MILANO (WSI) -Chiusura in rosso per Piazza Affari con il FTSE MIB è arrivato a perdere nel corso della mattinata il 2,3% ma poi, sul finale di seduta, ha limato il calo allo 0,93%. Sul listino milanese si è fatto sentire il peso delle tensioni sul mercato dei Btp, che hanno riportato lo spread Italia-Germania a 10 anni, sebbene per poco, a ritoccare la soglia psicologica dei 300 punti base . Settimana di aste per l’Italia, si inizierà domani. L’AllShare cede lo 0,9%. Scambi a 2,1 miliardi di euro circa. L’indice FTSEurofirst cala dell’1,5%. Sugli altri listini europei, le perdite oscillano tra 1,5 e 2 punti percentuali con Zurigo maglia nera (-2,3%).
A scatenare le nuove vendite sono stati stamani i persistenti timori sia di un allegerimento dello stimolo monetario della Fed ma anche il forte ribasso della borsa cinese. Poi nel pomeriggio sono intervenuti alcuni acquisti per ricoperture sui principali titoli bancari che hanno permesso all’indice di borsa di limitare le perdite. “Le banche erano in ipervenduto e un rimbalzo ci sta anche se lo spread è salito. Il mercato è molto nervoso, soprattutto sul fronte dei titoli di stato”, dice un trader.
L’approssimarsi delle aste di fine mese, insieme all’aspettativa di un indebolimento dell’impulso monetario garantito dalla Fed ha pesato sull’obbligazionario italiano con
lo spread dei Btp su Bund tornato sopra i 300 punti base. “Il mercato prova a rialzare la testa e cerca di ricoprirsi sui titoli che hanno sofferto di più nelle ultime sedute, come i bancari, ma la situazione è ancora molto incerta”, aggiunge un’operatrice.
POP MILANO in netto ribasso del 7,5% dopo l’assemblea di sabato che ha dato il via libera all’aumento di capitale da 500 milioni e ha votato Giuseppe Coppini nuovo presidente del consiglio di sorveglianza. Il mercato ha letto l’esito del voto sulla presidenza del Cds come un segnale di continuità degli attuali assetti di governance dell’istituto e una dimostrazione del peso persistente delle sigle sindacali, allontanando le prospettive di una incisiva riforma della governance.
MEDIASET termina a – 5,3% aumentando leggermente le perdite nel finale sull’annuncio della sentenza di primo grado del Tribunale di Milano che ha condannato Silvio Berlusconi a sette anni di reclusione per concussione per costrizione e prostituzione minorile nell’ambito del cosiddetto processo Ruby.
Sul fronte dei rialzi FIAT rimbalza del 3,8% dopo i recenti ribassi. Il mercato guarda sempre agli sviluppi sul fronte acquisizioni della quota Veba in Chrysler che porterebbe
il gruppo italiano al 100% della controllata Usa.
Tra i bancari UNICREDIT balza del 2,2%, UBI del 2,1%, POP EMILIA +1,47% e INTESA SANPAOLO
+1,2%. MEDIOBANCA in lieve calo dello 0,5% dopo il ribasso di oltre il 9% di venerdì nella giornata della presentazione del nuovo piano industriale. Lo Stoxx europeo segna -1,5%. GENERALI +0,2% dopo le vendite di venerdì, dopo che Mediobanca ha comunicato l’intenzione di cedere il 3% del
capitale nell’arco di un triennio. Penalizzati dallo stacco cedola A2A (-3,68%), ENEL (-0,58%) e EXOR (-2,9%).
L’indice Ifo in crescita per il secondo mese viene praticamente ignorato, così come è passato dietro le quinte il dato relativo alla fiducia dei consumatori in Italia, migliorato da 86,4 di maggio a 95,7.
Azionario europeo sotto pressione, registra la fase ribassista più forte in 13 mesi e si avvia a concludere il mese di giugno in calo -7,4%: si tratta del primo ribasso mensile dallo scorso maggio del 2012.
L’indice Stoxx 600 ha perso -10,2% dallo scorso 22 marzo, quando il presidente della Fed Ben Bernanke iniziò a parlare della possibilità di ridurre la portata del quantitative easing.
COMMENTO IFO DI VINCENZO LONGO, MARKET STRATEGIST DI IG
L’indice Ifo, sulla fiducia delle imprese tedesche, a giugno ha evidenziato un rialzo a 105,9 punti dai 105,7 di maggio. Il dato è in linea con le attese. In realtà lo spaccato del dato ha mostrato una ripresa della componente prospettica, passata a 102,5 punti da 101,6, e un calo di quella corrente, scesa a 109,4 dai 110.
Anche le imprese tedesche, quindi, sembrano essere in linea con il mood degli investitori, evidenziato nell’indice Zew della scorsa settimana. Il deterioramento dello scenario corrente sembra essere influenzato dalla mancata azione da parte della Bce nel corso dell’ultimo meeting di politica monetaria.
L’allontanamento dell’ipotesi sull’utilizzo degli Abs a sostegno del credito delle Pmi potrebbe essere la causa dietro il pessimismo di imprese e investitori sul difficile momento che sta attraversando l’eurozona.
Per ora le aspettative di un recupero negli ultimi trimestri dell’anno sembrano tenere a galla la fiducia degli operatori, ma non è detto che un peggioramento dei mercati finanziari sui timori di rallentamento globale possano minacciare anche questi flebili segnali di ripresa nel Vecchio Continente.
Da segnalare che la fiducia dei consumatori in Italia a maggio è salita a 95,7 punti, ai massimi da oltre un anno. Nonostante la percezione del rischio Paese abbia subìto un consistente ridimensionamento negli ultimi mesi, il dato sembra essere inficiato più dalla diversa modalità di calcolo introdotta dall’Istat che da un reale miglioramento della fiducia delle famiglie.
Un tasso di disoccupazione ai massimi storici e il dibattito politico sull’aumento dell’Iva nei prossimi mesi lascerebbero infatti poco spazio all’ottimismo.
I mercati in ogni caso non sembrano essere stati particolarmente scossi dai dati. L’atteso rimbalzo atteso ormai da diverse sedute sembra essere sfumato dietro i timori di un sensibile rallentamento della Cina
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Cina osservata speciale, con l’indice azionario di riferimento CSI 300 Index entrato ufficialmente nel mercato orso, scontando l’impegno della banca centrale volto a tagliare i prestiti di natura speculativa e l’annuncio di Goldman Sachs, che ha tagliato le stime di crescita sul paese. Goldman ha rivisto al ribasso le previsioni per il secondo trimestre del 2013 al 7,5% rispetto a +7,8% precedente. Rivista al ribasso anche la stima per la crescita del Pil dell’intero anno al 7,4% e al 7,7% per il 2013 e 2014, contro rispettivamente 7,8% e +8,4%.
Il listino è crollato fino a -4,2%, a un valore in calo -20% rispetto al massimo di chiusura testato quest’anno a 2.775,84 lo scorso 6 febbraio. Lo Shanghai Composite Index ha perso oggi -5,19% a 1.965,50. “Il mercato sta temendo che il governo e la banca centrale cinese continuino sul serio con le riforme; in questo caso molte società più piccole, include le banche, potrebbero non sopravvivere- ha commentato in una intervista a Bloomberg Daphne Roth, responsabile della divisione di ricerca sull’azionario asiatico di ABN Amro con sede a Singapore – Quanto è positivo per l’economia in un’ottica di più lungo termine potrebbe non essere positivo per il mercato, in un arco di tempo di più breve termine.
L’indice che misura la performance dei titoli finanziari è crollato -6%, China Minsheng Banking -9,5%, ha segnato il tonfo più alto dal settembre del 2008. Nikkei della borsa di Tokyo -1,26%, Hong Kong -2,26%, indice australiano -1,47%m il coreano Kospi -1,31%.
BTP ITALIA – Il differenziale fra Btp decennali e Bund tedeschi +1,21% a 292,02, a fronte di tassi decennali +2,02% al 4,67%.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,212% a $1,3095; dollaro/yen -0,42% a JPY 97,48; euro/franco svizzero -0,24% a CHF 1,2232. Gli analisti di Mps Capital Services individuano nell’area 1,30 il principale supporto per il rapporto euro/dollaro.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -0,23% a $93,47 al barile, mentre l’oro -0,65% a $1.283,20 l’oncia.
APPROFONDIMENTO PIAZZA AFFARI DI ROBERTO MAGGI, UNICREDIT
Staccano oggi il dividendo A2A, Enel, Exor, Parmalat, Stm, Terna.
Occhi ancora puntati su Mediobanca(+2,1% in avvio), che si propone di cambiare pelle con il nuovo piano industriale 2014-2016 presentato venerdì, ma che sinora non è piaciuto al mercato (-9% nell’ultima seduta): non più banca di sistema e non più crocevia del ‘salotto buono’ italiano ma istituto focalizzato sul business e quindi su 3 aree specifiche: corporate & investment banking, retail e private banking.
Sul fronte interno resta caldo il tema dell’aumento dell’Iva previsto dal 1 luglio; la strada più probabile sembra quella di un rinvio per arrivare allacancellazione in autunno attraverso la legge di Stabilità. Letta ha sottolineato come la situazione dell’Italia resti complicata ed occorra agire con prudenza, e negato che all’orizzonte si profili il rischio di un default nei
prossimi 6 mesi, come paventato da uno studio di Mediobanca Securities.
Pop. Milano (EUR0,3613): in netto calo stamane in borsa. L’assemblea ha
approvato l’aumento di capitale da EUR500 mln e ha confermato Giuseppe Coppini alla presidenza del Consiglio di Sorveglianza, incarico che già il vicepresidente ricopriva ad interim dopo l’uscita di Annunziata.
Fiat Industrial (EUR8,39): la Sec ha dichiarato efficace il documento
informativo per gli azionisti Usa relativo a Fi Cbm Holdings, la società nella
quale saranno fuse Fiat Industrial e Cnh e che si chiamerà Cnh Industrial.
Finmeccanica (EUR3,882):l’AD Pansa ha dichiarato che il gruppo non ha
bisogno di vendere per fare cassa, i debiti sono sotto controllo, ma Breda, Sts
e Ansaldo Energia sono troppo piccole per stare da sole.
ANALISI TASSI, MERCATI, COMMODITIES DI MPS CAPITAL SERVICES
Tassi & Congiuntura: in area Euro il clima di tensione in Grecia ed il nervosismo successivo alle parole di Bernanke continuano a penalizzare il mercato obbligazionario. Il tasso decennale italiano in mattinata si è portato sopra il 4,7% ai massimi da fine marzo, mentre quello tedesco è salito ai massimi da aprile 2012. La sessione odierna si apre anche con il mancato accordo dell’Ecofin sul meccanismo di supervisione unico.
I ministri delle finanze Ue dopo 20 ore di trattative nella notte tra sabato e domenica hanno deciso di rivedersi mercoledì alla vigilia del consiglio Ue. Il punto di discordia riguarda il funzionamento del meccanismo di salvataggio per il quale alcuni paesi chiederebbero una maggiore flessibilità e discrezionalità lasciata ai singoli governi. Sul fronte opposto Germania, Olanda e Finlandia. Il capo della Bundesbank Weidmann in un’intervista al quotidiano Zeitung ha dichiarato che al momento non vede nessuna necessità di un aumento del tasso di riferimento, aggiungendo che il piano di acquisto di bond della Bce ha “notevoli restrizioni” e che i potenziali acquisti sono ancora “problematici”.
Intanto in Germania la Merkel, in piena campagna elettorale, si è dimostrata scettica sui negoziati relativi all’ingresso della Turchia nella Ue. In Grecia i segnali di tensione sono arrivati dai timori di una possibile crisi di governo dopo le dimissioni di 4 ministri rappresentanti di uno dei partiti dell’attuale coalizione di governo, posizionandosi ora su una linea di appoggio esterno al governo.
Sul fronte aste in settimana l’attenzione sarà sulle aste italiane di giovedì. La Germania ha infine annunciato l’intenzione di voler emettere un bond congiunto tra regioni e governo federale.
Dal lato macro in mattinata è stato pubblicato l’indice Ifo tedesco di giugno che ha registrato un lieve miglioramento della componente prospettica, mentre quella corrente è risultata in calo rispetto al dato precedente. Negli Usa tassi in forte rialzo soprattutto sul comparto a lungo termine e più in particolare sulla scadenza decennale, dove questa mattina è stato toccato il 2,60%, massimo da agosto 2011.
Le parole di Bernanke dello scorso 19 giugno in merito alla possibilità di un ridimensionamento del piano di acquisti continua a condizionare pesantemente i mercati obbligazionari con rialzi generalizzati dei tassi che stanno interessando anche il comparto bond emergente oltre ai municipal bonds.
In questo contesto le aspettative di inflazione misurate tramite i prezzi dei TIPS (titoli ad essa indicizzati) continuano a calare raggiungendo questa mattina l’1,95%. Su questo punto si è soffermato Bullard, membro votante del board risultato dissenziente nel corso dell’ultimo Fomc.
Bullard ha pubblicato un apposito comunicato sul sito della Fed di St. Louis di cui è presidente, rilasciando successivamente un’intervista telefonica. Nel comunicato Bullard ha dichiarato che occorre difendere l’obiettivo di inflazione anche quando essa è troppo bassa, enfatizzando come le dichiarazioni di Bernanke sono state inappropriate lin termini di timing. Nel corso dell’intervista ha poi aggiunto che a suo avviso che i fattori che stanno portando ad un calo dell’inflazione non sono transitori, al punto che la Fed potrebbe trovarsi costretta ad incrementare il piano di acquisti se l’inflazione continuerà il trend calante.
In settimana sono attesi discorsi di diversi membri Fed tra cui il più atteso è giovedì quello di Dudley, membro permanente votante. Il forte rialzo della componente decennale ha comportato un forte allargamento del differenziale anche con l’analogo comparto tedesco, portando lo spread a quota 84pb, massimo da metà 2010.
Valute: dollaro in apprezzamento pressoché diffuso verso le principali valute, spinto dal forte rialzo dei tassi domestici dopo le parole di Bernanke. Verso euro è stata raggiunta area 1,31. I dati sulle posizioni speculative allo scorso martedì (ossia prima della riunione della Fed) evidenziavano posizioni nette lunghe di euro verso dollaro ai massimi da febbraio. Il marcato apprezzamento del dollaro successivo al Fomc potrebbe pertanto essere stato amplificato dalle ricoperture di parte delle posizioni speculative. L’area 1,30 rappresenta per oggi il principale supporto.
La fase di relativa forza del dollaro sta consentendo allo yen di riprendere a deprezzarsi superando quota 98. Diverso il discorso verso euro vs il quale è stata nuovamente raggiunta quota 128 che rappresenta per oggi un primo supporto seguito da 126,50. Nel frattempo il dollaro australiano ha ripreso la fase di deprezzamento verso dollaro riposizionandosi sotto quota 92.
Sul fronte sterlina continua la fase di deprezzamento verso dollaro. Le posizioni speculative (anche in questo caso relative e venerdì ossia ante Fed) segnalavano un marcato ridimensionamento delle posizioni nette corte verso dollaro.
Commodity: seduta di venerdì mista per le principali materie prime con i maggior cali che hanno interessato il settore energetico mentre hanno recuperato terreno metalli industriali e preziosi, probabilmente per effetto di ricoperture dopo i forti cali dei giorni precedenti. In mattinata apertura di settimana negativa per tutte le principali materie prime con il prezzo del Brent che si è riavvicinato in prossimità dei 100 $/b, mentre l’oro continua a rimanere sui minimi da quasi 3 anni sotto i 1300 $/oncia. I dati della CFTC mostrano che la scorsa settimana gli speculatori hanno leggermente ridotto le posizioni complessive nette lunghe sulle principali 18 commodity, aumentando però ancora una volta quelle sul Wti che son salite sui livelli massimi da 20 mesi.
INFORMAZIONI DI STAMPA PER I TITOLI
ENI:- Ha raggiunto un accordo con Gazprom per ridurre al 7% circa il prezzo del gas che la società importa dalla Russia per il 2013, mentre si sono impegnate a completare le trattative su prezzi e volumi per il 2014 ed anni successivi.
FERRAGAMO – Secondo l’AD Michele Norsa, i dati del secondo trimestre sono in linea con quelli del primo e sono coerenti con le indicazioni sul 2013. La crescita, secondo Norsa, continuerà ad essere sostenuta grazie alla ripresa del Giappone favorita dall’indebolimento dello yen.
FINMECCANICA – L’amministratore delegato Pansa in un’intervista ha dichiarato che la società non ha bisogno di vendere per fare cassa. Secondo l’ad i debiti sono sotto controllo, ma Breda, Sts e Ansaldo Energia sono troppo piccole per stare da sole.
GENERALI – La società resta in attesa del nuovo azionista. Mediobanca primo azionista punta a portare la sua quota al 10% cedendo così il 3% ad un fondo sovrano con l’obiettivo di trovare un socio di lungo periodo.
MEDIOBANCA– L’istituto con il nuovo piano industriale 2014-2016 si propone di focalizzare la sua attività su tre pilastri: corporate & investment banking, retail e private banking.
BPM – L’assemblea ha approvato l’aumento di capitale da 500 Mln€.
VODAFONE – Stamattina è stato annunciato che il gruppo inglese della telefonia ha raggiunto l’accordo sull’acquisizione di Kabel Deutschland, la prima televisione via cavo della Germania. Vodafone lancerà un’Opa da 87 euro per azione, il controvalore dell’operazione è 7,7 Mld€.