NEW YORK (WSI) – I mercati mondiali sono scesi ai minimi di sei mesi mentre i Futures sul brent londinese sono calati ai minimi dal 2010.
La mentalità sui mercati è cambiata di 180 graadi. Gli investitori hanno incominciato a preoccuparsi seriamente di un rallentamento diffuso delle economie mondiali proprio in concomitanza con la fine delle misure di stimolo monetario in Usa.
Gli attivi che dipendono dalla crescita, come appunto azioni e petrolio, sono stati colpiti da una raffica di indicatori deboli in Europa e Cina, in un momento delicato per la ripresa. Persino potenze come Germania, Cina, Giappone, Russia e Brasile sono in difficoltà.
Nel frattempo la Fed metterà la parola fine al programma di rilancio monetario straordinario alla fine del mese. È da due anni che era in vigore. Molti osservatori ora dubitano che il nuovo piano che la Bce potrebbe annunciare avrà lo stesso effetto positivo del programma varato dalla controparte oltreoceano.
Una serie di notizie negative hanno spinto analisti come Stewart Richardson, partner del fondo di gestione RMG Wealth Management a credere che stiamo per entrare in un mercato orso.
“Stiamo speculando al ribasso in Borsa e stiamo concentrando le nostre puntate short in Europa e small cap”, ha confidato a Reuters, riferendosi alle scommesse che si fanno una volta giunti alla convinzione che il mercato scivolerà.
Un mese fa non c’erano rimasti più ribassisti sul mercato. Nessuno riusciva a trovare un valido motivo per cui il mercato avrebbe dovuto scendere. Ora invece la situazione è ribaltata: non si trovano catalizzatori al rialzo e i mercati si sono convinti che l’azionario è destinato a scendere di prezzo.
Il Fmi ha appena tagliato le stime sul Pil cinese al +7,4% dal 7,6% precedente e l’economia dell’area euro rischia di ritornare in una fase di recessione. Lo scenario non è cambiato rispetto a pochi giorni fa. Ma i dati macro e prospettive negative sono diventate una notizia vera dopo il selloff dei mercati.