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Borsa Milano innervosita da Draghi, euro buca $1,31

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MILANO (WSI) – Con la recessione che fa sentire il suo peso, la Bce ha deciso di ridurre ulteriormente il costo del denaro, portandolo ai minimi storici di 0,5%. La decisione, ampiamente attesa dai mercati, era gia’ scontata nei prezzi di Borsa, ma Piazza Affari ha accusato il colpo inflitto dalle parole di Draghi, che ha di fatto aperto la strada alla possibilita’ di chiedere ai clienti di pagare le banche perche’ queste detengano i loro soldi in cassaforte.

Il mese di maggio prende il via dunque all’insegna dei ribassi dopo che le piazze finanziarie europee avevano inanellato l’undicesimo mese di fila in rialzo: un record che non si vedeva dal 1997. Il Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,12% a
16.748 punti. Secondo quanto riferito da qualche operatore a Reuters, il mercato è deluso dalla mancanza di nuove misure annunciate nel discorso di Draghi.

L’intervento di Mario Draghi ha alimentato il nervosismo anche nel mercato valutario, con l’euro che nel tardo pomeriggio e’ scivolato ai minimi di seduta di $1,3055 e i tassi sui Bund a due anni che sono crollati in territorio negativo. Lo Spread e’ sceso ancora, attetandosi in area 360 punti base.

Con l’arrivo del nuovo mese, gli investitori dovranno stare attenti al detto proveniente direttamente da Wall Street, ovvero quello che recita Sell in May. Quest’anno ci sarà una eccezione oppure no? Storicamente la seconda parte dell’anno e’ sempre quella piu’ difficile per i mercati azionari.

Esaminando nel dettaglio l’andamento dell’indice Ftse Mib, nelle ultime 52 settimane il listino azionario ha oscillato all’interno di un range compreso tra 12.295,76 e 17.983,63. Dall’inizio del 2013 il rialzo è di +3,34% mentre su base annua il guadagno +22,92%.

Spread e tassi sui BTP rimangono osservati speciali, mentre il neo premier Enrico Letta promuove la strada di meno austerità-più crescita in Europa. Ma arriva l’altolà dell’ Ocse, che in un suo rapporto sull’economia italiana afferma che non è questo il momento di tagliare le tasse, anche perchè il rapporto debito/Pil è destinato a balzare al 134% nel 2014. L’istituto taglia anche le stime sul Pil italiano a -1,5% per quest’anno, e parla della debolezza delle banche e del rischio sistemico a cui sono soggette.

Focus sulla decisione della Banca centrale, che ha tagliato i tassi di rifinanziamento. Occhi ora puntati sulla consueta conferenza stampa del presidente della Bce, Mario Draghi. I margini di manovra per un taglio dei tassi si sapeva che c’erano, visto anche che gli ultimi dati parlano di crollo dell’inflazione in Europa e di una disoccupazione record.

Molti economisti ritenevano che la banca centrale avrebbe tagliato il costo del denaro di 25 punti base al minimo storico dello 0,5%: si tratterebbe del primo taglio dei tassi dal luglio del 2012. Qualcuno suggeriva addirittura una riduzione di 50 punti base.

Occhio all’alert lanciato nelle ultime ore dall’agenzia di rating Fitch, che ha affermato che il governo Letta potrebbe non durare. “La formazione di un nuovo governo è una cosa positiva per l’Italia, ma il Paese ha pochi margini di manovra sul risanamento dei conti e la nuova coalizione potrebbe non essere abbastanza forte o durare abbastanza a lungo per varare le riforme economiche e strutturali necessarie per far ripartire la crescita”, è scritto in una nota.

Parlando più in generale dei fondamentali dell’economia europea, Mark Barton, strategist dei mercati presso JP Morgan Asset Management, afferma che “in Europa, ci troviamo di fronte a un altro trimestre di crescita negativa su base annua, dunque il contesto è pieno di sfide”. Parlando nel corso di un’intervista rilasciata a Bloomberg: “andando verso il resto dell’anno, l’economia si riprenderà. Ma visto che si tratterà di un periodo di transizione, siamo meno sicuri su quali saranno i fondamentali, e tale elemento indurrà gli investitori a rimanere un po’ cauti”.

Numeri niente affatto confortanti sono arrivati con la pubblicazione del Pmi manifatturiero. In particolare, l’indice italiano ha segnato un lieve rialzo a 45,5 punti dai 44,5 punti dello scorso mese, confermando la fase di contrazione, in quanto sotto la soglia dei 50 punti per il 21esimo mese consecutivo. In aumento anche il Pmi spagnolo, da 44,2 a 44,7, ma anche in questo caso non c’è nulla per cui festeggiare. Meglio invece il Pmi francese, che si è attestato al massimo in 4 mesi, ma a quota 44,4, valore ancora troppo lontano dalla soglia dei 50 punti. In peggioramento il motore dell’economia europea, la Germania, che ha visto il Pmi scendere da 49 a 48,1 punti. Giù anche l’Irlanda, da 48,6 a 48. [ARTICLEIMAGE]

Azionario asiatico in calo, sulla scia della performance negativa di Wall Street. Occhio al comunicato del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, che ha ribadito che continuerà ad acquistare asset per 85 miliardi di dollari al mese, precisando comunque che potrebbe variare il proprio intervento, modulandolo in base al tasso d’inflazione ed all’andamento del mercato del lavoro.

Fattore ancora più importante, la Fed ha dichiarato che “la politica fiscale sta ostacolando la crescita economica”. Nel mese di marzo – si legge nel comunicato – “la politica fiscale è diventata più restrittiva” a causa dei tagli alla spesa pubblica e le aliquote fiscali più elevate.

L’indice di riferimento MSCI Asia Pacific Index è sceso -0,4%, Nikkei 225 della Borsa di Tokyo -0,8%, -0,4% il Topix. Male anche i listini cinesi su cui ha pesato il rallentamento nel paese dell’indice che misura la performance dell’attività manifatturiera. Di fatto, l’indice HSBC China manufacturing PMI è sceso ad aprile a 50,4 punti dai 51,6 del mese precedente, lievemente peggio dei 50,5 attesi e anche contro il dato preliminare, pari a 50,5 punti.

BTP – Spread Italia-Germania a 10 anni -1,73% a 262,59 punti base, a fronte di tassi sui BTP decennali -2,41% al 3,79%.

ALL’INTERNO DEL FTSE MIB – Per lo piu’ negativi i bancari, tra cui MPS, Banco Popolare e Ubi Banca. Tra i titoli positivi A2A, Fondiaria-Sai, Mediaset, Azimut; tra titoli negativi Buzzi Unicem, che paga un downgrade, e soprattutto Tenaris -4,81%.

TRA GLI ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,10% a $1,3164; dollaro/yen -0,15% a JPY 97,23; euro/franco svizzero +0,03% a CHF 1,2224.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -0,33% a $90,73 al barile, oro +0,56% a $1.454,30 l’oncia.

LE NEWS ESSENZIALI DAL DESK

I tre titoli che non dovete vendere a maggio. Per essi non vale la regola “Sell in May”.

Fisco: Gurria (ocse), Via L’imu? Prima Ridurre Tasse Su Imprese E Lavoro.

Grafico: spiacenti ribassisti, ma non è vero che il mercato è scollegato dalla realtà.

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Azioni contro bond? Scommettere su entrambi.

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