Economia

Borsa Milano quasi +6%. Tassi Bund +25%, euro a $1,14. I consigli dei broker ai clienti

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MILANO (WSI) – All’indomani delle forti perdite, che hanno portato la Borsa di Milano a crollare fino a -7% durante i minimi di seduta, prima di chiudere a -6% circa, l’indice Ftse Mib recupera quasi tutto il terreno perso, ignorando l’ennesimo tonfo di Shanghai. Aiuta l’ennesima riduzione del costo del denaro imposta in Cina. Il listino Ftse MIB ha guadagnato il 5,86% a 21.649,69 punti.

Sul valutario l’euro -1,27% a $1,1472, scende sotto la soglia di $1,16 superata ieri e anche sotto la soglia di $1,15. Dollaro/yen +1,03% a JPY 119,63. Euro/yen +0,04% a JPY 137,65. Euro/sterlina -1,33% a GBP 0,7267. Euro/franco svizzero +0,06% a CHF 1,0815.

Sui listini azionari scattano le ricoperture, in generale, in tutta Europa. Benchmark europeo Eurostoxx 50 +4,72%, Londra +3,1%, Francoforte +5,35%, Parigi +4,69%. I mercati hanno accolto con favore la decisione della People’s Bank of China, la Banca centrale cinese, di tagliare i tassi dello 0,25%. È la quinta volta in 12 mesi. Inoltre è stato ridotto dello 0,5% il ratio delle riserve obbligatorie delle banche.

A Piazza Affari si mettono in luce le banche. Intesa guadagna l’8,22%, Unicreit il 7,08%. Richiestissime anche le popolari come Pop Emilia (+8,84%) e Banco Popolare (+6,92%). Favorito dal forte rimbalzo dei tecnoligi dopo le paure di uno scoppio di una bolla ieri, il gruppo STM chiude a +6,87%.

Sul mercato dei titoli di stato, crolla sotto i 125 punti base lo spread BTP-Germania a 10 anni. Tassi sui BTP decennali valgono meno dell’1,98%, tassi sui Bund balzano +25,19% allo 0,71%.

L’indice di riferimento dell’azionario europeo, lo Stoxx Europe 600 Index, ha sofferto ieri la peggiore settimana in quattro anni: è scivolato fino a -8,1%, sulla scia dei cali del titoli delle società minerarie, di nuovo i peggiori.

Lo Stoxx Europe è ormai in fase di correzione, avendo perso oltre -10%, precisamente il 13%, dal record testato ad aprile. Almeno 13 su 18 indici azionari dei mercati europei occidentali hanno ceduto più del 10%. Altissimi i volumi dell’indice Stoxx 600, che nella giornata di ieri sono balzati +156% rispetto alla media degli ultimi 30 giorni. Detto questo, lo stesso listino potrebbe secondo l’analisi tecnica aver perso troppo, dal momento che il suo indice di forza relativa è a 20,8, al minimo da ottobre.

Focus sulla nota di Goldman Sachs, che ha ridotto il rating a tre mesi sull’azionario europeo da “overweight” a “neutral”, abbassando anche i target sugli indici Stoxx 600, Ftse 100 ed Euro Stoxx 50.

Sul lato macro, reso noto il Pil della Germania, salito nel secondo trimestre dello 0,4%. Il dato ha messo in evidenza però la forte dipendenza del paese dalle esportazioni, in un momento critico a livello globale. Il rallentamento economico cinese potrebbe infatti zavorrare l’export tedesco. Reso noto anche l’indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese in Germania, salito ad agosto a 108,3 punti dai 108 di luglio e meglio dei 107,6 attesi dagli economisti intervistati da Bloomberg.

La Bundesbank ha reso noto con il suo bollettino mensile che l’economia tedesca è orientata verso una “solida” crescita fino alla fine dell’anno.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio +3,03% a $39,40 al barile, Brent +2,88% a $43,92. Oro -0,20% a $1.151,30, argento +0,22% a $14,83.

In Asia lo Shanghai Composite è crollato di nuovo, chiudendo sui minimi di giornata nel finale, con un tonfo -7,63% a 2.965,1 punti. L’indice di riferimento ha chiuso al di sotto della soglia psicologica di 3.000 punti per la prima volta dal dicembre del 2014. Diverse le blue chip che oggi sono scese al limite massimo giornaliero consentito, pari a una flessione -10%, tra cui le società attive nel mercato immobiliare Poly Real Estate e Shanghai Shimano, ma anche case di brokeraggio come Citic Securities e Haitong Securities. Anche PetroChina, la più grande società cinese per valore di mercato, ha visto le quotazioni crollare -10%.

Inoltre, oltre all’indice benchmark di Shanghai, sono crollati l’indice delle blue chip CSI 300 e lo Shenzhen Composite, di oltre il 7%.

La giornata è andata meglio per altri indici asiatici, come Hong Kong +0,72%, Sidney +2,72%, Seoul +0,92%. Ma Tokyo ha segnato un tonfo -3,96% (il riferimento è alla performance del Nikkei), scendendo al valore più basso in sei mesi. A scatenare i sell, i timori sul rafforzamento dello yen, dopo che i sell off sul dollaro hanno portato la moneta giapponese a rafforzarsi fino a 119. Lo stesso ministro delle Finanze giapponese, Taro Aso, ha lanciato un avvertimento ai player di mercato, invitandoli a non sostenere troppo le quotazioni dello yen, in quanto un suo balzo è indesiderabile per l’economia.

(Lna)