco Popolare (+8.56%), Mediolanum (+6.04%) Pop.Emilia (+5.24%) Mediobanca (+5.14%) Mps (+4.97%). In rosso invece: Prysmian (-9.55%) Telecom (-7.47%) Stm (-6.72%) Buzzi Unicem (-6.72%) Saipem (-6.26%). I 5 titoli del Footse Mib con maggiori rialzi da inizio anno sono: Fondiaria – Sai +51,53% Salvatore Ferragamo +28,37% Luxottica +26,75% Azimut Holding +22,76% A2a +22%. I 5 titoli più deboli: Saipem -29,52% Banco Popolare -16,3% Ubi Banca -15,97% Enel -14,98% Pirelli & C -14,9%
Passando ad un quadro tecnico generale del mercato, il FTSE MIB disegna una white spinning top che riporta i prezzi nella parte centrale del trading range di 1000 punti che li ingabbia da 17 sedute.
Solo la fuoriuscita dei prezzi dal Box sviluppato fra area 15.050 e 16.050 fornirà nuova direzionalità ai mercati nel mese di Maggio che storicamente non è molto favorevole al toro (da qui il famoso detto “Sell in May and go away”).
L’andamento dei prezzi sarà ancora condizionato d delle trimestrali Usa che entreranno nel vivo con le principali Blue Chips che pubblicheranno i risultati delle primo trimestre. Anche in Italia sono molto attesi i numeri di Finmeccanica, Saipem e Snam (martedì) e quelli di Eni (mercoledì).
Operativamente lunedì proveremo ad affiancare al titolo bancario che deteniamo in portafoglio da diverse sedute, con la vendita allo scoperto un titolo tecnologico che potrebbe essere influenzato dai numeri di APPLE che martedì annuncierà conti trimestrali in cui non è escluso di vedere il primo calo degli utili in 10 anni.
SPUNTI DAL DESK
– Azionario: vendere a maggio. Leggenda o verità ?.
– Pimco attacca austerity in Europa e UK.
– Fitch: Italia ha bisogno di un governo con mandato preciso, riforma elettorale.
– Mercato abbraccia Napolitano: tassi Btp ai minimi record.
– Philips: utile trimestre in calo a 162 mln, -0,9% ricavi.
– Borsa: Tokyo chiude a +1,89%, massimi 5 anni dopo summit G20.
– Economia/agenda: Attesa Per Indice Ifo Germania E Pil Tedesco.