Milano – Accelera i ribassi nel pomeriggio Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che chiude a -2,05%. Forti vendite su Azimut (-5,5%) e sui bancari, con Mps (-4,2%) e Intesa Sanpaolo (-4,27%). In caduta libera Unicredit (-14%). In calo anche Fiat (-2,08%) nonostante l’ottimo risultato delle vendite di Chrysler in Usa. Unicredit perde il 14% a 5,24 euro. Piazza Cordusio ha annunciato stamane prima dell’apertura dei mercati le condizioni dell’aumento da 7,5 miliardi di euro che partirà il prossimo lunedì ad un prezzo di sottoscrizione di 1,943 euro per azione.
Dopo quattro giorni consecutivi con il segno piu’, la borsa milanese inverte nettamente la tendenza, appesantita dal forte calo del gruppo di Piazza Cordusio, che lascia il listino milanese nelle retrovie rispetto alle altre borse del Vecchio continente.
Anche le borse europee cedono il passo, in un mercato che resta molto cauto sui possibili sviluppi della crisi della zona euro: Londra cede -0,85%, Francoforte fa -1,16%, Parigi lascia sul campo -1,53%, Madrid cede il 2,3%, Zurigo lo 0,31%, l’indice Eurostoxx 50 lascia sul campo -1,86%.
Il clima risente nuovamente delle preoccupazioni sull’economia della zona euro, viste in particolare le ampie porzioni dei debiti sovrani da rifinanziare nel primo trimestre dell’anno.
All’interno della sfera del valutario, la moneta unica paga lo stop dell’Ungheria all’asta di scambio di bond.
Sul fronte dei titoli di stato i rendimenti decennali si attestano al 6,93%, mentre il differenziale dei tassi di interesse tra i Btp e i bond tedeschi a 10 anni risale sopra i 500 punti base dopo l’asta di Bund. Questo nonostante l’intervento sul secondario della Bce per acquistare titoli di stato italiani e spagnoli.
I Cds a cinque anni, ovvero il costo per assicurarsi contro il default del debito italiano, sono saliti sopra quota 500 per la prima volta nelle ultime due settimane. La cattiva notizia che secondo i trader potrebbe aver influito negativamente e’ stato il nuovo record segnato dai depositi a un giorno delle banche europee presso la Bce.
All’interno del paniere milanese, il titolo Unicredit cede il 7,4% e viene scambiato sotto i 6 euro. Il calo registrato dal titolo segue l’annuncio, appena prima dell’apertura, del prezzo dell’aumento di capitale con uno sconto del 43% rispetto ai prezzi di borsa di ieri. Generalmente negative anche le altre banche con Ubi, Pop Emilia e MPS, che cedono tra l’1,5 e il 2%. Intesa lascia sul terreno il 2,85%.
In ambito di dati macro, in dicembre l’inflazione e’ calata a 2,8%. I numeri si confontano con il 3% di novembre. E’ quanto rivela Eurostat nella sua stima flash.
Intanto il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Junker ha ammesso che l’Europa “e’ sull’orlo della recessione”. In una dichiarazione al Telegraph il politico lussembughese ha sottolineato come “i depositi bancari presso la Bce hanno raggiunto un livello record”. I creditori, ha osservato Juncker, “rimangono riluttanti a concedere prestiti” .
Sul fronte valutario l’euro scende nei confronti del dollaro a quota $1,2911. Il franco svizzero paga le voci di mercato che danno per possibili le dimissioni del numero uno della banca nazionale elvetica SNB Hildebrand dopo lo
scandalo di insider trading. Lo stesso banchiere ha precisato in un comunicato che l’inchiesta del Consiglio sulle transazioni effettuate dalla moglie si e’ chiusa con un nulla di fatto.
Ancora protagoniste le materie prime e in particolare dei futures sul petrolio, che scambiano in calo dello 0,23% a quota $102,73 al barile; acquisti per le quotazioni dell’oro, che avanzano dello 0,3% a $1.605,50 l’oncia.