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Borsa Milano recupera, ma torna a essere spread-dipendente

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MILANO (WSI) – Seduta nervosa per la Borsa di Milano che dopo aver oscillato tra il territorio negativo e quello positivo, chiude in buon rialzo, rimbalzando dopo i cali pesanti della vigilia.

Complice anche lo Spread, sceso fino a 172 punti base, a fronte di tassi sui decennali +0,10% al 3,06%, il listino Ftse MIB ha guadagnato l’1,12% a 20.648,59 punti, sui massimi giornalieri.

Le ampie oscillazioni si spiegano con la scadenza di futures su azioni e opzioni, ma non solo. “Si è attribuito il pesante calo di ieri al dato sul Pil italiano, inaspettatamente negativo, ma a mio parere è stata una scusa per mettere pressione a Draghi perché faccia qualcosa in più, perché è ovvio che l’economia da sola non ce la fa”, dice un operatore a Rueters. “E’ chiaro che non basta una giornata negativa per compromettere lo scenario, l’importante è che la discesa si arresti”.

In queste ultime ore, poi, l’azionario italiano è tornato a essere molto dipendente dall’andamento del BTP future e dello spread.

Tra i singoli settori, si segnala il recupero dei bancari con Pop Emilia e Intesa che registrano progressi di almeno tre punti percentuali. Tra i titoli di altri settori bene Moncler, Exor e Unipol SAI.

Spread Italia osservato speciale, è salito in avvio di seduta +4% oltre i 180 punti base, tassi sui BTP decennali volano al 3,11%, per poi frenare la corsa.

Investitori mondiali cauti dopo il crollo che ha investito i mercati europei e di Wall Street alla vigilia. Borsa Milano osservata speciale, Piazza Affari ha perso in una sola seduta 17,6 miliardi di euro. E ora si temono nuove accelerazioni ribassiste per l’indice Ftse Mib. Secondo l’analisi tecnica, pericolosa sarebbe la violazione di quota 20.150, mentre al rialzo si dovrà partire dal superamento di 20.625 punti.

Diversi i motivi che hanno portato gli investitori a vendere l’Italia: ha pesato su tutti i mercati la notizia sulla tassa retroattiva sui bond greci, poi smentita dal governo.

Shock per il Pil italiano – tornato negativo nel primo trimestre dell’anno -, e per il rallentamento dell’economia che ha interessato altri paesi dell’Eurozona, con l’eccezione della Germania.

L’alta tensione ha portato l’indice della volatilità dei mercati americani, il VIX, a risalire sopra quota 13, mettendo a segno il rialzo più sostenuto in cinque settimane.

Ripercussioni dell’avversione al rischio in Asia, dove l’indice di riferimento MSCI Asia Pacific Index è sceso dai massimi in quattro mesi, riportando una perdita per la prima volta in 4 giorni. Acquisti sull’indice Sensex della borsa indiana, sulla scia dei primi risultati elettorali, secondo cui sarà il partito principale dell’opposizione, capeggiato da Narendra Modi, a prendere il potere. Rupia indiana in rialzo fino a +1%, tocca il massimo in 11 mesi nei confronti del dollaro.

Alla ricerca di maggior sicurezza, gli investitori si sono posizionati sui titoli di stato australiani (rendimenti decennali in calo per il terzo giorno consecutivo, al 3,71%), su quelli di Singapore (rendimenti al 2,20%), giapponesi (tassi in calo allo 0,585% dallo 0,59% precedente). Tassi sui Treasuries Usa a 30 anni poco mossi, dopo aver testato alla vigilia il minimo dallo scorso 14 giugno.

Tra gli indici azionari asiatici Nikkei -1,41%, Hong Kong -0,33%, S&P/ASX 200 -0,58%, Shanghai invariata, Kospi +0,16%.

Euro, che ieri è scivolato sui minimi da fine febbraio, invariato a $1,3710, dollaro/yen -0,03% a JPY 101,53; euro/franco svizzero +0,02% a CHF 1,2213; euro/yen -0,04% a JPY 139,12.

Riguardo alle materie prime, i futures sul petrolio +0,28% a $101,78 al barile, quotazioni oro -0,10% a $1.292,30.