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Borsa Milano riduce le perdite. Ma Germania e Cina spaventano

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ROMA (WSI) – Borsa Milano in preda alle vendite riesce a recuperare terreno sul finale, ma senza riuscire a conquistare il segno più. L’indice Ftse MIB, che ha toccato punte al ribasso di -1,2%, chiude in calo dello 0,19% a 22.048,49 punti. Lusso e banche in rosso in tutta Europa, si fanno sentire i timori legati al rallentamento della Cina e all’effetto Volkswagen sulla prima economia europea.

Sotto pressione soprattutto i titoli delle società minerarie, come BHP Billiton e Glencore; si sconta il dato relativo alla bilancia commerciale della Cina, che ha messo in evidenza un crollo delle importazioni superiore a -20%. I timori, oltre che sulle condizioni di salute della Cina, si focalizzano sui paesi emergenti, in quanto molti di essi esportano nella seconda economia del mondo.

A Piazza Affari maglia nera a Moncler (-5,67%). Cali superiori a un punto e mezzo percentuale anche per Ferragamo e Tod’s. Tra le banche male MPS. Pesanti anche industriali ed energetici. Su Saipem, Exane Bnp Paribas ha rivisto al ribasso il target price del titolo da 9 a 7,5 euro con giudizio “underperform”.

Focus anche sulla Germania, dopo il terribile crollo dell’indice Zew, provocato anche dallo scandalo Volkswagen, e i dati niente affatto rassicuranti relativi all’inflazione. Alert anche nel Regno Unito.

Attività M&A, ovvero delle fusioni e acquisizioni, in fermento: AB InBev (Stella Artois, Budweiser, Corona) e SABMiller (produttrice di marchi come Grolsch e Peroni) avrebbero infatti raggiunto un accordo da 68 miliardi di sterline. Rally per il titolo SABMiller, che all’inizio delle contrattazioni di Londra, segnava un balzo +9% a 39,50 sterline, valore comunque inferiore alla nuova proposta di acquisto di 44 sterline che il suo board ha deciso di accettare.

Sul mercato dei titoli di stato, spread BTP-Bund a 10 anni -0,06% a 109,1333; tassi sui BTP decennali -0,47% all’1,66%, mentre tassi sui Bund -1,26% allo 0,57%. I Btp sono in lieve rialzo dopo un’asta buona di titoli del debito pubblico. Piazzati 7 miliardi di euro del nuovo triennale e delle riaperture del sette e del 15 anni.

Lo strategist di Unicredit Elia Lattuga parla a Reuters di un’emissione “buona”, sia dal punto di vista della domanda sia dei costi di finanziamento, con un rendimento sul nuovo tre anni “più basso rispetto a quello che scontava il grey market stamattina”.

Il nuovo ottobre 2018 è stato assegnato al tasso medio dello 0,25%, in linea com lo 0,24% dell’asta di metà settembre del ‘vecchio’ maggio 2018. Poco variato anche il tasso sul settembre 2022, all’1,37%, mentre il marzo 2032 è stato collocato al 2,14%, sotto al 2,63% dell’ultima asta risalente a luglio.

La strategist di Intesa Sanpaolo Chiara Manenti sottolinea come “gli investitori rimangano liquidi verso fine anno, con un buon interesse per la parte breve della curva”.

Mercati asiatici sotto pressione dopo i dati relativi alla bilancia commerciale della Cina. Shanghai in realtà ha chiuso in positivo, con +0,18%; vendite su Tokyo -1,11%, Hong Kong -0,75% e Sidney -0,57%. Seoul -0,13%. La Borsa di Tokyo è stata colpita da prese di profitto, che hanno interessato soprattutto i titoli petroliferi, dopo che, durante le contrattazioni overnight, le quotazioni di petrolio crude hanno ceduto oltre -5%.

Intanto, in un’intervista rilasciata alla Cnbc a seguito del meeting della Bank of Japan, il governatore Haruhiko Kuroda ha affermato che il tasso di inflazione del Giappone è in linea con le attese della banca centrale, segnalando così che è improbabile un nuovo round di quantitative easing, almeno nel breve termine.

Sul valutario, euro +0,13% a $1,1373. Dollaro/yen -0,27% a JPY 119,72.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio Wti +0,06% a $47,13 al barile; Brent +0,14% a $49,93 al barile. Contratto spot sull’oro scambiato sul Comex -0,64% a $1.156,42 l’oncia.

(DaC-Lna)