Sfidando gli scettici e i fondamentali, le azioni di tutto il mondo continuano a salire di livello. Il mercato azionario mondiale – in rialzo del 12% da inizio anno – sta scontando uno esito positivo della Brexit (accordo soft o ritiro della procedura di divorzio di Londra dall’UE). E soprattutto si aspetta un atteggiamento sempre più dovish da parte della Federal Reserve.
La banca centrale americana si riunisce questa settimana e anche se alcuni economisti come Nouriel Roubini, si aspettano un riavvio del ciclo di rialzo dei tassi per via di un nuovo surriscaldamento dell’inflazione. In un’opinione pubblicata su Project Syndacate , il professore dell’NYU stima che se la crescita del PIL Usa rimane buona, c’è da mettere in conto un rialzo dell’inflazione salariale e dei prezzi. L’inflazione di fondo (‘core’) potrebbe a quel punto anche oltrepassare il limite nella seconda metà del 2019 o nel 2020.
Per il guru solitamente ribassista siccome la Fed non potrà permettersi di tollerare a lungo un indice dei prezzi al consumo sopra la soglia prefissata, il costo del denaro sarà aumentato di 25 punti base tra il secondo semestre e l’anno prossimo. E così la nuova normalità (il ‘new normal‘) per la politica monetaria sarà un Fed Fund al 3%.
Fed, al massimo altri due rialzi, per Roubini uno solo
In vista della riunione di marzo della banca centrale guidata da Jerome Powell, gli investitori continuano ad accumulare titoli azionari. Wall Street ha aperto gli scambi in rialzo proprio principalmente perché i trader si aspettano una politica “accomodante o estremamente accomodante” da parte di Powell e colleghi.
L’indice paneuropeo EuroStoxx 50 ha raggiunto i massimi del 2019, mentre il DAX di Francoforte viaggia intorno alla media mobile a 200 giorni. Le Borse mondiali sono ‘on fire’ con la striscia di sedute in rialzo che è la più lunga da ottobre 2017.
Sul Forex la sterlina è richiesta, con il mercato che spera in uno slittamento dell’articolo 50 più ritardato ancora rispetto alla data di fine giugno desiderata dalle autorità britanniche. Dopo che il parlamento inglese ha votato contro lo scenario no deal, tuttavia, giovedì 21 marzo potrebbero essere gli Stati Membri dell’UE a negare a Londra la possibilità di posticipare la deadline del 29 marzo. Se così fosse, a sorpresa il divorzio potrebbe essere caotico (al termine dei due anni di periodo di transizione).
Il mercato non si aspetta altro che notizie positive dalla riunione della Fed e dal fronte della Brexit. L’indice MSCI delle Borse mondiali guadagna terreno per la settima seduta consecutiva ai massimi da ottobre 2018. La Fed dovrebbe cambiare la sua tabella di marcia e ridurre le sue previsioni del grafico dei dot plot, quello sui tassi per i prossimi due anni. Le nuove indicazioni del board del FOMC – il braccio di politica monetaria della Fed – dovrebbero essere per una stretta monetaria quest’anno e al massimo un’altra nel 2020.