MILANO (WSI) – Seduta in altalena per la Borsa di Milano la quale, dopo aver azzerato le perdite salvata dalle banche, è tornata a subire le pressioni dei ribassisti. Al termine di una giornata difficile, compromessa da dati macro deludenti, il Ftse MIB cede lo 0,5% a 23.199 punti. Magra consolazione: la chiusura è sopra i minimi intraday.
Gli investitori ritengono i prezzi di Borsa attuali troppo alti. “Il mercato è molto volatile. Oggi i movimenti sembrano più legati alla convinzione che i prezzi siano un po’ tirati che a vicende esterne. Di certo impatta anche la Grecia. Una parte degli operatori è convinta che il mercato debba ancora correggere, un’altra che la questione greca non sia del tutto scontata”, spiega a Reuters un trader di Piazza Affari.
Tra i singoli titoli in vetta chiude Buzzi Unicem (+1,91%), seguita da Saipem (+1,82%), Tenaris (+1,25%), Ubi Banca (+0,9%), Telecom (+0,65%). A livello settoriale male le banche, l’industria, hi-tech e lusso. I cinque titoli peggiori sono Stmicroelectronics, maglia nera con -4,43%, Ferragamo (-3,74%), Finmeccanica (-3,16%), FCA (-2,25%) e Pop Milano (-1,8%).
Gli ultimi numeri in Eurozona hanno messo in evidenza la contrazione del Pmi francese manifatturiero. Peggio del previsto hanno fatto anche i numeri sul Pmi tedesco. Stavolta sono le economie dell’area periferica ad aver fatto meglio dei paesi più virtuosi.
Immediata la reazione sul mercato valutario, con l’euro che è scivolato prontamente al ribasso, accelerando le perdite fino a $1,066 (vedi grafico). La moneta unica ha però poi recuperato terreno e alle 17.49 supera $1,08, +0,75% a $1,0803. Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa segnano un forte rally, balzando +3,6% a $58,18 al barile. Brent +3,7% a $58,18. Oro in progresso +0,36% a $1.186,60 l’oncia. Argento +0,24% a $15,84.
Gli investitori guardano alle notizie che arrivano dal fronte societario, in primo piano a Novartis e Dassault Systemes, che hanno riportato utili superiori delle stime. Si scommette anche su nuove manovre monetarie da parte della Cina, dopo il dato peggiore delle stime relativo all’attività manifatturiera, scivolata al minimo in un anno.
L’indice benchmark europeo Stoxx Europe è salito +1,3% questa settimana, sulla scia di buoni risultati di bilancio, come quelli di SAP e Actelion, e anche per il taglio delle riserve obbligatorie che le banche cinesi devono detenere.
Tra i titoli europei, focus anche su Deutsche Bank, dopo che è stata confermata la multa da 2,5 miliardi per manipolazione del Libor.
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Attesa per la riunione dell’Eurogruppo, domani, a Riga. La Grecia non dovrebbe presentare nessuna nuova lista di riforme, la situazione di impasse prosegue, dopo che la Bce ha deciso di ridurre il valore delle garanzie offerte sui prestiti dalle banche elleniche.
La situazione è sempre più preoccupante, la liquidità di Atene dovrebbe bastare fino a giugno.
Sui mercati asiatici, Nikkei +0,27%, Hong Kong +0,11%, Sidney +0,13%, Shanghai conclude le contrattazioni in calo -0,23% dopo aver oscillato tra il territorio positivo e negativo a seguito del dato relativo all’attività manifatturiera della Cina. Molto bene Seul +1,38%. Da segnalare che il Nikkei scambia stabile oltre quota 20.100, al record in 15 anni circa, +33% in ultimi sei mesi.
Prima di scendere, indice Shanghai Composite è salito al massimo in sette anni. Il listino è balzato +80% negli ultimi sei mesi, anche se la seconda economia del mondo è in evidente fase di rallentamento, con un tasso di crescita del 7%, al minimo in sei anni, nel primo trimestre del 2015.
(Lna-DaC)