MILANO (WSI) – La Borsa di Milano scende dai massimi intraday e vede i guadagni azzerati in seguito alla pubblicazione dell’Ifo, balzato per la prima volta in sei mesi. L’indice si è attestato a novembre a quota 104,7, contro i 103 attesi dal consensus di Bloomberg. L’indicatore, molto positivo, paradossalmente smorza le speculazioni su un imminente intervento della Bce a sostegno dell’economia dell’Eurozona.
Il Ftse MIB chiude in calo dello 0,14% a 19.925,82 punti. In Europa il rallentamento è arrivato in concomitanza con la delusione per il dato sul settore terziario statunitense, risultato inferiore alle attese.
A Milano si distinguono in positivo le Popolari e World Duty Free. Vola Tiscali su rumor di M&A. Il titolo del gruppo tlc sardo fa +20% circa. Le speculazioni sono legate aa possibili accelerazioni nel processo di ristrutturazione del debito che potrebbero in teoria passare anche attraverso una ripatrimonializzazione che permetterebbe a un cavaliere bianco di entrare nel capitale.
Complice ancora il nuovo effetto Drasghi, lo Spread tra Btp e Bund è sceso in area 140 punti base, con i rendimenti dei titoli italiani che hanno toccato un nuovo minimo sotto il 2,2% e ora vanno dritto verso l’area del 2%.
Sul valutario l’euro si aggira intorno ai minimi di due anni su dollaro, a $1,24, facendo felice Draghi e i paesi della periferia dell’area euro che tanto dipendono dalle esportazioni.
A proposito di politica monetaria, l’azionario europeo è fortemente legato alle aspettative sulle prossime mosse di Draghi. La scorsa settimana, l’indice di riferimento Stoxx Europe 600 ha guadagnato +2,9%, sulla scia delle parole del numero uno della Bce, che ha affermato che, al fine di accelerare l’inflazione, potrebbe ampliare il programmi di acquisti di asset.
Il comparto bancario sta vivendo la migliore due giorni dell’anno, con rialzi di circa il 6%. “I titoli bancari stanno outperformando sulla prospettiva di misure di stimolo economico – ha commentato in una intervista a Bloomberg Guillermo Hernandez Sampere, di MPPM EK a Eppstein, in Germania – Questo è un buon segnale per gli utili, che hanno sofferto in un contesto di bassi tassi di interesse”.
Ottimismo diffuso in Asia dopo il taglio dei tassi di interesse annunciato dalla Banca centrale della Cina. L’indice di riferimento MSCI Asia Pacific excluding Japan Index ha riportato il rialzo più sostenuto dallo scorso 29 ottobre.
“Gli stimoli hanno sempre avuto un effetto magico sui mercati azionari nel corso degli ultimi sei anni e il solo segnale che le banche centrali stiano considerando alcune mosse è premiato dai mercati – ha commentato in una intervista rilasciata a Bloomberg Evan Lucas, market strategist di IG Melbourne – Ora abbiamo tre delle quattro principali banche centrali al mondo (Cina, Giappone e Bce che stanno stimolando in modo attivo le loro rispettive economie domestiche”.
Gli investitori tornano a scommettere così sul QE e l’euro è debole a $1,2398; dollaro/yen +0,06% a JPY 117,87; euro/franco svizzero +0,11% a CHF 1,2026. Euro/yen +0,14% a JPY 146,14
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio +0,30% a $76,74, il prezzo dell’oro +0,13% a quota $1.200 l’oncia.
(Lna-DaC)