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Borsa Milano sotto pressione, nel finale riscende sotto 22.000

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MILANO (WSI) – Borsa Milano chiude la prima sessione della settimana in calo, con l’indice Ftse MIB che nel finale torna a scendere sotto quota 22.000, importante soglia psicologica e anche livello chiave di resistenza. Il listino azionario cede -0,84% a 21.988 punti.

In ambito valutario, l’euro in rialzo sul dollaro, +0,28% a $1,3742; dollaro/yen -0,14% a JPY 103,14; euro/franco svizzero -0,15% a CHF 1,2204. Euro/yen +0,16% a JPY 141,72.

Tra i titoli, fari su Pop Emilia, in flessione -2% circa. Secondo le ultime indiscrezioni, la banca potrebbe lanciare un aumento di capitale da 500-800 milioni di euro. In generale, tra i bancari, Mps -2,26%, BPM +1,27%, Banco Popolare +0,53%, Intesa SanPaolo -0,77%, Unicredit -1,47%, Ubi Banca -1,33%. In altri settori, Fiat +1,15%, Finmeccanica -1,44%, Pirelli -2,12%, Mediaset +0,83%, Yoxx -3,36%, Telecom Italia +1,82%.

Ritorna a salire lo spread tra Btp e bund tedesco dopo che l’esponente della Bce Ewald Nowotny ha detto che non è necessario un intervento immediato di Francoforte per contrastare la bassa inflazione. Lo spread fa +1,73% a quota 164,42 punti base, a fronte di un rendimento decennale +0,43% al 3,19%.

Seduta prevalentemente negativa per le Borse asiatiche, che rispecchia grosso modo quanto visto a Wall Street venerdì. Si interrompe così una serie positiva che si protraeva da 8 giorni, la più lunga dell’anno.

La Borsa di Tokyo ha perso l’1,69% appesantita da yen e gruppi tech. L’indice MSCI della regione Asia Pacifico ha ceduto lo 0,5% a 138,63 punti a Hong Kong, con sette dei 10 comparti in rosso. Shanghai è rimasta chiusa.

A livello settoriale sotto pressione le aziende della sfera tecnologica e quelle industriali e in particolare quelle attive nelle telecomunicazioni.

I titoli tech sono vittime di una serie di prese di profitto, dopo che negli ultimi 12 mesi in Usa hanno trainato al rialzo le Borse. Il Nasdaq ha subito il calo più marcato in due mesi il 4 aprile scorso.

In ambito macro, diffusi i dati Istat su pressione fiscale, saldo primario e potere di acquisto delle famiglie.

La ripresa nell’area dell’euro segnerà il valore più elevato nel primo trimestre del 2014, con un tasso di incremento del Pil di 0,4% in termini congiunturali, per poi decelerare marginalmente nei due trimestri successivi. Sono le stime dell’Economic Outlook, che è stato messo a punto da Istat, Ifo e Insee. Intanto la Banca Mondiale ha ridotto le prospettive di crescita della Thailandia.

Riguardo alle materie prime, i futures sul petrolio -0,26% a $100,88 al barile, oro -0,27% a $1.300 l’oncia. A incidere sul calo dei prezzi del petrolio, è l’allentarsi della tensione sui porti petroliferi libici.