MILANO (WSI) – Chiusura in calo per Piazza Affari, che scivola sul finale. L’indice Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in ribasso dello 0,97% a 19.164 punti. Domina la cautela anche negli altri listini europei: Francoforte chiude negativa -0,29%, con l’indice Dax a 9.007,83 punti; Londra termina poco mossa +0,05%, con l’indice Ftse-100 a 6.734,74 punti; Parigi chiude in calo -0,62%, con l’indice Cac 40 a 4.273,19 punti. Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco chiude la settimana in calo a 238 punti base col tasso sul decennale in discesa al 4,07%. Il differenziale della Spagna si attesta a 227 punti base col rendimento dei Bonos al 3,96%.
Fitch rivede l’outlook della Spagna da negativo a stabile e conferma il rating sovrano a BBB. Lo rende noto l’agenzia, spiegando che durante il periodo 2012-13 la Spagna ha fatto passi avanti sul fronte economico.
Madrid, oltre a procedere col risanamento dei conti, ha fatto ”riforme fondamentali” nel mercato del lavoro, nel sistema previdenziale, fiscale e settore finanziario, sottolinea Fitch. Nel 2014-15 è molto probabile che la tabella di marcia delle riforme subirà ”un rallentamento” perché le pressioni esterne si allenteranno e perché si avvicineranno le elezioni del 2015, spiega l’agenzia, ma ”gli sforzi compiuti finora dovrebbero indirizzare l’economia spagnola su una strada più sicura”.
In generale, in Europa debole l’indice benchmark di riferimento Stoxx Europe 600, che si avvia comunque a chiudere la quarta settimana consecutiva di guadagni.
Tra i titoli da monitorare a Milano soprattutto Mps, che ieri ha guadagnato oltre +6% sulla scia di rumor secondo cui la Fondazione starebbe valutando l’ipotesi di una fusione della banca senese con un gruppo internazionale.
Ma dopo lo sprint della vigilia, le indiscrezioni vengono messe in dubbio e le quotazioni della banca senese fanno dietrofront -2,10%, insieme a quelle di altri titoli bancari. Bper -0,78%, BPM -1,07%, Banco Popolare -0,48%, Intesa regge con +0,60%, Unicredit -0,45%, Ubi Banca -0,49%; altri titoli negativi Cnh Industrial -2,30%, Diasorin -1,18%, Fiat -2,50%, bene Mediaset con +1,46% circa, Pirelli +0,29%.
Euro sotto pressione, in pochi giorni è sceso da $1,38 a un livello inferiore alla soglia psicologica di $1,36. Stando ad alcuni analisti, è possibile che gli investitori abbiano scommesso in modo prematuro sulla ripresa dell’economia dell’Eurozona.
Di conseguenza, aumentano le speculazioni secondo cui la Banca centrale europea potrebbe tagliare i tassi nel prossimo meeting, che si terrà la prossima settimana.
Si tratta della quinta seduta consecutiva di cali dell’euro contro il dollaro e della peggiore flessione, su base settimanale, dallo scorso febbraio; a pesare, i dati di ieri che hanno messo in evidenza un rallentamento dell’inflazione e un tasso di disoccupazione, in Eurozona, balzato al record.
La valuta europea ha perso negli ultimi cinque giorni di contrattazione -2%, al ritmo più forte dalla settimana terminata l’8 febbraio. Contro lo yen ha toccato quota 132,61, il minimo dallo scorso 11 ottobre.
Bank of America, UBS e Royal Bank of Scotland prevedono che nella riunione del prossimo 7 novembre, la Bce taglierà i tassi; per BNP Paribas, Société Générale, JP Morfan e Scotiabank, il taglio avverrà a dicembre. L’ultima volta che l’Eurotower ridusse i tassi di rifinanziamento fu lo scorso 2 maggio, allo 0,5%.
Mario Draghi ha più margini di tagliare i tassi, dopo i dati che hanno mostrato come lo scorso mese, il tasso di inflazione dell’Eurozona è sceso allo 0,7%, al valore più basso dal novembre del 2009, dall’1,1% di settembre.
Tra i titoli europei, riflettori Vodafone, dopo che fonti hanno riferito che il colosso americano At&t starebbe esplorando l’opzione dell’acquisto della società di telefonia mobile numero uno in Europa. Occhio anche a Royal Bank of Scotland, sulla scia della notizia della creazione di una bad bank in cui far affluire gli asset meno performanti.
Focus sulla Cina, dopo che l’indice che misura le condizioni del settore manifatturiero, il Purchasing Managers’ Index, è salito a ottobre a 51,4 punti dai 51,1 del mese precedente, attestandosi al record in 18 mesi. Il dato è stato riportato dall’ufficio statistico della Cina e si è confermato superiore ai 51,2 attesi. Comunicato contestualmente il dato finale compilato da HSBC, che si è confermato a un livello pari al massimo in sette mesi.
Contrastata la performance dei listini asiatici: Tokyo ha fatto i conti con il tonfo di Sony, -11% dopo che il colosso ha reso noto di aver sofferto una perdita netta di bilancio superiore alle attese. Panasonic in rally oltre +6% dopo essere tornata in una condizione di redditività nel terzo trimestre.
Indice Nikkei -0,88%, Hong Kong +0,11%, indice australiano S&P/ASX 200 -0,26%, indice Shanghai Composite +0,37%, indice coreano Kospi +0,46%. Livelli record per la borsa indiana. Indice Sensex è salito fino al massimo di sempre, a 21.292 punti, grazie ai consistenti flussi stranieri in entrata.
BTP – Il differenziale tra il Btp e il Bund tedesco a 10 anni -1,24% a 234,89 punti base, a fronte di rendimenti -0,63% al 3,93%.
ALTRI MERCATI – Euro -0,36% a $1,3533; dollaro/yen -0,07% a JPY 98,28; euro/franco svizzero -0,06% a CHF 1,2306. Euro/yen -0,46% a JPY 132,97.
Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio +0,01% a $96,39, il prezzo dell’oro -0,51% a quota $1.316,90 l’oncia.