MILANO (WSI) – Borsa Milano torna preda della volatilità, con l’indice Ftse Mib che segna un rialzo nei primi minuti di contrattazione, per poi azzerare i guadagni e accelerare al ribasso. Nella seconda metà di seduta, il listino ha ridotto le perdite, segnando un calo dello 0,24% a 21.941,92 punti.
Pesa sui mercati il report del Financial Times secondo cui il governo cinese sarebbe prossimo ad abbandonare gli acquisti sull’azionario, nell’intento di mettere fine alle critiche secondo cui starebbe “destabilizzando il mercato”. Shanghai deprime nuovamente il sentiment, scendendo nei minimi intraday fino a -3,7%. Si sconta anche la rivalutazione dello yuan nei confronti del dollaro.
Ma non è solo la Cina a preoccupare. A zavorrare il sentiment sono anche le dichiarazioni arrivate da Jackson Hole, nello stato dello Wyoming, dove, in occasione del simposio organizzato dalla Federal Reserve, hanno parlato diversi banchieri centrali di tutto il mondo.
Il vice presidente della Fed Stanley Fischer ha affermato che ci sono buone ragioni per credere in un rafforzamento dell’inflazione, precisando comunque di non voler segnalare un imminente rialzo dei tassi. Tuttavia, le sue parole sull’inflazione fanno pensare che il Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, non abbia escluso nulla per la riunione del 16-17 settembre. Fisher ha anche ricordato che le condizioni negative di mercato possono cambiare in fretta.
L’eventuale adozione di una manovra di politica monetaria restrittiva verrebbe accolta in modo negativo da almeno due istituzioni: la People’s Bank of China e il Fondo Monetario Internazionale.
Ma a Jackson Hole diversi banchieri hanno mostrato quasi uno spirito di accettazione verso un rialzo dei tassi Usa. “E’ un evento ormai anticipato da molto tempo – ha commentato Raghuram Rajan nel corso di una conferenza, seduto accanto al vice della Fed Fischer – Prima o poi dovrà accadere – tutti lo sanno. Ma scegliete il momento propizio”.
Tali commenti sono stati sostenuti dai banchieri centrali di Giappone, Corea del Sud e Indonesia. Il vice governatore senior della banca centrale dell’Indonesia, Mirza Adityaswara, aveva già riferito a Reuters parlando da Jakarta: “Più certezza esiste, meglio è”.
In più Mark Carney, governatore della Bank of England, ha ribadito che l’inizio del 2016 rimane il momento propizio per un aumento dei tassi nel Regno Unito, e ha precisato che i rischi al ribasso globali devono essere confrontati con la forza dell’economia interna. Carney ha minimizzato l’impatto dei recenti eventi, che hanno provocato un sell off sui mercati azionari globali di $8.000 miliardi.
A Piazza Affari sul Ftse Mib il miglioramento dell’andamento nel pomeriggio è andato di pari passo con la riduzione delle perdite del settore bancario. Alcune popolari non hanno però evitato di subire ribassi pesanti, come Ubi Banca e Pop Emilia. Telecom ha chiuso a -1,91%.
Tra i titoli di altri settori Eni fa un balzo del +1% circa dopo la notizia secondo cui il colosso del cane a sei zampe ha scoperto un maxi giacimento di gas al largo dell’Egitto, con un potenziale di 850 miliardi di metri cubi, che interessa un’area di proprietà dell’Eni per il 100%. La controllata Saipem ha guadagnato lo 0,84%.
Dal fronte economico reso noto l’indice nazionale dei prezzi al consumo in Italia che, stando alle stime preliminari dell’Istat, salito ad agosto +0,2% sia su base mensile che annua. L’inflazione “è stabile per la maggior parte delle tipologie di prodotto e i pochi movimenti che si registrano tendono a compensarsi”. Sono scesi in ogni modo i prezzi degli Energetici non regolamentati (-10,4%, da -8,7% di luglio). In flessione i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti(-0,1%, da +0,7% del mese precedente) e la ripresa di quelli dei Servizi relativi alle comunicazioni (+1,4%, da -0,3% di luglio). Stessa performance per l’inflazione media in Eurozona che, stando ai dati di Eurostat, ad agosto è cresciuta a un tasso medio dello 0,2%, come a luglio.
Pubblicato in Italia anche l’indice delle vendite al dettaglio che in Italia ha segnato a giugno un calo -0,3% su base mensile, salendo +1,7% su base annua, rispetto al dato comunicato in Germania che a luglio, su base annua, è cresciuto a un tasso quasi doppio, +3,3%.
In ambito valutario, l’euro +0,13% a $1,1202. Dollaro/yen -0,39% a JOY 121,24. Euro/yen -0,21% a JPY 135,84. Euro/sterlina +0,3% a GBP 0,7290. Euro/franco svizzero +0,72% a CHF 1,0842.
Tra le materie prime, focus sui prezzi del petrolio, reduci dal guadagno su base settimanale maggiore in più di quattro anni, con +9,9%, complice il rally +10% della sessione di giovedì. I futures sul petrolio americano tornano a puntare verso il basso oggi, con un calo del -0,91% a $44,81 al barile; Brent -1,76% a $49,17. Oro -0,18% a $1.131,60, argento -0,15% a $14,58.
In quella che è stata l’ultima sessione di agosto, l’indice di riferimento dell’azionario asiatico MSCI Asia Pacific Index ha perso nuovamente terreno, portando le perdite di agosto a -8,3%. Si tratta della flessione, su base mensile, peggiore dal maggio del 2012. Nella seduta odierna, Shanghai ha alla fine ridotto le perdite a -0,82%; Tokyo -1,28%, Hong Kong +0,27%, Sidney -1,08%. (Lna)