Borsa Milano perde oltre -1,5%, Cipro al bivio: prelievo coatto dei risparmi o default
MILANO (WSI) – La Borsa di Milano ha esteso i cali nel pomeriggio, preoccupata per la situazione sempre piu’ grave di Cipro, che rischia di far scattare un effetto domino in Europa. Il Ftse Mib cede l’1,59% a 15.670,56 punti. Lo Spread balza a 335 punti base e l’euro scivola ai minimi di fine novembre. La produzione industriale e’ tornata a crescere, in particolare grazie al settore alimentare, ma dall’auto ancora arrivano cattive notizie.
Si avvicina l’ora X a Nicosia, giunta al bivio: o accetta le condizioni del piano di salvataggio, che prevedono una misura controversa di prelievo coatto dei risparmi dei correntisti, oppure assistera’ a un collasso del suo sistema bancario e a un default del suo debito. Al momento sembra prevalere la prima ipotesi.
Un veto del Parlamento potrebbe infatti voler dire collasso del sistema bancario e default. Il partito di maggioranza del paese ha annunciato che si asterra’, mentre il ministro delle Finanze, Sarris, ha offerto le sue dimissioni (respinte dal presidente Anastasiades). Le ultime notizie hanno inflitto un duro colpo ai mercati e all’euro, scivolato sotto $1,29, ai minimi dal 23 novembre.
Il voto di Cipro sul bailout europeo, che era in agenda alle 17, e’ destinato a essere posticipato a domani. Si lavora a un piano B, che vede una modifica importante: nessuna tassa sui conti correnti fino a 20mila euro, fino a 100mila prelievo al 6,75%, oltre i 100mila al 9,90%. Il tutto mentre un alto funzionaro tedesco ha avvertito che senza programma di aiuti, l’accesso della liquidita’ per le banche cipriote e’ in serio pericolo. A riferirlo e’ Reuters.
L’ondata di panico che ha travolto i mercati globali da ieri, sull’onda lunga della notizia uscita sabato del prelievo forzoso sui conti di Cipro si è tradotta in un calo della capitalizzazione dell’azionario di tutto il mondo dell’entita’ di -$500 miliardi.
Nel resto del continente, particolarmente pesante l’andamento della piazza di Atene e Madrid. Sotto pressione i titoli di stato dell’area periferica, quella piu’ debole e indebitata della regione. I tassi in Spagna e Italia sono in rialzo, ma e’ la Grecia a fare piu’ paura. I bond greci cedono il 7%, cancellando i guadagni messi a segno fin qui da inizio anno (vedi grafico a fianco). I rendimenti sono ai livelli piu’ alti dal giorno del piano di salvataggio di Atene.
Il sentiment e’ improntato alla massima cautela in Europa, dopo che l’istituto tedesco Zew ha parlato di maggiori rischi per l’incertezza legata alla crisi di Cipro e allo stallo politico in Italia. L’indice di fiducia degli investitori della Germania è comunque salito a sorpresa a marzo ai massimi di tre anni a 48,5, oltre le previsioni.
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Aspettando la decisione del Parlamento di Nicosia sul bailout e le pesanti condizioni che lo accompagnano, una flebile speranza arriva dall’appello dell’Eurogruppo di tutelare i “piccoli risparmiatori”. Si mette in luce nel frattempo il richiamo di Mario Draghi, numero uno della Bce, che afferma che spesso “i benefici dell’Ue vengono dati per scontati”.
Ma nessuna “pietà ” dal mondo degli economisti ed esperti di tutto il mondo sulle politiche che l’Unione europea sta adottando per salvare l’euro. L’ex numero uno della Banca Centrale di Cipro, Athanasios Orphanides, ha detto molto chiaramente che “quello a cui stiamo assisendo e’ la morte del progetto europeo”.
Le politiche delle autorita’ pretendono di avere un ruolo salvifico e che invece stanno rischiando di portare alla dissoluzione l’intera area euro. La decisione del prelievo forzoso sui conti di Cipro viene considerata un’atrocità giuridica e finanziaria senza precedenti; senza mezzi termini, il professore della New York University Nouriel Roubini definisce i tentativi di bailout un fallimento. E si teme che il peggio debba ancora arrivare, visto che, in un’intervista a Bloomberg, Athina Kyriakidou, membro del Partito Democratico cipriota (DIKO), ha affermato che il prelievo forzoso verrà imposto anche a Spagna, Grecia, Francia, Irlanda e Italia; e JP Morgan afferma che con la decisione è stato di fatto aperto un vaso di Pandora.
Sul caso Italia, la denuncia della crisi arriva da Romano Valente, direttore generale dell’Unrae l’Associazione delle Case automobilistiche estere che, nel commentare i dati sulle immatricolazioni auto in Europa diffuse oggi dall’Acea, afferma che “il sistema Italia, non solo il comparto dell’auto, è in una crisi profonda”.
Dal fronte economico resa nota la produzione industriale italiana che, pur aumentando +0,8% su base mensile, è scesa -3,6% su base annua, mettendo in evidenza la fase recessiva dell’economia del paese; in generale, in Europa il settore delle costruzioni ha subito un calo -1,4% nel mese di gennaio;
I dati sulle vendite di auto in Europa hanno messo in evidenza tutti gli effetti della politica di austerity europea: vittima è stata ancora una volta il Gruppo Fiat, che a febbraio ha visto scendere le vendite di quasi -16%, assistendo all’ennesimo calo della quota di mercato.
Focus nella sessione odierna alle banche italiane, dopo la decisione dell’agenzia di rating Fitch di tagliare il rating su alcuni istituti, tra cui Intesa SanPaolo e Unicredit.
Intanto l’Ocse invita la Francia a tagliare la spesa e ridurre il peso del fisco. E torna a far paura anche la Spagna, che rischia di uscire dall’euro entro quest’anno.
Azionario asiatico in lieve rialzo, con l’indice di riferimento MSCI Asia Pacific Index in crescita +0,5%. Nove tra dieci settori quotati sull’indice hanno riportato una performance positiva. Ieri il benchmark ha perso -1,9%, riportando la perdita più forte dallo scorso luglio.
“Il sell off di ieri è stato ampio, ma non ritengo che durerà molto – ha commentato Nader Naeimi, responsabiole dell’allocazione degli asset presso AMP Capital Investors a Sidney – C’è stato un panico generale alla notizia su Nicosia ieri ma ora i mercati stanno capendo che si tratta di un caso speciale e che dunque il rischio di contagio è basso”.
Ma è davvero così? I grandi nomi della finanza mondiale, Morgan Stanley in testa, la pensano diversamente e ritengono che si tratti invece di un precedente molto pericoloso. Intanto bene la Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei +1,9% grazie al calo dello yen. Gli altri listini asiatici hanno ridotto i guadagni iniziali.
BTP – Spread Italia Germania a 10 anni +4,55% a 335,47 punti base, a fronte di tassi sui BTP decennali +1,90% al 4,70%. Resi noti i risultati dell’asta spagnola, che hanno messo in evidenza tassi in calo.
FTSE MIB – Focus sui bancari dopo la decisione di Fitch; il comparto risulta tra i peggiori: Banca Pop Milano -5,06%, Mediobanca -5,03%, Pop Emilia Romagna -4,97%, Unicredit -4,34%, Ubi Banca -3,68%. Fari puntati sul titolo Fiat dopo i dati sulle immatricolazioni in Europa.
In ambito valutario, l’euro -0,04% a $1,2949; rapporto dollaro/yen +0,21% a JPY 95,40. Euro/franco svizzero -0,30% a 1,2218. L’euro sta mostrando una forza intrinseca di fondo, anche se dovrebbe valere nei confronti del dollaro tra $1,15-$1,20.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio +0,31% a $94,03 al barile, mentre quotazioni oro in rimonta a $1.608 l’oncia.
TRA GLI HIGHLIGHT DI GIORNATA:
– Azionario: prossimi due mesi saranno i più importanti degli ultimi quattro anni.
– Ryanair: ordine record a Boeing,175 aerei 737 per 15 mld dlr.
– Borsa: Piazza Affari in negativo con le europee, Ftse Mib -0,18%.
– Rcs/ Della Valle: Sciogliere subito il patto.
– Da gennaio a marzo nate 307 startup innovative, in testa il settore dell’Ict.
– Effetto Cipro: Borse europee aprono negative.
– Cipro: Schaeuble, Chi Investe Nel Paese Deve Assumersi I Rischi.
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