Prosegue il sell off sui mercati azionari mondiali. Dopo un venerdì nero, che ha visto tutte le principali piazze mondiali, arretrare pesantemente, anche la nuova settimana si apre sotto una nube nera. Il timore più forte è che l’economia americana finisca in recessione.
Borse europee in rosso
A metà mattinata, resta in rosso il bilancio per le principali Borse europee. Rispetto alle prima battute della mattinata, le borse del Vecchio Continente riducono leggermente i cali con Milano che dopo aver toccato -4% ora viaggia a -2,9%. Parigi cala del 1,7%, Francoforte -2%, Londra -2% e Madrid -2,1%. Proseguono le vendite generalizzate sul paniere principale milanese dove nessun titolo ha il segno più davanti. I peggiori sono Nexi che cede il 5,65% ed Mps -5%.
Si allarga ancora lo spread tra BTp e Bund vista la forte turbolenza sui mercati finanziari e l’avversione al rischio che porta gli investitori verso i titoli di Stato tedeschi. In apertura di sessione il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco è’ indicato a 154 punti dai 150 di venerdì sera per effetto soprattutto della contrazione dei rendimenti del Bund. Il decennale tedesco rende il 2,10% mentre il titolo italiano a 10 anni è stabile passando dal 3,63% al 3,64%.
Asia: affonda il Nikkei
Questa mattina, sui mercati asiatici l’indice di riferimento Nikkei 225 è sceso del 12,4% a 31458,2 punti dopo che venerdì aveva perso il 5,8 per cento. Il più grande crollo del Nikkei in un solo giorno è stato di 3.836 punti, pari al 14,9%. Si tratta del più grande crollo in un solo giorno dal tonfo di 3.836 punti, pari al 14,9%, del “lunedì nero” dell’ottobre 1987.
Con la caduta odierna il principale indice di riferimento della Borsa giapponese azzera i guadagni dell’anno e torna ai minimi dalla fine di ottobre del 2023. L’indice Topix ha terminato le contrattazioni a -12,23% a 2.227,15 punti tornando anch’esso sui valori di ottobre.
Il cambio tra dollaro americano e yen è ai minimi dai primi giorni di gennaio a 142,63 a fronte dei 149,49 segnati venerdì alla chiusura dei mercati europei: dalla decisione della BoJ sui tassi la valuta asiatica ha recuperato oltre il 7% sulla divisa statunitense. In discesa i rendimenti del decennale giapponese a 0,77% dallo 0,96% di venerdì sera.
Male anche gli altri listini asiatici: Seul giù del 4%, Hong Kong del 2,5% circa e Taiwan di oltre l’8%.
Il sell-off ha fatto seguito a un’altra pesante giornata di perdite a Wall Street, quella di venerdì, dove i big dell’hi-tech del settore tecnologico, tra cui Amazon e Microsoft. Il rapporto sul lavoro Usa venerdì scorso ha mostrato che l’economia statunitense ha creato solo 114.000 posti di lavoro il mese scorso, in netto calo rispetto a giugno e molto meno del previsto, mentre il tasso di disoccupazione è salito al livello più alto dall’ottobre 2021.
Wall Street: futures negativi
Intorno alle 8 italiane, segno meno anche per i futures sui principali indici di Wall Street: quelli sul Dow Jones Industrial Average
segnano un calo di 383 punti, pari allo 0,96%. I futures dell’S&P 500 e Nasdaq-100 perdono i rispettivamente dell’1,6% e del 2,5%.
Wall Street è reduce da una settimana pesantissima. Venerdì il Nasdaq ha messo a segno la terza settimana consecutiva di perdite, facendo scendere l’indice tecnologico di oltre il 10% rispetto al record stabilito il mese scorso. Male anche l’S&P 500, che ha registrato la terza settimana consecutiva di perdite, con un calo del 2%. Mentre il Dow Jones Industrial Average, che aveva registrato una performance superiore, ha interrotto una serie di quattro settimane di guadagni, con un calo del 2%.
Anche i rendimenti del Tesoro hanno imboccato la strada della discesa. Il decennale di riferimento ha reso venerdì il 3,79%, in calo rispetto al 4,20% di una settimana prima.
Cambiano le stime sui tassi Usa
Il recente calo dei titoli si è accentuato venerdì, quando un deludente rapporto sui posti di lavoro ha alimentato negli investitori il timore che la Federal Reserve abbia commesso un errore la scorsa settimana, mantenendo invariati i tassi di interesse, e che l’economia si stia dirigendo verso una recessione.
“Credo che ci troviamo in un periodo di correzione, ma pensiamo che il trend del mercato toro sia ancora intatto”, ha detto venerdì Keith Lerner, co-chief investment officer di Truist Wealth, alla trasmissione “Closing Bell” della CNBC. “Ci vorrà solo un po’ di tempo per superare questo periodo di crisi”.
Ora, secondo il FedWatch Tool del Cme Group, sono salite al 71% le possibilità che la Fed decida di tagliare i tassi di 50 punti base alla prossima riunione, in programma a settembre. Molti analisti hanno poi cambiato le loro stime, prevedendo persino un taglio di 50 punti base anche a novembre.
L’indice Vix, il cosiddetto ‘indice della paura’, ha toccato i 29,66, il massimo dal marzo 2023. A pesare sull’andamento degli indici, inoltre, i risultati insoddisfacenti di alcune trimestrali tech.
Criptovalute: spazzati via $270 miliardi
Pesanti anche le perdite sul mercato delle criptovalute mentre gli investitori continuano a vendere gli asset rischiosi. Con un calo dell’11% del bitcoin nelle ultime 24 ore e un crollo del 21% dell’ether, il valore complessivo delle criptovalute è sceso di circa 270 miliardi di dollari, secondo i dati di CoinGecko.
Il Bitcoin ha raggiunto il livello più basso da febbraio: la criptovaluta più grande del mondo è scambiata a circa 54.000 dollari (+23% da inizio anno).
Il prezzo di ether, il token nativo alla base della blockchain di Ethereum, è sceso a circa 2.300 dollari e ha annullato i guadagni dell’anno.
(articolo in fase di scrittura)