Mentre i mercati finanziari si preparano all’inizio di due giorni di fuoco, con la riunione di politica monetaria della Federal Reserve che si conclude oggi e l’appuntamento di domani con la Bce, le aspettative per le mosse della banca centrale americana sono di un incremento di 25 punti base dei tassi guida all’1,75%-2%. Con una probabilità superiore al 90% che avvenga secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed, l’analista Senior di Investing.com Jason Martin osserva che “l’intervento probabilmente non scatenerà alcun fermento sui mercati“.
Detto questo “ogni voto della Fed conta” e “l’oscillare delle probabilità di un quarto aumento quest’anno riflette l’incertezza dei mercati in merito a quanto la Fed dovrebbe, o potrebbe volere, essere aggressiva”. “Anche se gli algoritmi dei mercati potrebbero andare fuori di testa e i media finanziari indubbiamente finiranno per sottolineare il cambiamento con titoli sensazionalistici, difficilmente si tratterebbe di un cambiamento fondamentale della politica monetaria. Sebbene ogni voto sia importante, il cambiamento sarebbe in realtà minuscolo”.
Intanto sul mercato obbligazionario secondario, continua la fase di recupero dei BTp. Le parole di Paolo Savona, ministro degli Affari Europei italiano sull’euro “indispensabile” hanno alimentato l’ottimismo sul fronte politico italiano. Questo favorisce anche i listini azionari europei e non solo i Bond, messi a dura prova dalle prospettive di un atteggiamento più aggressivo della Bce, che quest’anno si appresta a staccare la spina al bazooka monetario. Lo Spread tra BTp e Bund decennali si restringe un altro po’ scendendo in area 230 punti base. Il rendimento a due anni dei BTp scambia intorno allo 0,919%.