MILANO (WSI) – Borsa Milano archivia una seduta nervosa aspettando di conoscere l’esito dei negoziati sul debito greco e della riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve americana, che si concluderà domani con la decisione sui tassi di interesse. L’annuncio dovrebbe dare maggiori indicazioni su quando il costo del denaro sarà alzato dopo sei anni e mezzo di tassi zero.
Il listino Ftse Mib ha chiuso in calo del -1,15%, a quota 23.532 punti. In generale, i mercati azionari europei non sono così lontani dai record, sui massimi di 14 anni; tuttavia Tony Cross, analista presso Trustnet Direct, afferma che “i trader stanno facendo fatica a trovare una giustificazione per i livelli così elevati dei titoli”. Di conseguenza i principali listini sono oggi in rosso.
In ambito puramente marco focus sul dato relativo al Pil del Regno Unito, che ha rallentato il passo, salendo a un ritmo annuale di appena +0,3% nel primo trimestre del 2015, contro il +0,6% del quarto trimestre del 2014. Gli economisti avevano previsto un rialzo, in media, +0,5%.
Acquisti invece sulla borsa di Atene, che guarda con ottimismo alle dichiarazioni rilasciate dal premier greco Alexis Tsipras. Tensioni permangono tuttavia non solo tra la Grecia e i suoi principali creditori, ma anche tra l’esecutivo e i Comuni, dopo il decreto che ha sancito la confisca delle riserve delle amministrazioni locali.
Protagonisti anche i bond greci, con i tassi a due anni che scendono più di 100 punti base. I cds a 5 anni – il costo per assicurarsi contro un default – dicono che secondo i mercati le chance di un fallimento sono scese sotto l’80%.
Il sentiment degli investitori rimane molto cauto e stando al gruppo di ricerca tedesco Sentix in realtà peggiora, dal momento che ben il 49% degli operatori crede nella rottura dell’euro, al massimo dall’estate del 2012, prima che arrivassero le rassicurazioni del numero uno della Bce, Mario Draghi.
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Sul Ftse Mib, tra i bancari Mps -0,52%, Bper -1,40%, BPM +0,11%, BP +0,21%, Intesa -1,39%, Ubi Banca -2,28%, Unicredit -0,08%. Tra i titoli di altri settori, Azimut +0,85%, Eni +0,29%, FCA -1,96%, Finmeccanica -1,68%, Stm -1,25%, Telecom Italia +0,47%, Ferragamo +1,63%, Stm -2,32%, Mediaset piatta dopo il balzo +7% circa della vigilia sulla scia di un’imminente offerta di acquisto da parte del colosso francese Vivendi.
Sul valutario euro +0,72% a $1,0969. Dollaro/yen -0,17% a JPY 118,84. Euro/franco svizzero +0,54% a CHF 1,0456. Sulla sterlina, la moneta unica guadagna +0,20% a 0,7162.
Tra le materie prime i futures sul greggio Usa +0,09% a $57,04; Brent +0,29% a $65,02. Oro +1,95% a $1.212,18. Argento +1,11% a $16,58.
Sui mercati asiatici sessione all’insegna delle vendite, a parte l’eccezione della Borsa di Tokyo, che ha chiuso le contrattazioni in lieve rialzo. Il Nikkei è tornato sopra la soglia dei 20.000 punti, snobbando il tonfo del dato relativo alle vendite al dettaglio, crollate -9,7% su base annua nel mese di marzo, rispetto alla flessione -1,8% di febbraio.
Tra i titoli, balzo di Fanuc, società produttrice di robot, +3,6% a livelli record, dopo la decisione dell’azienda di aumentare i dividendi.
Dietrofront dell’azionario cinese, con Shanghai in calo dai record degli ultimi sette anni. Giù anche Seul -0,46% e Sidney -0,50%. Piatta Hong Kong.
Stando a quanto riporta Bloomberg, il valore dell’azionario globale è salito al record di $72,2 trilioni nella giornata di ieri, beneficiando principalmente delle iniezioni di liquidità decise dalla Banca centrale del Giappone e dalla Bce, e anche del calo delle aspettative su un aumento dei tassi da parte della Fed.
(Lna-DaC)