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Borsa Milano +4%. Euforica mentre Fmi avverte su rischio crisi finanziaria

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MILANO (WSI) – La Borsa di Milano, che era stata l’unica in Europa a registrare una prova negativa ieri,  oggi ha segnato un forte balzo, ignorando anche l’alert -l’ennesimo – arrivato dal Fondo Monetario Internazionale.

L’alert ha riguardato tra l’altro nello specifico l’Italia e il rischio che la crisi delle banche finisca per avere un effetto a catena. In generale, l’Fmi ha avvertito sulla possibilità di una nuova crisi finanziaria.

“Nell’Eurozona, le pressioni sui mercati mettono inoltre in evidenza problemi di lunga data, indicando che una soluzione più completa dei problemi delle banche non può essere ulteriormente rimandata”. Fondamentale, si legge nel Global Financial Stability Report pubblicato oggi, che si arrivi a una strategia che affronti una volta per tutte il problema dei crediti deteriorati, che ammontano a 900 miliardi di euro, gravando sui bilanci delle banche della zona euro.

“I sistemi bancari che sono stati più particolarmente colpiti nell’Eurozona, a febbraio, sono stati quelli di Grecia, Italia e, in misura minore, Portogallo, accanto ad alcune grandi banche tedesche (…) Il problema riflette alcuni o tutti i fattori seguenti: problemi strutturali di capacità delle banche in eccesso, elevati livelli di non-performing loans e modelli di business che non si sono saputi adattare” ai cambiamenti del contesto.

Notizie no dal settore bancario anche da Wall Street, con la pubblicazione di un’analisi da parte delle autorità federali che ha messo in evidenza che cinque tra le principali otto banche americane non hanno piani credibili per affrontare una crisi. Si tratta di Bank of America, Bank of New York Mellon, JP Morgan, State Street e Wells Fargo.

Ma la carrellata di notizie negative – negli Usa rese note le vendite al dettaglio, scese a sorpresa -0,3% nel mese di marzo – non ha messo il freno a Piazza Affari, che ha visto l’indice Ftse Mib segnare un rialzo superiore a +4%, riconquistando la soglia dei 18.000 punti e superando anche quota 18.100. Esattamente, il Ftse Mib ha chiuso in rialzo +4,13%, a 18.165,59 punti. L’indice ha registrato un trend migliore rispetto a quello del resto dell’azionario europeo, con Francoforte che ha guadagnato comunque un solido +2,3% e Parigi vicina a salire +3%.

I dubbi sull’efficacia del fondo Atlante di sostegno al settore bancario rimangono ma  ciò non ha impedito al settore di brindare alla creazione di questo strumento che gestirà sia le sofferenze che gli aumenti di capitale degli istituti. E così sono stati ancora una volta i titoli bancari a trainare al rialzo Piazza Affari, con Mps  +11%, e le popolari in guadagno anche oltre a +10% come nel caso di Bper.

In generale sull’azionario, se da un lato si ferma il rally del petrolio, che ieri aveva corso molto sulle speranze di un accordo al vertice di Doha del 17 aprile sul congelamento dei livelli di produzione che contribuirebbe a ridurre le scorte in eccesso e arginare la caduta dei prezzi, dall’altro aiutano i dati positivi pubblicati in Asia, dove la Cina ha registrato un bel balzo delle esportazioni a marzo.

La variazione positiva del +11,5% è il primo miglioramento su base annua degli ultimi nove mesi, un bel segnale di ripresa dell’economia seconda al mondo. A sostenere l’azionario europeo, anche il forte calo dell’euro, che ha ritracciato -1% circa nei confronti del dollaro, scendendo sotto la soglia di $1,13, a $1,1274. Il dollaro ha riportato invece un balzo +0,77%, a JPY 109,38. Sterlina in calo -0,50% sul dollaro a $1,4204.

Tra le materie prime i future sul greggio Wti americano sono arrivati a cedere anche il 2% dopo la corsa della vigilia, sulla scia del nuovo alert lanciato dall’Opec che ha tagliato le stime sulla domanda di petrolio del 2016, ‘minacciando’ anche altri downgrade. Alla fine delle contrattazioni a Piazza Affari, sia i prezzi del contratto WTI che quelli del Brent hanno risalito la china, riconquistando rispettivamente quota $42 e $44. Oro oggi sotto pressione, attorno a $1.245.

A Wall Street l’attenzione è sui conti di JP Morgan, che si sono confermati al di sopra delle attese.

Sul fronte macro, la produzione industriale in area euro è scesa più del previsto su base mensile, ma è migliorata dello 0,8% rispetto a febbraio 2015.

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