L’asset manager guarda con favore ai Paesi dell’area asiatica e in particolare a India e Cina
I Paesi dell’Estremo oriente che orbitano attorno alla Cina hanno beneficiato dei buoni risultati del gigante cinese nell’affrontare la crisi pandemica e della ripartenza rapida della crescita. Quella del Dragone è stata l’unica tra le grandi economie globali a chiudere il 2020 con un Pil positivo, +2,3%.
Anche per questa dinamicità i mercati emergenti dell’area asiatica sono tra i preferiti dagli asset manager. In particolare, per Xiandong Bao, gestore specializzato in azionario internazionale di Edmond de Rothschild, i mercati emergenti sono sostenuti da diversi trend favorevoli: il contesto di bassi tassi d’interesse grazie alle politiche monetarie accomodanti, il prezzo del petrolio, il livello del dollaro e l’accelerazione delle campagne di vaccinazione, che permetterà la ripresa delle attività.
Cina e India sotto la lente di Edmond de Rothschild
Sarebbe tuttavia scorretto, e un errore nella gestione di un portafoglio di investimento, fare di tutta l’erba un fascio. Infatti, all’interno del ventaglio di opportunità offerte dai Paesi dell’area emergente asiatica, si distinguono Cina e India.
“L’economia cinese sta mostrando robustezza e resilienza e una saggia gestione”
ha spiegato l’asset manager nel corso della presentazione tenutasi ieri in modalità da remoto. Favorevole rimane anche lo scenario di politica monetaria a livello globale, con la Federal Reserve che ha ribadito di non voler mettere in discussione la propria politica monetaria ultra-accomodante nonostante le recenti tensioni sui tassi di interesse e la riduzione del rischio geopolitico:
“È difficile in questa fase prevedere i tempi della prossima svolta in termini di politica monetaria ed il semplice fatto che la Fed appaia restia a fornire indicazioni in favore di un possibile cambio di rotta spinge gli investitori ad aver fiducia in un prolungamento dell’attuale indirizzo”
ha spiegato Bao.
Per quanto riguarda l’India, il gestore di Edmond de Rothschild punta sugli effetti positivi che avranno gli stimoli fiscali promossi dal governo di Narendra Modi, 500 miliardi di dollari Usa in investimenti infrastrutturali e industriali.
“L’India aveva fatto pochi sforzi in termini di stimolo negli ultimi mesi, mentre adesso si è allineata alle traiettorie di stimolo fiscale in corso in tutto il mondo, con l’obiettivo aggiuntivo di migliorare l’attrattiva del Paese per le aziende che cercano di diversificare i propri siti produttivi”
ha concluso Xiandong Bao.