Potrebbe aggirarsi tra i 7 e gli 8 punti percentuali il ribasso delle borse europee provocato dai dazi Usa. Oggi i mercati hanno già cominciato a scendere
Ora la guerra commerciale fa davvero paura. Anche se la speranza di un cambio di rotta improvviso, a cui Donald Trump ha abituato, rimane la speranza degli investitori. Per il momento, tuttavia, non si arresta l’escalation di minacce e provvedimenti a danno del commercio internazionale.
È di ieri notte l’annuncio di nuove tariffe del 10% su 200 miliardi di dollari di prodotti cinesi, dopo l’entrata in vigore, lo scorso 6 luglio, dei primi provvedimenti su 34 miliardi di dollari di merci (altri 16 miliardi sono in calendario per agosto).
L’effetto sulle borse europee
Le borse europee hanno aperto in negativo. Piazza Affari perde, a metà mattina, un punto e mezzo percentuale e oltre un punto cedono le altre principali borse, Parigi e Francoforte.
È solo l’inizio, secondo Maurizio Novelli, gestore del fondo Lemanik Global Strategy:
“Mi aspetto un ulteriore cedimento del 7-8%”
spiega, prendendo a riferimento i valori della seduta di martedì 10 luglio. E prosegue:
“Un eventuale recupero non riuscirà a raggiungere i livelli di massimo relativo visti a inizio anno”.
Tendenza da monitorare
Appare meno preoccupato dell’escalation sui dazi Mark Haefele, chief investment officer Global wealth management di Ubs. Nell’Investor guide invita a monitorare, nei prossimi mesi, le tendenze protezionistiche anche se
“i dazi imposti finora non sono di entità economicamente significativa. Tuttavia la situazione continua a deteriorarsi a causa delle misure ritorsive, anche se sappiamo bene che può cambiare tutto con un tweet. Date le ridotte dimensioni degli acquisti cinesi di merci statunitensi, la Cina dispone di un margine di manovra limitato per applicare tariffe analoghe; è quindi possibile che decida di allargare il campo della disputa al settore dei servizi, alla svalutazione monetaria o alla gestione delle riserve valutarie, anche se probabilmente si tratterebbe di misure estreme”.
“Per mitigare il rischio di ulteriori notizie sul fronte commerciale – conclude – ci avvaliamo di alcune posizioni anticicliche, come il sovrappeso nei Treasury Usa a 10 anni, che dovrebbero registrare buone performance in grado di guerra commerciale o altri sviluppi simili”.