MILANO (WSI) – La Borsa di Milano è salita sui massimi della seduta sul finale, confermandosi il listino migliore in Europa grazie al sostegno dei titoli bancari e di Telecom Italia. Il listino Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,93% sopra la soglia dei 16.838,19 punti.
La situazione politica italiana è in secondo piano, in un mercato per ora convinto che non ci saranno rispercussioni sulla stabilità del governo dopo la condanna definitiva del leader del Pdl, Silvio Berlusconi. Spread tra Btp e Bund sotto quota 260 punti.
Mercati europei riducono le perdite sul finale con Parigi che chiude piatta; sotto pressione Francoforte (-0,58%) e sopratutto Londra che ha perso l’1,3% dopo il discorso del governatore della Bank of England. In generale indice di riferimento europeo Stoxx Europe 600 Index in crescita +9,5% dal minimo testato lo scorso 24 giugno.
L’azionario globale ha messo in generale il freno all’indomani delle parole rilasciate da Charles Evans, numero uno della Fed di Chicago, che hanno confermato i timori sull’intenzione di Ben Bernanke e colleghi di iniziare a staccare la spina al programma di quantitative easing, noto anche come QE, già a partire da settembre-ottobre.
Evans, non certo uno dei falchi della Fed, anzi, considerato una colomba, ha fatto eco al collega Dennis Lockhart della Fed di Atlanta, affermando che la Banca centrale americana potrebbe presto ridurre il suo programma di acquisto di bond, attualmente al ritmo di 85 miliardi di dollari al mese. A tal proposito, attesa in serata per il discorso di Bernanke.
Arrivato il tanto atteso discorso di Mark Carney, governatore della Bank of England, che annuncia un grande cambiamento alla politica monetaria del Regno Unito e che porta Londra a scivolare -1,19%. Male anche Francoforte -0,68%, Parigi -0,37% e Madrid -0,50%.
Nella prima conferenza stampa dal giorno del suo insediamento, Carney rende note le stime di crescita sul pil, che viene rivisto al rialzo a +1,5% nel 2013 e a +3,7% nel 2014, e sottolinea che la Commissione di politica monetaria “non alzerà i tassi di interesse al di sopra della soglia dello 0,5% fino a quando il tasso di disoccupazione non scenderà al di sotto del tetto del 7%”.
Di fatto, “fino a quando tale condizione non sarà soddisfatta, la Commissione non avrà alcuna intenzione di ridurre gli acquisti dei bond al di sotto del valore di £375 miliardi”.
Per la prima volta nella sua storia, la Bank of England subordina però l’outlook dei tassi di interesse alla disoccupazione, così come anche all’inflazione. Ed è questo che preoccupa gli investitori, visto che, anche se il piano della BOE indica che la Commissione di politica monetaria continuerà a tollerare un tasso di inflazione al di sopra del 2% per consentire la ripresa dell’economia (l’indice dei prezzi al consumo è salito +2,9% a giugno), l’istituto ha affermato che la stabilità dei prezzi rimane un importante obiettivo.
L’annuncio avvicina la politica monetaria del Regno Unito a quella della Fed; la Banca centrale americana ha infatti iniziato a fissare soglie precise a dicembre, quando ha comunicato che i tassi di interesse rimaranno al minimo “almeno fino a quando” il tasso di interesse si confermerà sopra al 6,5% e il tasso di inflazione, guardando a un periodo di uno o due anni da ora, non sarà superiore al 2,5%.
In una intervista a Bloomberg, Francois Savary, responsabile investimenti presso Reyl & Cie, a Ginevra, afferma che “la politica monetaria è stata un fattore di stabilità per un lungo periodo di tempo, ma ora il problema del tapering (della Fed) indica che ci sarà un fattore di volatilità nei prossimi mesi. Si affaccia il rischio che le banche centrali prendano scelte sbagliate. Siamo nel mezzo di un ciclo economico e finanziario e la politica monetaria rappresenta più di un problema, in un contesto di rischio di riduzione di liquidità sui mercati”.
Tra le storie societarie, Natixis segna la perdita maggiore in cinque mesi dopo che la banca ha comunicato di aver sofferto nel secondo trimestre un calo degli utili del 29%; le quotazioni della società finanziaria ING al massimo in due anni dopo la crescita dei profitti. Di fatto, l’istituto salvato dal governo con un bailout di 10 miliardi di euro nel 2008, sale +3% circa a 8,08 euro, dopo aver reso noto che gli utili lordi della divisione bancaria sono saliti +14% a 1,15 miliardi.
Azionario asiatico in calo, con le perdite che sono state le più sostenute in una settimana; in primo piano la flessione della borsa di Tokyo, che ha scontato il rafforzamento dello yen sulla scia delle aspettative secondo cui la Bank of Japan non aggiungerà altre misure di stimolo in occasione della riunione della prossima settimana.
L’indice di riferimento asiatico MSCI Asia Pacific Index è sceso -1,6%, con l’indice allargato giapponese Topix calato fino a -2,5%, indice Nikkei fino a -4%, colpito da pesanti sell off. Da segnalare che il benchmark asiatico ha guadagnato +7,2% rispetto al minimo dell’anno lo scorso 25 giugno.
Lo yen si è rafforzato dello 0,5% per toccare il massimo in sei settimane rispetto al dollaro, mentre lo yuan cinese è salito al livello più alto in 19 anni. In generale, tra gli altri listini asiatici, Hong Kong -1,10%, indice australiano ASX 200 -1,85%, Shanghai Composite Index -0,76%, indice coreano Kospi -1,48%.
Caos istituzionale in Italia dopo la condanna definitiva di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset. Antonio Esposito, presidente della Cassazione rilascia un’intervista al quotidiano Il Mattino, che titola “Berlusconi sapeva”. Esposito poi nega affermando che l’intervista è stata manipolata.
FTSE MIB – In rialzo i bancari (Unicredit +2,87%); ritracciano invece Campari e Mediaset dopo il rally dell’ultimo periodo; in vetta al listino principale Telecom Italia.
BTP ITALIA – Lo spread tra Btp e Bund a dieci anni +0,49% fa dietrofront rispetto alle prime ore della mattinata a quota 260,48, a fronte di un rendimento decennale -0,03% al 4,25%.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, euro torna sopra quota $1,33, a $1,3301, ma praticamente piatto con -0,03%; dollaro/yen -0,65% a JPY 97,10; euro/franco svizzero +0,02% a CHF 1,2318; euro/yen -0,68% a JPY 129,17.
Sui mercati delle commodities, i futures sul petrolio +0,09% a $105,40 al barile, oro -0,48% a $1.277,10.
ANALISI MERCATI DI MPS CAPITAL SERVICES
Tassi & Congiuntura: in area Euro i dati macro migliori delle attese sul Pil italiano e sugli ordini industriali tedeschi hanno contribuito a ridurre gli spread dei paesi periferici, con quello italiano sceso in prossimità dei 250 pb. La lettura preliminare del Pil italiano del secondo trimestre ha registrato una riduzione del ritmo di contrazione portandosi al -2% a/a da -2,4%. Su base trimestrale ha registrato l’ottava contrazione consecutiva.
Gli ordinativi tedeschi di giugno hanno evidenziato un forte recupero di quelli provenienti dai paesi dell’area Euro, soprattutto nel comparto dei beni capitali. I dati alimentano le attese di una timida ripresa dell’economia dell’area nell’ultima parte dell’anno. I migliori dati macroeconomici hanno pesato sui titoli core.
Il tasso decennale tedesco è infatti salito all’1,7%, massimo da un mese. Il commissario agli Affari Economici e monetari Rehn ha dichiarato che i recenti dati macroeconomici migliorano sicuramente le aspettative per i prossimi mesi, ma è ancora presto per “dichiarare vittoria” in quanto in alcuni paesi il tasso di disoccupazione rimane ancora alto e le riforme a sostegno della crescita devono ancora essere completamente implementate.
Negli Usa tassi a lungo termine in calo dopo l’esito della prima asta della settimana, quella di 32Mld$ sul comparto triennale. Ha ben impressionato non tanto il rapporto domanda/offerta quanto piuttosto il fatto che i titoli siano stati collocati a tassi leggermente inferiori a quelli sul secondario, con una buona partecipazione anche delle banche centrali estere.
Son passate in secondo piano le positive indicazioni sul fronte macro: il deficit commerciale di giugno è arrivato ai minimi dall’ottobre del 2009, trainato interamente dal recupero delle esportazioni e lasciando aperta la possibilità di una revisione al rialzo del Pil del secondo trimestre.
Inoltre anche le dichiarazioni del membro votante Evans non hanno prodotto un rialzo dei tassi. L’esponente Fed, tra i maggiori sostenitori delle manovre espansive, si è dichiarato a favore dell’inizio di una riduzione del piano di acquisti da settembre, aggiungendo che invece il tasso di riferimento potrebbe essere mantenuto fermo fino a quando il tasso di disoccupazione non raggiungerà il 6%. Dichiarazioni simili sono arrivate anche da Lockhart (“la Fed potrebbe iniziare a ridurre gli acquisti in uno dei tre incontri rimanenti del 2013″), membro Fed non votante. Oggi è attesa l’emissione di 24Mld$ di Treasury decennali.
Valute: l’euro staziona ancora in area 1,33, provando a superare questa resistenza che si rivela ancora piuttosto ostica. I buoni dati macro arrivati da Italia e Germania hanno supportato la valuta unica, più che bilanciando il potenziale impatto in apprezzamento sul dollaro derivante dalla forte contrazione del deficit commerciale. L’area 1,32 rappresenta per oggi il principale supporto.
Yen in apprezzamento stanotte verso tutte le principali 16 valute mondiali parallelamente al forte calo del listino giapponese che ha perso stanotte il 4%. Verso dollaro il cross ha toccato i massimi da 6 settimane in prossimità di area 97, mentre verso euro il cambio sembra indirizzato verso il supporto collocato a 128.
Domani è attesa la decisione della BoJ sulla politica monetaria con il consenso praticamente unanime del mercato che non si aspetta ulteriori manovre espansive nell’immediato alla luce del recente miglioramento dell’economia.
Nuovo record da 19 anni per lo yuan cinese verso dollaro Usa sulla speculazione che il governo consentirà una maggiore apertura ai capitali stranieri.
INFORMAZIONI DI STAMPA SU TITOLI
CAMPARI – La società archivia il primo semestre con ricavi pari a 698,6Mln€, in aumento del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al contrario, l’utile netto è di 57,6Mln€, in calo del 26,1% rispetto ai primi sei mesi del 2012. Il margine lordo è di373,4Mln€ (+ 2,8%) e pari al 53,4% delle vendite.
SAIPEM – La Consob apre un procedimento di contestazione del bilancio 2012 della società. Secondo l’autorità, a causa della contabilizzazione di tre commesse che presentano margini negativi per 130Mln€, il bilancio non è conforme ai principi contabili internazionali. Inoltre, viene anche contestata la tempistica di diffusione del primo profit warning del 29 gennaio. La società ha già annunciato “controdeduzioni” in quanto non sussisterebbero i presupposti per rilevare la nuova perdita.
TELECOM ITALIA – Il presidente, Franco Bernabè, ha ribadito che la società non ha bisogno né di un aumento di capitale né di vendere le attività brasiliane per centrare l’obiettivo di riduzione del debito (al 30 giugno 2013 l’indebitamento finanziario netto rettificato è di 28,8Mld€).
UNICREDIT – La banca chiude il secondo trimestre con un utile netto sopra le attese a 361Mln€, più che raddoppiato rispetto ai 169Mln€ dello stesso periodo del 2012. Nel primo semestre l’utile netto è calato del 25,2% a 810Mln€ rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente. Superando le attese, il risultato netto di gestione è rimasto stabile a 1,1Mld€ nel secondo trimestre nonostante l’incremento degli accantonamenti sui crediti (+35% rispetto al primo trimestre). La società, che a fine 2011 aveva aderito ad un’operazione di rifinanziamento di lungo termine (LTRO) contraendo un prestito di 26,1Mld€ con scadenza 2015, a luglio 2013 ha iniziato a rimborsare anticipatamente, per un ammontare di 2Mld€, una parte dei fondi LTRO.
SWISSCOM – La più grande compagnia telefonica svizzera chiude il secondo trimestre con utile netto e ricavi sopra le stime, rispettivamente a 427MlnF (+6,8%) e 2,9MldF circa (+1,5%). Il nuovo A.D. della società sarà nominato entro la fine dell’anno.
ADM – La multinazionale statunitense chiude il secondo trimestre con un utile netto di 223Mln$, in calo dai 284Mln$ dello stesso periodo del 2012. Stesso andamento per i ricavi,diminuiti a 22,5Mld$ dai 22,7Mld$ del secondo trimestre di un anno fa.
WALT DISNEY – La maggiore compagnia al mondo dell’entertainment, chiude il secondo trimestre con un utile netto di 1,8Mld$ circa, leggermente in crescita rispetto all’analogo periodo del 2012. I ricavi, attestati a 11,6Mld$, sono in crescita del 4% e leggermente sotto le stime Bloomberg.