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Borsa smossa da Mps e petrolio, Bankitalia si difende da rischi Spread

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Il calo del petrolio influisce negativamente sui titoli energetici quotati alla Borsa italiana, che cede mezzo punto percentuale. L’innalzarsi delle tensioni geopolitiche in Asia, intanto, dove la Corea del Nord ha lanciato un missile a lungo raggio in grado di raggiungere la costa occidentale americana, hanno contribuito a innervosire i mercati finanziari mondiali. La Borsa di Tokyo ha chiuso in lieve progresso, con gli investitori che sperano che i problemi nella penisola coreana si risolvano, ma la Borsa di Milano e le altre piazze dell’azionario europeo hanno registrato prove negative dopo la seduta titubante della vigilia. Questo nonostante il progressivo rasserenarsi delle prospettive del settore bancario italiano. Gli Usa hanno preso atto dei nuovi test missilistici intercontinentali nordcoreani e con Seul si preparano alla contromossa dopo gli avvertimenti recenti.

Mentre slitta il decreto Salva Banche volto a far scattare il piano di aiuti per Veneto Banca e Pop Vicenza, Mps si è messa in salvo, dopo che la Bce ha approvato il piano da quattro anni per mettere in sicurezza l’istituto e assicurarne la solvibilità. A pagare il conto, oltre ai contribuenti con lo Stato che diventerà socio al 70%, saranno anche gli azionisti e gli obbligazionisti meno privilegiati. Oltre ovviamente ai dipendenti della terza banca d’Italia: entro il 2021 chiuderanno 600 filiali e ci saranno 5.500 esuberi. La notizia aiuta le banche. Banca Carige è stata nuovamente sospesa per eccesso di rialzo. Era successo anche  ieri dopo l’annuncio di una manovra di rafforzamento patrimoniale da 700 milioni che prevede anche un aumento di capitale da 500 milioni. Il gruppo ha così evitato di fare la fine delle due banche venete liquidate una settimana fa.

Intanto fa parlare la notizia secondo cui la Banca d’Italia si stia mettendo al riparo da un eventuale balzo dello Spread tra Btp e Bund e da un incremento dei rendimenti obbligazionari governativi, evento che si potrebbe verificare per via delle future incertezze e instabilità politiche. Via Nazionale ha ridotto i Btp in portafoglio, aumentando la presenza di Bot. A prendere la decisione di rivedere gli investimenti a medio e lungo termine, accorciando la vita dei Bond, tenendosi pronti a disimpegnarli alla prima occasione utile, sono stati alti dirigenti della Banca nazionale: non membri del direttorio, bensì i vertici di Csr, la Cassa di sovvenzioni e risparmio.

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