Il mese del “sell in may and go away” è trascorso senza particolari patemi d’animo per i mercati finanziari. Solo Wall Street ha accusato un ribasso, a metà mese, sulla possibilità di impeachment di Donald Trump per il Russiagate. Ma anche la Borsa Usa è prontamente ripartita
Le borse hanno raggiunto il loro “nirvana”, la liberazione dal dolore. Sembrano immuni da qualsiasi turbamento, sia di matrice politica (elezioni in vari Paesi europei, intemperanze di Trump) che economica (Cina, rialzo dei tassi Fed). E quando accade qualcosa che ne turba la serenità, come a metà maggio con l’esplodere del Russiagate negli Stati Uniti, sono pronti a ripartire e segnare nuovi massimi storici (Wall Street).
Quanto potrà durare lo stato di nirvana delle Borse?
È una facile previsione per chi sia dotato di una sfera di cristallo. Chi ne è privo deve invece affidarsi allo specchietto retrovisore, ossia analizzare i dati di quanto successo in altre situazioni simili e studiare i dati economici e societari. I quali restituiscono un’immagine positiva, senza rischi immediati di inversione.
“Oggi il principale supporto per le borse deriva dagli utili societari – spiega il capo economista di Gam Larry Hatheway -. Gli utili hanno messo a segno un rimbalzo a inizio anno negli Stati Uniti ma soprattutto nel Vecchio continente e perfino in alcune aree degli Emergenti. I mercati obbligazionari, nel frattempo, sono rimasti sulla difensiva, principalmente per le attese di una Fed intenzionata a proseguire il cammino di normalizzazione della propria politica monetaria e per la crescente percezione che anche la Bce adotterà verso fine anno una politica più neutrale”.
È sufficiente per dormire sonni tranquilli? Nel mese di maggio i primi dieci asset manager italiani hanno incrementato la quota di azioni nei portafogli bilanciati globali al 45,5% (sondaggio Reuters). Un aumento che non cambia una posizione di neutralità complessiva.
“Dopo un periodo di notizie così sistematicamente positive – ha dichiarato a Reuters Andrea Conti, capo della ricerca macro di Eurizon Capital –le borse sono più esposte all’eventualità di picchi di volatilità. Cercheremo di sfruttare queste occasioni per accumulare nuove posizioni. Presupposti di shock inflazionistici non ci sono ma quando i mercati sono prezzati alla perfezione ci sono dei rischi”.
“Un portafoglio solido, composto da strategie differenti, comprese quelle relative value, market directional e carry rappresenta la soluzione migliore per fare fronte agli scossoni imprevedibili, compresi quelli legati alla politica” riprende Larry Hatheway.
I boccoli d’oro dell’Eurozona
L’Europa rimane l’opzione preferita dagli analisti: “Accelerazione economica di metà ciclo, banca centrale ultra accomodante, posizione fiscale neutrale e rischi politici limitati nei prossimi trimestri” sono i punti di forza elencati da Pierre Olivier Beffy, capo economista di Exane Bnp Paribas. La preoccupazione è invece un ciclo economico in ritardo rispetto a quello globale.
“L’Eurozona sta registrando un’accelerazione nel momento in cui l’economia globale si trova in una fase di maturità. Per tal motivo, una possibile delusione relativa alla crescita del Pil americano nel secondo trimestre o delle fuoriuscite di capitali cinesi durante l’estate potrebbero mettere in discussione lo scenario alla ‘boccoli d’oro’ in Europa” – afferma Beffy che trae le conclusioni – “Per concludere, l’economia globale è a un crocevia. L’attività economica sarà forte nei prossimi 6 mesi, ma i leading indicator stanno cominciando a deludere, con conseguente rallentamento per la fine dell’anno. Tutti sono bull sull’Europa ma alcuni investitori sottolineano come le borse europee siano solitamente le ultime a registrare un rialzo. Negli Usa, la principale economia globale, i mercati del credito stanno registrando un ulteriore peggioramento nel settore immobiliare commerciale e nel settore auto, mentre la situazione è ancora buona nel settore corporate. Sarà interessante vedere come gli investitori reagiranno a questi segnali contrastanti nei prossimi mesi”.