Inizio di settimana all’insegna dell’incertezza per i principali listini europei in attesa dell’incontro tra i rappresentanti di Russia e Ucraina al confine biellorusso per decidere una possibile tregua dopo 5 giorni di combattimenti.
In questo momento le truppe russe stanno incontrando una forte resistenza da parte dell’esercito di Kiev e dei volontari ucraini scesi in campo a fianco dell’esercito. Il tentativo di conquistare la capitale Kiev da parte delle truppe di invasione russe rischia di trasformarsi in una battaglia casa per casa. Ancora incerto ancora il bilancio delle vittime.
Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato di non aspettarsi molto dalle condizioni che verranno imposte da Mosca, ma farà di tutto per arrivare alla pace dopo che Putin ha messo il proprio arsenale nucleare in stato d’allerta massima.
Mercati sull’ottovolante
A Milano dopo pochi minuti di contrattazione l’indice Ftse Mib segna una flessione del 2%, a Francoforte l’indice Dax arretra del 2,1% mentre a Parigi il Cac 40 segna un -1,96%%.
Tra le materie prime nuovi rialzi per le materie prime energetiche con il Brent a 101 dollari (+4%). In netto rialzo anche il Nichel (+4%), di cui la Russia è uno dei principali esportatori e il grano (+4,3%).
Questa mattina l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dello 0,19% a 26.526,82 punti. Azionario asiatico cauto dopo gli ultimi sviluppi del conflitto tra la Russia e l’Ucraina. Piatta la borsa di Shanghai (+0,09%), mentre Hong Kong arretra dello 0,84%. Sidney +0,73%, Seoul +0,66%. Futures Usa in forte ribasso: i futures sul Dow Jones scivolano di oltre 500 punti (-1,5%), a 33.477 punti; i futures sullo S&P 500 scendono del 2,10% a 4.288 punti, mentre i futures sul Nasdaq fanno -2,20% a quota 13.868 punti.
Russia ko sui mercati valutari
Tensioni anche sui mercati valutari con il rublo che cede quasi il 30% rispetto al dollaro dopo il nuovo round di sanzioni economiche contro Mosca. Nell’ultima settimana la divisa russa ha lasciato sul terreno quasi il 40% del suo valore rispetto al biglietto verde.
Ieri l’Unione Europea, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e e altre nazioni occidentali hanno concordato di tagliare fuori dal sistema di pagamenti internazionali SWIFT alcune banche russe e imporre restrizioni alla Banca centrale russa. Questo minerà la capacità del Cremlino di utilizzare le sue riserve della banca centrale per attenuare l’impatto di altre sanzioni.