MILANO (WSI) – Dopo la decisione prevalentemente attesa della Bce di lasciare i tassi invariati, la Borsa di Milano chiude la giornata di contrattazioni in rialzo, con il Ftse Mib in progresso dello 0,39% a quota 20.838. Va detto, tuttavia, che il listino non è riuscito a superare una resistenza chiave che gli avrebbe permesso di agguantare quota 21.000 e da lì ha ridotto i guadagni.
Sugli altri mercati balzo in avanti dell’euro, di nuovo sopra 1,38 dollari, dopo la totale assenza di provvedimenti espansivi da parte della Bce. Nel pomeriggio la valuta unica si attesta a 1,3815 dollari, sui massimi da inizio anno. Lo Spread tra btp e Bund si riavvicina in area 180.
Tra i singoli nomi, Mps in flessione dello 0,18% con scambi superiori al 12% del capitale dopo un balzo di oltre l’8% in avvio. Si rincorrono indiscrezioni e smentite sulla travagliata Banca di Siena. Prevalgono le vendite anche sulle Popolari, Autogrill e Telecom. Salgono Yoox, Ubi e Atlantia.
L’indice paneuropeo Stoxx 600 in crescita, oscilla vicino al massimo in sei anni, ovvero dal gennaio del 2008, attorno a quota 338 punti. Il numero di azioni passate di mano nelle contrattazioni delle prime ore è superiore +126% rispetto alla media degli ultimi 30 giorni. L’indice VStoxx Index, che misura la volatilità attesa sull’indice Euro Stoxx 50 utilizzando i prezzi sulle opzioni, è in flessione oltre -3% a quota 18,1 punti.
Buone indicazioni dal fronte economico della Germania, con gli ordinativi alle fabbriche che sono saliti a gennaio +1,2%, meglio del +0,9% atteso.
Sul fronte dell’analisi tecnica del Ftse Mib, tecnicamente, “l’indice è in una fase di rafforzamento con area di resistenza vista a 21.089,4, mentre il supporto più immediato si intravede a 20.092,1. A livello operativo si prevede un proseguimento della seduta all’insegna del toro con resistenza vista a quota 22.086,6”.
Attenzione alle parole che saranno proferite dal numero uno Mario Draghi nel corso della conferenza stampa in calendario alle 14.30.
Quattordici dei 54 economisti che hanno partecipato a un sondaggio di Bloomberg ritengono prevedono un taglio dei tassi di rifinanziamento; in particolare otto credono che la Bce taglierà i tassi dall’attuale minimo record dello 0,25% allo 0,1%, mentre 6 stimano una riduzione allo 0,15%. Ma la maggioranza crede in nulla di fatto.
Mercati asiatici positivi, Nikkei +1,59%, chiude al massimo in cinque settimane a 15.134 punti, sulla scia dell’indebolimento dello yen. Hong Kong +0,58%, indice australiano piatto con -0,01% – ma sempre vicino al record in cinque anni e mezzo -, Shanghai +0,32%, Kospi +0,22%. L’indice di riferimento dell’azionario asiatico, l’MSCI Asia Pacific Index, è salito +5,7% dal minimo di quest’anno testato lo scorso 4 febbraio fino alla giornata di ieri.
Sul valutario l’euro corre a $1,3841 dopo la delusione per l’inazione della Bce. Euro franco svizzero a 1,2212, mentre il cambio dollaro yen scambia in area 103,12 (+0,8%).
Sul fronte delle materie prime, i futures sul petrolio -0,14% a $101,31, oro -0,41% a $1.334,80.