MILNAO (WSI) – Si prospetta un’altra settimana di tensione sui mercati finanziari europei. Dopo l’entusiasmo per l’intesa preliminare raggiunta tra creditori e governo, gli investitori si trovano a dover fare i conti con l’amara realtà . Piazza Affari chiude quindi in ribasso alla vigilia del voto del parlamento greco alle misure di austerità concordate a Bruxelles nel weekend. Il Ftse Mib ha perso lo 0,3% a 23.097 punti. Il benchmark europeo Ftseurofirst 300 sale dello 0,46%. Volumi per un controvalore di 2,6 miliardi di euro circa. La Borsa di Parigi chiude in rialzo dello 0,7%, con l’indice Cac 40 a 5.032 punti. A Londra l’indice Ftse-100 segna +0,23% a 6.753,75. Ben anche la Borsa di Francoforte, con l’indice Dax che guadagna lo 0,28% a 11.517 punti
“Ieri il mercato è salito ma senza grossi entusiasmi, oggi conferma questo atteggiamento con un leggero consolidamento. L’attesa è per il voto del parlamento greco”, spiega un trader. Secondo un altro, la seduta è andata meglio del previsto “i flussi sono pochi perché si attendono conferme su come andrà avanti il piano di salvataggio”.
I titoli del risparmio gestito pagano il richiamo Consob al rispetto della normativa Mifid per ciò che riguarda i fondi esteri o estero-vestiti.
Esordio boom per Aeroporto Marconi di Bologna. I titoli della matricola hanno chiuso il primo giorno di contrattazioni mettendo a segno la migliore performance del listino con un progresso del 32,22% a 5,95 euro, con un massimo toccato a 6,14 euro. Il prezzo fissato per l’Ipo era di 4,5 euro per azione. Sono passati di mano quasi 2,7 milioni di pezzi, quando oggetto del collocamento erano 14 milioni dei titoli, pari al 38,92% del capitale (esclusa l’opzione greenshoe). La capitalizzazione della società aeroportuale al momento dello sbarco a Piazza Affari era di circa 162,4 milioni di euro.
Il dollaro si rafforza ancora sulla moneta unica, sulla scia delle nuove speculazioni sui tempi della stretta monetaria della Federal Reserve, la prima dal 2006.
Il Parlamento ad Atene è chiamato ad esprimersi e approvare i pacchetti di riforme chieste dai creditori nel giro di soli due giorni. Il partito al governo, Syriza, si ribellerà per protestare contro l’umiliazione nazionale subita a Bruxelles. Il premier Tsipras cercherà di rastrellare voti tra i banchi dell’opposizione.
Dopo che tutta una serie di analisti ha criticato l’intesa, l’agenzia di rating Fitch ha avvertito dei rischi, mentre S&P, pur aprendo alla possibilità di una revisione al rialzo del rating, ha riconosciuto che lo scenario di base resta quello di un’uscita del paese dall’Eurozona.
Sul mercato del reddito fisso, chiusura di giornata in leggero calo per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005090318) e il pari scadenza tedesco si e’ attestato nel finale a 124 punti base, dai 126 della chiusura di ieri. Il rendimento e’ sceso al 2,08% dal 2,12% del riferimento. Su valori identici a quelli italiani lo spread tra Bonos spagnoli e Bund.
In Asia, la Borsa di Tokyo guadagna l’1,47%.
Sul valutario, l’euro ha bucato 1,10 dollari, con il biglietto verde che viene favorito dalle speculazioni circa un rialzo dei tassi della Federal Reserve entro fine anno.
La moneta unica scende a $1,0987. La valuta europea perde terreno anche nei confronti della sterlina scivolando a 0,7102. Sul franco è piatta a 1,0454. Rispetto alla divisa giapponese il dollaro fa -0,06% a 123,36 yen.
Tra le materie prime, ancora molto negativi i futures sul petrolio, malgrado le rassicurazioni dell’Opec. I contratti cedono il 2,05% a 51,13 dollari il barile. I Brent -1,64% a quota $56,90. L’oro perde -0,29% a 1.154,66 dollari l’oncia.
L’Opec ha detto di vedere prezzi in rialzo dal 2016. L’organizzazione dei maggiori paesi esportatori di oro nero ha detto che il mercato petrolifero dovrebbe essere più equilibrato l’anno prossimo, dal momento che la domanda mondiale dovrebbe riassestarsi sui livelli dell’offerta di greggio.
(DaC-MT)