MILANO (WSI) – Nonostante l’alta volatilità negli altri mercati e in particolare del petrolio, l’azionario italiano e più in generale in Europa allunga la striscia positiva iniziata ieri, dopo una prima settimana dell’anno decisamente da dimenticare. In Italia da segnalare anche l’abbassamento dello Spread tra Btp e Bund dopo che il Tesoro ha fatto il pieno nell’ultima asta, collocando titoli a tre anni con un rendimento che si è avvicinato allo zero.
Piazza Affari riduce tuttavia gran parte dei guadagni, sulla scia del nuovo dietrofront dei prezzi del petrolio, successivo alla pubblicazione dei dati del dipartimento di Energia Usa che, contrariamente a quelli dell’API, hanno indicato un aumento, seppur lieve, delle scorte. Anche l’indice di riferimento dell’azionario europeo, lo Stoxx Europe 600 Index ha ritracciato dopo essere salito fino a +1,9%.
Il Ftse Mib è salito +0,85% a 20.139,87. In primo piano i titoli bancari, dopo la dichiarazione del Commissario Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager che non ha escluso a priori la possibilità di salvare banche in crisi con fondi pubblici.
Corposi rialzi soprattutto tra le popolari, con BPM +5,60%, Bper oltre +3%, BP +4,21%; Mps +1,89% ancora sotto la soglia di 1 euro dopo aver testato nelle ultime sedute nuovi minimi storici. Tra le big Intesa SanPaolo +1,85%, Mediobanca +1,1%, Unicredit +0,22%; giù Azimut -2,21%, Anima Holding -3,50%, Ferrari -1,14% e FCA -1,33%, Saipem -1,13%, Stm -1,31%, Moncler e Tod’S oltre -2%.
Ieri il petrolio scambiato sul Wti americano ha bucato per la prima volta da 12 anni la soglia dei 30 dollari al barile, sotto la quale molte società di gas di scisto ed energetiche rischiano il fallimento. Anche le nazioni esportatrici e produttrici di greggio rischiano di uscirne con le ossa rotte.
Buone notizie sono arrivate dal fronte macroeconomico: i dati migliori del previsto sulle attività commerciali cinesi hanno placato i timori circa lo stato di salute della seconda economia al mondo. Il calo è stato inferiore alle stime. Le esportazioni della nazione prima al mondo negli affari commerciali sono scese dell’1,4% rispetto a un anno fa. Le attese erano per una contrazione di addirittura l’8% dopo la flessione del 6,8% di novembre.
In Asia la Borsa di Tokyo ha chiuso in progresso di 2,9 punti percentuali. Sul valutario euro ingessato a 1,0857 dollari. Tra le materie prime, i future sull’oro hanno recuperato terreno oltre $1.090 l’oncia.
Occhio al grafico che mette in evidenza gli indici migliori e peggiori dall’inizio del 2016.
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