Sarà un caso ma dovunque vai l´argomento numero uno è sempre quello dei mutui subprime, cioè di quella specie di scandalo scoppiato la scorsa estate in America. Apparentemente è una cosa che non dovrebbe toccare gli italiani, specie gli italiani di un certo livello, mentre la curiosità è tanta. E sembra anche aumentare. Tra l´altro la stranezza sta anche nel fatto che quella crisi sembrava dover travolgere i mercati finanziari, ma i cali di luglio e la volatilità di agosto sono prontamente rientrati e proprio venerdì lo Standard & Poors 500, cioè l´indice più ampio e significativo d´America, ha segnato il massimo storico, di tutti i tempi e di tutte le epoche, quasi a sbeffeggiare quelli che avevano già intravisto la grande crisi epocale del capitalismo e della finanza.
E allora? Allora in realtà tutti stanno cominciano a capire che forse di grave non c´è nulla. Insomma, non è successo niente? La crisi dei mutui subprime è stata una storia solo americana e, anzi, solo di una minuscola parte dell´America? No. E´ vero che le Borse non sono crollate su se stesse e non si è visto alcun finanziere lanciarsi dal trentesimo piano del suo grattacielo. Però il mondo è cambiato, è anche in maniera molto pesante. E infatti curiosamente questa strana crisi, che è nata quasi dentro le Borse, ha lasciato indenni i mercati finanziari (che sono ai loro massimi), ma ha danneggiato pesantemente tutto quello che sta loro intorno. E cioè l´economia americana e quella europea. Come mai? Attraverso quali meccanismi? La risposta, purtroppo, non è complicata.
1 – Il blocco parziale dei consumi. La disinvoltura con cui ti finanziavano il televisore, l´auto o il matrimonio della figlia è improvvisamente scomparsa. Prima entravi in un qualsiasi negozio (o centro di servizi) e i commessi ti correvano dietro, offrendoti merci e soldi (a rate). Oggi non più e tutto è diventato più caro. I mutui sulla casa costano quasi il 50 per cento in più di prima perché, con gli spread (differenza sui tassi) aumentati di circa due punti, il tasso reale è passato da poco più del 4 per cento ad oltre il 6 per cento e per chi vive di stipendio – cioè quasi tutti – una rata di 500 euro al mese era affrontabile, una di quasi 800 mette in crisi gli interi consumi della famiglia. E già questa è una cosa che ha il suo effetto.
Le famiglie, anche quelle che prima si muovevano con una certa libertà dentro il grande mercato dei consumi, adesso devono fare attenzione a quello che fanno. In un certo senso, la crisi dei mutui subprime ha costretto molte famiglie (tanto in America quanto in Europa) a rientrare in uno schema di vita che possiamo chiamare austero, risparmioso. E questo, come si sa, non fa bene all´economia. Soprattutto in Europa, dove da sempre i consumatori sono molto più parchi che in America. Si continua a dire che i consumi devono «ripartire» e invece con la crisi dei mutui subprime (e il maggior costo di tutti i mutui), i consumi stanno tornando indietro.
2- I problemi delle imprese. Se i consumatori hanno i loro problemi, anche le aziende stanno conoscendo momenti difficili. Momenti che speravano di essersi lasciati alle spalle. Chi ha un´impresa, un negozio, un´attività sa benissimo che la sua banca comincia a dare segnali di minore propensione al fido, sta di fatto tirando i remi in barca e le conseguenze non sono certo tranquillizzanti. In questo senso il mondo è cambiato: dal denaro facilissimo, pubblicizzato anche in televisione e alla radio, si è passati al denaro centellinato, dato solo in presenza di garanzie molto serie. Un sondaggio della Bce su 87 banche (diffuso in settimana) sostiene che dopo un ennesimo allargamento del credito – calcolato al 3 per cento – nel secondo trimestre del 2007, il terzo trimestre ha visto una restrizione pazzesca, di oltre il 30 per cento, un dato mai visto in passato in un periodo cosi breve.
Ma la cosa più preoccupante è un´altra: quasi il 50 per cento delle banche interpellate prevede ulteriori restrizioni creditizie nel quarto trimestre. Il mondo dei soldi facili, almeno per un po´, sarà solo un ricordo. Le Borse volano alto e sembrano prendersi gioco di tutti i profeti di sventura della terra, ma là sotto, dove si lavora e dove si crea il reddito (nelle fabbriche e negli uffici), la vita è diventata improvvisamente più dura, proprio perché il “carburante” (il denaro) è diventato di colpo merce rara. Erogato con sempre maggior difficoltà dalle banche, ormai impaurite e terrorizzate dall´idea di inciampare in qualche insolvenza troppo grossa. Poiché sulle banche (che sono all´origine della crisi del pasticcio della crisi dei mutui subprime) tira un´aria non proprio benevola, la parola d´ordine che gira su tre continenti è quella di puntare alla rispettabilità. E il modo sicuro per ridiventare rapidamente rispettabili è quello di dare i soldi solo a chi può presentare garanzie di ferro, solidi palazzi o villette in buono stato e facilmente commerciabili in caso di insolvenza.
Ma le Borse continueranno a volare? Prima o poi caleranno gli utili delle aziende (che, bene o male vivono sul mercato cedendo beni e servizi ai consumatori), ma per ora tutto va bene. La crisi è giù, in basso. Quando salirà, e i profitti diminuiranno, allora anche le Borse cominceranno a star male. Ma per questo ci vorrà ancora qualche mese o qualche trimestre.