NEW YORK (WSI) – Pur avendo recuperato qualcosa ultimamente, l’azionario americano è ancora in una fase di correzione iniziata ad agosto. La pioggia di vendite del mese scorso ha messo in seria difficoltà un discreto numero di titoli a Wall Street.
Una su cinque società tra quelle quotate nel paniere allargato della Borsa Usa è in ribasso di almeno il 20% da inizio anno. I dati sono relativi ai primi nove mesi del 2015: vanno infatti da gennaio alla chiusura di martedì 1 settembre.
Per mercato ribassista si intende un calo di almeno il 20% dai massimi più recenti. Una correzione equivale invece a una contrazione di almeno il 10%.
L’indice S&P ha perso circa il 7% da gennaio ed è in calo del 9,6% dai massimi del 21 maggio.
Andando più indietro nel tempo, si scopre una percentuale molto più alta di singoli titoli che hanno accusato perdite pesanti. Rispetto agli ultimi massimi a 52 settimane, il 44% delle azioni ha perso più del 20%.
Le società energetiche, penalizzate dal collasso dei prezzi del petrolio, sono le più tartassate. Tra queste spicca il tonfo di Chesapeake Energy (-73% dai massimi toccati esattamente un anno fa, il 2 settembre 2014).
Tra le blue chip, i titoli a maggiore capitalizzazione quotati sul Dow Jones, otto su 30 hanno ceduto almeno il 20% da inizio anno. La performance di Chevron (-30% da gennaio) è la peggiore del listino.
Dei titoli tecnologici quotati al Nasdaq, quasi un terzo è in calo di almeno il 20%.
(DaC)