New York – Gia’ questo giovedi’ Ben Bernanke potrebbe annunciare una nuova tornata di misure straordinario per rilanciare l’economia. Nella sua consueta testimonianza davanti alla Comissione di Economia del Congresso, il numero uno della Federal Reserve potrebbe anticipare un intervento di allentamento monetario, in nome della trasparenza, senza aspettare la prossima due giorni del comitato di politica monetaria Usa, il 19-20 giugno.
La convinzione generale degli analisti e’ che dopo una sfilza di dati macro deludenti, culminata con il report occupazionale di maggio, venerdi’ scorso, la banca centrale e’ chiamata ad agire, al piu’ tardi alla prossima riunione del FOMC.
E’ una buona notizia per chi temeva che l’azionario avrebbe continuato a perdere valore, senza un nuovo piano di Quantitative Easing sponsorizzato dalla Fed.
Un analista di Barclays invita tuttavia alla cautela. “Sebbene il mercato inizia a guardare alle misure di rilancio della Fed, i titoli di borsa non guadagneranno terreno finche’ le politiche monetaria non sono messe in atto”, si legge in una nota ai clienti che porta la firma di Barry Knapp.
Quando manca solo un mese alla fine del terzo programma di stimolo monetario della Fed – l’Operation Twist – il premio di rischio per la borsa Usa (ERP) sta registrando un aumento oltre i livelli visti la scorsa estate. Il rapporto ERP e’ salito di oltre il 100% quando i piani di QE1 e QE2 stavano per volgere al termine. Oggi l’indice sta registrando un andamento simile.
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Le previsioni per il prezzo dell’S&P 500 e’ che scenda tra 1.100 e 1.200 punti. Tuttavia, l’indice S&P 500 chiudera’ il 2012 a quota 1.330, il che implica un rapporto tra prezzo di borsa e stime sugli utili societari dei gruppi quotati in borsa del 12,9 (per un profitto per azione di $103).
Il disastroso dato sull’occupazione riportato dal governo aumenta le possibilita’ – secondo Barclays – di un cambio al vertice nella politica degli Stati Uniti. “Anche se e’ troppo presto per dirlo, il report del lavoro di maggio rende lo scenario del 1980 (un rally dell’azionario nonostante un contesto macroeconomico negativo) sempre piu’ probabile”.
Quell’anno venne eletto Ronald Reagan e il mercato azionario guadagno’ oltre il 15%.