MILANO (WSI) – Seduta negativa a Piazza Affari dopo la perdita di un punto percentuale pieno di ieri. I ribassi non sono sufficienti, tuttavia, a compromettere i guadagni della settimana. Il Ftse Mib scende -0,63% a 21.762 punti, riuscendo però a terminare la settimana con un progresso dell’1,4%. L’Allshare ha ceduto lo 0,60%. In linea Londra, Francoforte e Parigi. Volumi per 2,27 miliardi di euro.
Aiuta a contenere il ribasso il buon dato sulla produzione industriale cresciuta a luglio dell’1,1% su mese contro attese che convergevano su +0,5%.
Tra le singole storie spicca Finmeccanica che festeggia con un +5,41% l’indiscrezione su un protocollo d’intesa in Kuwait per una commessa di Eurofighter che porterà al consorzio guidato dalla società aerospaziale italiana 7-8 miliardi. Volumi più che doppi rispetto alla media dell’ultimo mese. Telecom Italia cede oltre 3% come tutto il settore in Europa dopo lo stop alla fusione tra Teliasonera e Telenor e su timori riguardanti l’integrazione già annunciata tra Wind e 3 Italia.
Deboli i bancari, nel lusso brilla Moncler. Eni, Tenaris e soprattutto Saipem pagano la debolezza del greggio.
Aumenta l’attenzione sulle popolari, in vista di annunci su quelle che potranno essere le fusioni e in generale le operazioni di M&A che saranno avviate, una volta concluso il processo di trasformazione in società per azioni. Indiscrezioni su BPM, che si troverebbe di fronte a tre opzioni, di una, in particolare, privilegiata. Balzo di Finmeccanica, che sfonda al rialzo la media mobile delle ultime 20 sedute. Il titolo beneficia anche della notizia, riportata dal Corriere della Sera, secondo cui la controllata Alenia Aermacchi ha acquisito una commessa “monstre” da 7/8 miliardi di euro in Kuwait.
L’inflazione tedesca è rimasta ferma a zero in agosto. Su anno la variazione è stata di +0,2%. L’agenzia di rating S&P ha rivisto al rialzo il merito di credito della Grecia di due tacche a CCC+, portando l’outlook a stabile, citando il riavvio dei negoziati sul terzo bailout.
Intanto la Federal Reserve pare propensa a decidere all’ultimo minuto sul rialzo dei tassi di interesse. Mentre sale la tensione per le riunioni di politica monetaria delle Banche centrali di Giappone e Stati Uniti, le ultime stime degli economisti non sono delle più rosee.
Da un lato Natixis vede una recessione strutturale, citando il fallimento delle banche centrali mondiali. Dall’altro Goldman Sachs ha avvertito che l’Australia è prossima alla recessione. Se alcuni guru della finanza, inoltre, ritengono che un eventuale rialzo dei tassi Usa sarebbe un errore di portata ‘epica’, secondo altri i timori sono esagerati, in quanto l’economia americana sarebbe ormai sufficientemente solida a far fronte all’adozione di una politica monetaria restrittiva.
I mercati azionari mondiali sono stati sottoposti a pressioni crescenti nelle ultime settimane, con gli investitori e gli analisti che sono sempre più preoccupati da un rallentamento della crescita cinese. I mercati, tuttavia, si sono in gran parte stabilizzati dopo l’intervento massiccio delle autorità di Pechino per aiutare le Borse. Il mercato spera che l’incertezza sulle condizioni dell’economia mondiale dissuaderà la Fed da imporre una stretta monetaria.
“L’appetito per il rischio è salito questa settimana, anche se stiamo ancora assistendo a una certa cautela da parte dei trader”, ha dichiarato a Reuters Craig Erlam di OANDA, invitando alla cautela in vista della pubblicazione di una serie di dati in Cina, il paese da dove sono scaturite peraltro le ultime turbolenze.
La banca centrale cinese ha tentato, attraverso i suoi funzionari, di smorzare i timori sul rischio di un hard landing, e sempre per questo ha anche affermato che non ci sarà bisogno di un QE: una dichiarazione, questa, che smorza gli entusiasmi di chi aveva sperato in un ulteriori mosse della People’s Bank of China. Detto quersto, secondo Bank of America, ci saranno almeno altri due tagli dei tassi.
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In Europa, focus sulle dichiarazioni del ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble sul rischio di una bolla imminente e su quelle in arrivo dalla Bce, che affronta il tasto dolente dell’occupazione in Europa.
Dal fronte macroeconomico, bene la produzione industriale in Italia; positiva, riguardo all’italia, anche l’asta dei BTP.
In Asia seduta sottotono con il Nikkei 225 giapponese che ha perso lo 0,19%.
Tra gli altri mercati, l’euro tenta la rimonta, mentre le quotazioni del petrolio sono sotto pressione dopo le previsioni dell’Opec e le stime di Goldman Sachs che vedono la possibilità di un crollo fino a quota 20 dollari al barile per i contratti Wti nel 2016. La moneta unica guadagna lo 0,13% a 1,1295 dollari. Sulla sterlina fa +0,15% a 0,7314 mentre sul franco svizzero è in rialzo dello 0,10% a 1,0989 dopo aver toccato quota 1,10. Dollaro yen -0,07% a 120,53.
Un barile di Brent passa di mano a $48,27 in calo dell’1,27% rispetto a ieri, ma comunque sopra i minimi toccati di recente. I futures sul petrolio Usa scambiano in area $45 (-2,13% a 44,94 dollari). L’oro cede lo 0,25% a 1.107,94 dollari l’oncia.
(DaC)