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Borsa Milano rimbalza dopo scrollone. Euro ai minimi di 25 mesi

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MILANO (WSI) – All’indomani del giovedì nero che si è tradotto in una perdita di quasi -4%, il Ftse Mib ha riportato una buona performance, riagguantando prima la soglia psicologica dei 20.000 e superando nel finale di un soffio anche quota 20.200, a 20.201 (in crescita +1,54%).

In deciso recupero tutti i settori, ieri alle prese con una pioggia di vendite. Tra i bancari Mps +2,50%, Bper +3,45%, BPM +2,42%, Banco Popolare +1,63%, Intesa SanPaolo +2,91%, Unicredit +2,42%, Ubi Banca +3,43%. Acquisti in particolare anche su Enel +2%, Finmeccanica +2,74%, Mediaset +2,87%, Prysmian +2,16%. Performance negativa sebbene in misura lieve per Eni -0,11% e GTech -0,16%. Peggio Ferragamo -1,04% e tonfo di World Duty Free, che è stata sospesa anche per eccesso di ribasso e che nel finale ha ceduto oltre -10%, all’indomani del Cda sulla governance, che ha accettato le dimissioni dell’Ad José Marìa Palencia, predisponendo una struttura manageriale ad interim per la transizione.

Ad alimentare gli acquisti sull’azionario, le buone notizie arrivate dal fronte economico Usa. Pubblicato il rapporto occupazionale del mese di settembre, che ha messo in evidenza la creazione di 248.000 nuovi posti di lavoro, a fronte di un tasso di disoccupazione sceso al minimo dal 2008, sotto la soglia del 6%.

Focus sul commento di Albert Edwards, Global Strategist di Societe Generale, secondo cui praticamente il 100% degli investitori pensa che si è all’inizio di una lunga ripresa dei mercati. “Stiamo già assistendo a una lunga ripresa, figuriamoci se siamo all’inizio”, ha detto.

Il quadro dell’indice Ftse Mib rimane però caratterizzato da diverse incognite. In particolare, va monitorato un livello di doppio minimo che potrebbe mettere ulteriormente sotto pressione l’indice azionario italiano.

In forte rialzo il dollaro. Il balzo si è tradotto nel brusco calo dell’euro. La moneta unica ha perso -1,22%, sfondando la soglia psicologica a quota $1,26 e attestandosi a $1,2514.

Vincenzo Longo, market strategist di IG Italia ha così commentato i movimenti sul mercato valutario: “La risalita del dollaro è stata favorita dal rialzo dei rendimenti sui Treasury, il cui appeal crescente mette in difficoltà le valute emergenti. I dati positivi hanno alimentato nuovi rialzi del biglietto verde verso questo comparto. Sono finite sotto pressione soprattutto:

1. il real brasiliano, ai minimi da dicembre 2008 vs dollaro, in vista del primo round elettorale di domenica prossima;

2. il rublo, ai nuovi minimi storici dopo il dato, complice anche la discesa dei prezzi del petrolio e le tensioni in Ucraina;

3. la lira turca, ai minimi da gennaio, a causa degli scontri con l’ISIS lungo i confini del Paese;

4. il rand sudafricano, arrivato a un soffio dai minimi assoluti del 2014.

Altri rapporti di cambio: dollaro/yen +1,18% a JPY 109,69; euro/franco svizzero +0,12% a CHF 1,21; euro/yen -0,03% a JPY 137,28. Da menzionare che la sterlina è tornata sui livelli del 2013 rispetto al dollaro dopo che le parole pronunciate dal vice della Bank of England, Ben Broadbent, hanno ridotto le possibilità di una stretta monetaria immediata.[ARTICLEIMAGE]

Sul mercato dei titoli di Stato, spread BTP-Bund a 10 anni in flessione nel finale con -1,90% a 142,74 punti base, a fronte di rendimenti decennali italiani in ribasso al 2,31%.

Sul versante macro, Francia e Italia hanno registrato una contrazione dei servizi. In tutta l’area euro l’indice Pmi del terziario ha visto un calo a 52 da 52,5 di agosto. Sempre nel blocco a 18 le vendite al dettaglio hanno registrato ad agosto un aumento dell’1,2% rispetto al mese precedente. A livello tendenziale si registra una crescita dell’1,9 per cento.

All’indomani della presentazione dei dettagli del piano di acquisti di ABS e covered bond da parte della Bce, un commento è arrivato dall’AIAF, associazione degli analisti e consulenti finanziari italiana: “Una chiara indicazione di acquisto mensile, come accaduto nel caso della Fed, avrebbe, infatti, probabilmente costituito una misura concreta dello stimolo quantitativo che l’autorità monetaria europea intende dare, soprattutto se al momento appaiono esclusi acquisti di titoli di Stato”.

I mercati sono rimasti delusi per l’ennesima mancata adozione, da parte della Bce, del QE in stile Fed.

In Asia l’indice MSCI della regione del Pacifico ha perso -0,1% ed è in ribasso del 2,6% da inizio settimana. Dai massimi di sei anni di luglio il paniere ha perso il 7,4%.

Riguardo alle materie prime, la pubblicazione del rapporto sull’occupazione Usa ha messo sotto pressione le commodities, con i futures sul petrolio, -1,59% a $89,56, e le quotazioni dell’oro, che hanno segnato il minimo del 2014, bucando la soglia dei $1.200 l’oncia. La perdita è stata -1,60% a 1.195,70.