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Borsa Milano non sopporta nuovo schiaffo di Draghi: -2,77%

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MILANO (WSI) – Nuovo schiaffo di Draghi ai mercati azionari europei. Il Ftse Mib segna una forte accelerazione al ribasso e cede il 2,77% a 19.424,38 punti. Risalgono euro e spread, oltre 126 punti base, a fronte di rendimenti al 2%. Ieri erano scivolati fino all’1,95%.

Tutte le speculazioni circolate in mattinata, che hanno provocato soprattutto il tonfo dell’euro sotto la soglia degli $1,23, al minimo in due anni e mezzo, si sono dissolte. La moneta unica è rimbalzata fino a oltre $1,24, e ora fa +0,49% a $1,2371. Riguardo alle altre valute, il dollaro si porta sopra i 120 yen per la prima volta dal 2007. Cambio euro/yen +0,60% a JPY 148,36.

Nella conferenza stampa successiva alla decisione della Bce di lasciare i tassi invariati al minimo storico dello 0,05%, Draghi ha posticipato di nuovo il QE. Non che ci fossero particolari aspettative su un annuncio nella giornata di oggi, ma il mercato è rimasto deluso per il fatto che tutto è stato rimandato al primo trimestre del 2015.

Diversi economisti, tra cui gli strategist di UBS, avevano parlato del lancio di un QE in stile Fed per il 2015.

Ma si sperava in parole più ad effetto da parte di Draghi e non l’annuncio di una ‘revisione’ del piano più avanti. Sopratutto non dopo i dati macro deludenti delle ultime settimane, che evidenziano un’inflazione sempre più bassa e una ripresa a rischio. La stagnazione ora rischia di tramutarsi presto in recessione nell’area euro.

Inoltr, probabilmente, gli investitori non erano preparati all’ennesimo taglio delle stime sul Pil e sui prezzi al consumo dell’Eurozona, in quest’ultimo caso provocato dai cali di Italia, Francia, Germania.

Smobilizzi su tutto il settore bancario: sul Ftse Mib, Mps e Popolari sono i più colpiti, ma anche le big Unicredit e Intesa non sono risparmiate. Sell generalizzati anche sugli altri comparti con perdite accentuate nei casi, in particolare, di Cnh Industrial, Eni, Mediaset, World Duty Free. Bene Telecom Italia, il solo segno positivo tra le blue chip.

Balzo azionario in Cina, con il listino Shanghai Composite che ha messo a segno un rialzo fino a +4,1%. Proseguono gli acquisto sulla borsa cinese, che ha guadagnato +16% dallo scorso 19 novembre, sulla scia del taglio dei tassi da parte della Banca centrale. HSBC, in particolare, è “overweight” sull’azionario cinese. Altissimi i volumi di scambio, +41% al di sopra della media degli ultimi dieci giorni.

Bene anche l’indice Topix di Tokyo che ha chiuso al valore più alto dal dicembre del 2007. Lo yen ha continuato a deprezzarsi, scivolando al minimo in sette anni sul dollaro. Anche l’indice Nikkei 225 chiude al massimo dal 2007.

“Siamo in un clima da ritorno al futuro” sui mercati – ha commentato in una intervista a Bloomberg Sean Darby, responsabile strategist globale sull’azionario presso Jefferies a Hong Kong – Siamo in un contesto simile a quello della fine degli anni ’90, che tende a essere molto positivo per l’azionario. Bassi tassi sui titoli di stato, nessuna inflazione, prezzi delle commodity sotto controllo: l’azionario fece abbastanza bene in quel periodo”.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio scambiati a New York-0,59% a $66,98; oro -0,26% a $1.205,50.