MILANO (WSI) – L’ora X si avvicina: mancano tre giorni alla fatidica data del 17 ottobre, giorno entro cui i Democratici e i Repubblicani del Congresso dovrebbero trovare un accordo per evitare il default Usa. Per ora, un nulla di fatto, mentre parallelamente prosegue lo shutdown del governo federale, che entra nel suo 14° giorno.
Il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde lancia l’allarme e parla del rischio di danni enormi, in un contesto in cui, secondo Nassim Nicholas Taleb, la finanza è più fragile di quanto lo fosse ai tempi di Lehman Brothers.
In chiusura, l’indice FTSE Mib ha guadagnato lo 0,19%, restando lontano da quota 19.000 punti. L’AllShare è salito dello 0,19%, mentre il MidCap ha terminato invariato. Volumi per un controvalore di circa 1,97 miliardi di euro.
L’indice di riferimento Stoxx 600 è comunque in crescita +11% nel 2013. Pochi oggi i volumi di scambi sul listino, inferiori del 23% circa rispetto alla media degli ultimi 30 giorni. Il VStoxx Index, indice della volatilità, in rialzo fino a +7,7% a quota 19,67.
Di fondo, però, l’umore degli investitori resta positivo. In una nota pubblicata dopo i vertici di Fmi e Banca Mondiale, Morgan Stanley scrive che i vari fattori di incertezza che gravano sulle prospettive di ripresa, uniti all’indicazione ufficiale di Janet Yellen alla guida della Federal Reserve, “potrebbero spingere a un nuovo round di allentamento monetario a livello globale nell’arco delle prossime settimane e mesi”.
Cina irritata, auspica una nuova valuta di riserva al posto del dollaro e anche un nuovo ordine mondiale, proponendo la de-americanizzazione del mondo intero.
“Tutti credono che il problema (Usa) sarà risolto alla 11esima ora, ma nessuno sa quando l’11esima ora si presenterà – commenta in un’intervista rilasciata a Bloomberg Witold Bahrke, strategist senior presso PFA Asset Management, a Copenhagen – Assistiamo a un governo americano incapace di funzionare, fattore che sta creando incertezza”. Oggi, in occasione della festività del Columbus Day, Wall Street sarà aperta, ma il mercato obbligazionario dei Treasuries rimarrà chiuso.
Tra i titoli, a picco Tod’s (-4,96%), affossata da un report di Barclays e da prese di beneficio. Secondo quanto riferito da un dealer, il management del gruppo guidato da Diego Della Valle, in occasione di un evento sul fashion in corso nella sede di Borsa, non ha fornito delle previsioni particolarmente ‘bullish’. Realizzi sull’intero comparto lusso/retail, tra i migliori nelle ultime settimane. Banche in ordine sparso: il paniere è salito dello 0,44%. Prosegue il trend di riscoperta delle popolari: Banco Popolare +4,56%, UBI +2,3% e Popolare Emilia Romagna +1,95%. Deboli Unicredit (+0,18%) e Intesa San Paolo (-0,45%). Bene Mps (+2,71%) e Mediobanca (+1,55%). Telecom Italia continua a macinare acquisti (+1,39%), sostenuta dall’attesa per gli sviluppi sul fronte societario.
In calendario la riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles per discutere di banche e Grecia. Domani sarà la volta del meeting dell’Ecofin, ovvero dei ministri finanziari dell’Eurozona.
Dal fronte macroeconomico reso noto il dato sulla produzione industriale, +1% in Eurozona, con l’Italia ancora negativa.
Dati negativi dalla Cina, con le esportazioni che sono scese dello 0,3% su base annua, a fronte di una inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo che è balzata +3,1%, più delle attese +2,8% stilate dagli analisti di Bloomberg e contro il +2,6% di agosto.
ANALISI MERCATO DI PIETRO DI LORENZO, SOS TRADER.
Cosa comprare e vendere lunedì 14 ottobre.
La borsa di Milano archivia la settimana in rialzo: FTSE Italia All-Share (Variazione ultimi 5 giorni +3.112% Variazione ultimo anno +20.607%) FTSE MIB (Variazione ultimi 5 giorni -0.664% Variazione ultimo anno +13.595%)
FTSE Italia STAR (Variazione ultimi 5 giorni +3.16% Variazione ultimo anno +20.776%). Fra i titoli maggiori si mettono in evidenza: Banco Popolare (+9.86%) Fonsai (+7.62%) Finmeccanica (+6.98%) Mps (+6.95%) Ansaldo (+6.89%).
In rosso invece: Saipem (-7.02%) Campari (-2.74%) Prysmian (-2.16%) Tods (-1.01%) Terna (-0.7%) I 5 titoli del Footse Mib con maggiori rialzi da inizio anno sono: Mediaset +122,37% Fondiaria – Sai +97,89% A2a +93,92% Azimut Holding +73% Fiat +68,6% . I 5 titoli più deboli: Saipem -46,66% Eni -4,74% Telecom Italia -0,15%
Passando ad un quadro tecnico generale del mercato, il FTSE MIB disegna una black spinning top che aggiorna i massimi annuali a 18.979 punti proseguendo il rally che ha generato un apprezzamento di quasi 10 punti percentuali dal minimo toccato il 30 Settembre in area 17.200.
L’impressione è che dopo il rasserenamento della situazione politica gli investitori esteri abbiano riconsiderato la situazione dell’Italia andando a premiare quelle storie sottovalutate (in primis le banche).
Riteniamo però necessaria una fase di consolidamento che consenta di scaricare l’ipercomprato su alcuni titoli fornendo l’opportunità ai “ritardatari” di entrare a prezzi più bassi. Lunedì ci attendiamo una giornata con volumi in contrazione a causa della chiusura di diverse Borse: Hong Kong, Tokyo, Toronto Giacarta ecc. In USA ci sarà la Festività per il Columbus Day con i mercati aperti ma banche chiuse.
Operativamente proviamo a rientrare sul mercato puntando su un titolo farmaceutico (Diasorin) a contatto con una resistenza chiave superata la quale ci attendiamo una accelerazione.
Fra i titoli del S&P MIB 40 interessanti per la seduta:
Rientra al centro dell’interesse del mercato DIASORIN che disegna una long white con volumi che riporta i prezzi a contatto con la resistenza passante in area 33€. Possibile intervenire a seguito del superamento di questo livello
FONSAI mostra straordinaria forza relativa archiviando l’ottava seduta positiva nelle ultime 9, che riporta i prezzi a contatto con i massimi in area 1.9€. Il superamento di questo livello, calamiterà nuovi acquirenti
BUZZI UNICEM fornisce un significativo segnale rialzista a seguito del superamento della resistenza in area 12.5€. Possibile un ulteriore allungo verso i massimi annuali toccati a 13.47€
UBI consolida da 4 sedute a contatto con la resistenza passante in area 4.7€. Il superamento di questo livello, potrebbe calamitare nuovi acquirenti.
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ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro +0,24% a $1,3588, dollaro/yen -0,45% a JPY 98,12. Euro/franco svizzero -0,18% a CHF 1,2325, euro/yen -0,08% a JPY 133,32.
iguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -0,40% a $101,61 al barile, mentre le quotazioni dell’oro +1,34% A 1.285.
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ANALISI MERCATI MPS CAPITAL SERVICES
Tassi & Congiuntura: in area Euro tassi tedeschi sostanzialmente stabili lo scorso venerdì a fronte invece di un marcato calo dei tassi dei paesi periferici, in modo particolare l’Italia il cui tasso decennale ha nuovamente pareggiato quello spagnolo. Se i bund si muovono in modo pressoché parallelo rispetto ai Treasury, il prolungamento dei negoziati Usa sul debito dal punto di vista degli investitori esteri (in particolare quelli Usa) tendono a far considerare i mercati periferici Euro come una “copertura” ideale tale da offrire un rendimento addizionale e proteggere al tempo stesso dal rischio di deprezzamento del dollaro.
Nel frattempo il primo ministro irlandese ha confermato che il programma di aiuti sarà abbandonato in corrispondenza della scadenza prevista del prossimo 15 dicembre. Il ministro delle finanze del paese ha poi aggiunto che l’agenzia sul debito ha già effettuato emissioni aggiuntive pari a circa 25Mld€, tali da creare un margine sufficiente per coprire le scadenze del 2014 e quindi rendere implicitamente non necessaria la richiesta di una linea di credito preventiva all’ESM.
Nel frattempo, il membro BCE Mersch ha dichiarato che il prossimo 23 ottobre sarà resa nota la metodologia che la BCE applicherà in vista della cosiddetta Asset Quality Review i cui risultati sono attesi nella seconda parte di ottobre. Negli Usa tassi sostanzialmente stabili in vista del ponte lungo in occasione della chiusura per la festività del Columbus Day di oggi.
Nel fine settimana sono proseguiti i negoziati sull’innalzamento del tetto del debito, senza però portare all’atteso accordo temporaneo. La partita si sposta ora al Senato dove i termini del negoziato stanno però cambiando: i repubblicani appaiono infatti più inclini a discutere dei contenuti sulla riduzione del deficit invece di rimanere fermi sulla richiesta di differimento della partenza dell’Obamacare. I democratici dal canto loro richiedono la sospensione di alcuni ulteriori tagli automatici alla spesa che sono attesi partire dal 2014 nell’ambito del cosiddetto sequester di bilancio, proponendo di sostituirli con aumenti delle tasse.
La data limite del 17 ottobre indicata dal sottosegretario al tesoro Lew nel frattempo si avvicina. In corrispondenza di tale data nelle casse del governo rimarranno circa 30Mld$.
L’effetto dei negoziati è evidente soprattutto sul comparto a breve della curva dei tassi dove è presente una “gobba” in corrispondenza del forte rialzo dei tassi per i T-bill che scadono nella seconda parte di ottobre. Il rialzo si sta però estendendo anche ai T-bill con scadenza fino a fine anno. In settimana il calendario macro sarà ancora verosimilmente decimato dall’effetto shutdown. Saranno comunque numerosi i discorsi di membri Fed.
Valute: il dollaro continua a collocarsi al di sopra della soglia 1,35 verso euro in attesa di un accordo politico in arrivo dagli Usa che però si fa desiderare. Questa settimana l’andamento del cambio sarà probabilmente ancora influenzato dalle notizie sul tema debito e su un eventuale sblocco dello shutdown del governo. Sull’euro/dollaro il supporto più vicino si colloca a 1,3485, mentre l’area di resistenza importante passa da 1,36-1,3650.
Non sono ancora disponibili i dati della CFTC sulle posizioni degli speculatori a causa del proseguimento dello shutdown parziale del governo. Il ritardo nella stipola di un accordo politico negli Usa ha dato luogo stanotte ad un lieve apprezzamento dello yen verso dollaro e verso le altre principali valute mondiali, dopo che la valuta nipponica si era deprezzata per tre giorni consecutivi la scorsa settimana.
I movimenti sui mercati valutari per adesso restano comunque limitati. Per questa settimana l’euro/yen trova livelli di resistenza a 134 e 135, mentre intorno a 131 passa il livello di supporto più significativo. Andamento misto per le valute emergenti verso dollaro Usa. Segnaliamo l’apprezzamento dello yuan cinese verso dollaro nonostante i dati sulle esportazioni di settembre abbiano evidenziato un calo inatteso (-0,3% a/a) a fronte di un aumento del 7,4% delle importazioni.
Quelli sull’inflazione sempre relativi a settembre hanno mostrato invece un rialzo oltre le attese (3,1% verso consenso di Bloomberg del 2,8%) a causa dell’aumento dei prezzi alimentari al ritmo maggiore dal maggio 2012.
Commodity: torna a calare l’indice generale GSCI ER, trainato al ribasso dai metalli preziosi e dagli energetici. Tra i preziosi, sia l’oro che l’argento hanno infatti chiuso la seduta di venerdì con perdite di oltre il 2% in scia alla speculazione degli operatori che vedono sempre più probabile una decisione del Congresso Usa a breve; l’oro ha così toccato il livello minimo da oltre tre mesi. I ribassi hanno interessato in particolare anche quasi tutte le materie prime del comparto energia, con il Wti sceso momentaneamente in area 100 $/barile durante la seduta (minimo da oltre tre mesi) per poi chiudere a 102 $/b circa. In controtendenza quasi tutti i metalli industriali mentre un andamento misto ha interessato gli agricoli, dove a fronte del rialzo di caffè, cacao e grano, si è registrato il calo del mais e della soia. Questa mattina il greggio è stabile intorno alla chiusura di venerdì, mentre l’oro sta leggermente recuperando oltre i 1270$/oncia.
Azionario: la scorsa settimana si è conclusa con un rialzo dei principali listini dell’area Euro, in particolare quelli dei paesi periferici. L’indice italiano ha guadagnato oltre il 3% negli ultimi 5 giorni, quello spagnolo il 2,6% a fronte di rialzi più contenuti per i listini dei paesi core (Germania e Francia hanno guadagnato poco più dell’1%).
Lo scorso venerdì l’indice Stoxx 600 ha guadagnato lo 0,4% con tutti i principali settori che hanno chiuso in rialzo ad eccezione delle utilities. I rialzi maggiori hanno interessato le risorse base, i finanziari e l’healthcare. I motivi del rialzo risiedono nelle speranze degli operatori in un possibile accordo negli Usa sull’aumento del tetto del debito prima del 17 ottobre alla luce dell’inizio dei dialoghi tra le parti politiche.
A Londra si è messa in evidenza la matricola Royal Mail Group, salita di oltre il 38% nel primo giorno di negoziazioni. A Milano il Ftsemib ha chiuso in lieve rialzo dopo una giornata intorno alla parità in un contesto di volumi in ridimensionamento.
Questa mattina nei primi scambi della mattinata i listini azionari hanno aperto in lieve ribasso. Negli Usa i listini azionari venerdì hanno chiuso con un rialzo più marcato di quelli europei in attesa di un possibile accordo a breve tra repubblicani e democratici.
Anche negli Usa i volumi sono calati rispetto al giorno precedente, anche se l’indice S&P500 si è portato sui massimi da settembre con tutti i 10 principali settori dell’indice che hanno chiuso in rialzo. A livello settoriale gli acquisti sono stati focalizzati soprattutto sul settore energetico, su quello legato ai servizi e sui tecnologici.
Sul fronte emergente, venerdì l’indice di MSCI ha chiuso in rialzo per il secondo giorno consecutivo (0,9%) portandosi ai massimi da 4 mesi guidato dal settore tecnologico. Positivi i listini cinese ed indiano, così come un lieve rialzo è stato registrato da quello brasiliano. In calo invece quello russo penalizzato dal ritracciamento del petrolio. Questa notte indicazioni contrastanti stanno arrivando dall’Asia, in un contesto di mercati chiusi per festività in Giappone.
INFORMAZIONI DI STAMPA SU TITOLI
ALITALIA – Gli azionisti della società hanno approvato un piano di salvataggio da 500Mln€; nel dettaglio è previsto un aumento di capitale da 300Mln€ e nuove linee di credito per i restanti 200Mln€. Poste Italiane entrerà nel capitale del gruppo con un ammontare di 75Mln€.
FINMECCANICA – Secondo quanto riportato dalla stampa, Safran sarebbe interessata ad acquisire Avio Space, una società detenuta per il 14% dal gruppo. La valutazione complessiva di Avio Space si aggira intorno ai 400Mln€.
INTESA SANPAOLO – L’A.D. del gruppo Messina ha confermato che la banca non è interessata ad acquisizioni in Italia né all’estero.
MEDIASET – Secondo quanto riportato da Il Sole 24Ore, la società avrebbe intenzione di lanciare un emissione obbligazionaria per un ammontare di massimo 500Mln€.
UNICREDIT – Secondo quanto riportato dalla stampa, la società sarebbe, insieme alla francese BNP Paribas, la favorita in gara per l’acquisizione della banca polacca BGZ; quest’ultima, controllata per il 98% da Rabobank, possiede un patrimonio netto di 800Mln€ ed asset per 8,5Mld€.
PEUGEOT – La società ha confermato di aver avviato negoziazioni con alcuni soggetti relativamente a nuovi progetti di sviluppo sia industriale che commerciale. Secondo quanto riportato dalla stampa, il gruppo francese starebbe preparando un aumento di capitale da 3Mld€ circa nel quale è previsto una partecipazione dello stesso ammontare sia del Governo francese che della cinese Dongfeng.
JP MORGAN – La società ha archiviato il terzo trimestre dell’anno con una perdita di 400Mln$ al netto delle spese legali di 9,2Mld$ circa; nello stesso periodo dello scorso anno la banca aveva registrato un utile netto di 5,7Mld$. Stesso andamento per i ricavi, in calo a quasi 24Mld$ dai 25,9Mld$ registrati un anno prima. Le azioni in borsa hanno chiuso invariate.
WELLS FARGO – La società ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto a 5,6Mln$ circa, in crescita del 13% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Al contrario i ricavi si sono attestati a 20,5Mld$, in calo di 0,7Mld$ circa rispetto all’analogo periodo di un anno fa. Le azioni in borsa hanno chiuso invariate.