L’azionario ha perso terreno in Asia, dopo che Wall Street ha subito una delle peggiori perdite giornaliere dai tempi della Brexit con il Dow Jones che ha ceduto più di 300 punti. Gli investitori incamerano qualche profitto dopo uno degli inizi d’anno migliori della storia recente per le Borse mondiali. Sul Forex il dollaro sta per chiudere il mese di gennaio più negativo dal 1987 (-3%), mentre il petrolio scambia in calo per la terza seduta di fila con il future sul Brent a 69 dollari per barile e il contratto WTI a $64. In settimana il Regno Unito ha ammesso che con la Brexit il paese starà peggio e la sterlina ne subisce le conseguenze. Un segnale di allarme arriva dal mercato obbligazionario, dove i tassi decennali dei Treasuries Usa alimentati dalle paure di reflazione hanno superato anche la soglia del 2,7% portandosi sui massimi dal 2014. Timori anche per l’andamento dei Bund.
Negli ultimi giorni le stime sull’inflazione si sono irrobustite grazie a una serie di dati convincenti provenienti dal fronte macro, all’aumento del prezzo del petrolio e alla riforma fiscale varata dall’amministrazione Usa. Proprio sul lato macro economico i trader oggi hanno ricevuto indicazioni positive sull’intensità della crescita economica dei paesi dell’area euro. Nel 2017 la Francia ha registrato l’aumento del Pil più marcato dal 2011 (+1,9% su base annuale). Bene ha fatto anche la Spagna (+0,7% come previsto). In agenda in serata c’è l’atteso discorso sullo Stato dell’Unione del presidente americano Donald Trump, che dovrebbe essere incentrato sulle misure pro crescita e pro aziende, come i maxi investimenti nelle infrastrutture.
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