ROMA (WSI) – Tonfo dell’azionario cinese, con l’indice Shanghai Composite che è crollato -6,50%, a quota 4.620,27 punti, valore vicino al minimo di una settimana. Si tratta del calo giornaliero più sostenuto dallo scorso 19 gennaio, che interrompe un trend rialzista durato otto sedute.
Sotto pressione anche Hong Kong che, con una perdita -2%, scivola al valore più basso in due settimane.
Il crollo è stato alimentato dalle nuove restrizioni che le società di brokeraggio hanno stabilito a fronte dell’erogazione di prestiti agli investitori che puntano sull’azionario. La decisione è stata presa per limitare i rischi che insorgerebbero nel caso in cui si verificasse una eventuale esplosione di bolla.
Il broker Changjiang Securities Co. ha seguito la scia delle rivali GF Securities and Haitong Securities, aumentando le richieste dei margini, ovvero l’importo delle garanzie che gli investitori presentano nel momento in cui chiedono prestiti.
La società ha annunciato un aumento all’80% dal precedente 60%. La richiesta di garanzie più alte è arrivata anche da un’altra società di brokeraggio, Guosen Securities.
“Sicuramente anche gli altri broker seguiranno la stessa strada, d’altronde i titoli azionari sono saliti troppo velocemente e i rischi si stanno accumulando – ha detto in una intervista a Bloomberg Tang Yayun, analista presso Northeast Securities, a Shanghai – Le società di brokeraggio si stanno proteggendo, considerata la bolla che si sta formando sul mercato”.
Notizie negative tornano inoltre dal fronte economico, in un momento in cui si teme anche un hard landing (atterraggio duro) per l’economia cinese. Gli economisti di HSBC Global Research hanno rivisto di nuovo al ribasso le stime sul Pil e le esportazioni del 2015; HSBC ora prevede un Pil in crescita +7,1%, rispetto alle precedenti previsioni di +7,3%. La crescita delle esportazioni è stata ridotta inoltre dal +7,1% al +4,2%, a causa di “una domanda estera più debole e di una maggiore forza dello yuan nei confronti delle valute di altri partner commerciali”. Gli analisti hanno continuato sottolineando che “le esportazioni più deboli incideranno sugli investimenti societari e sul sentiment”.
(Lna)