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Borse: motto d’orgoglio, ma guerra dazi fa bruciare al Dow Jones guadagni 2018

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Donald Trump – prima ancora che Pechino facesse in tempo a rispondere alle sue minacce – rincara la dose, promettendo di imporre altri dazi su beni alimentari cinesi per 450 miliardi di dollari complessivi. Nonostante l’intensificarsi delle tensioni, sul mercato azionario tornano a farsi vedere i rialzisti mentre i rendimenti dei Bond tornano a salire. Un aiuto arriva anche dalla promessa di misure monetarie accomodanti da parte della banca centrale cinese. Ieri, 19 giugno, il Dow Jones ha perso circa 300 punti, portando sotto zero il computo da inizio anno.

Christa Jenni di Credit Suisse sostiene che è difficile che si concretizzi sul serio una guerra commerciale a tutto campo considerati i costi politici che questa comporterebbe”. Non va dimenticato infatti che a novembre negli Stati Uniti si tengono le fondamentali elezioni di mid-term e Trump non può permettersi di arrivarci politicamente indebolito, inimicandosi la base del partito Repubblicano (storicamente pro libero mercato) così come le le lobby e le multinazionali Usa. “Un accordo commerciale rimane lo scenario più probabile“, secondo quanto riferito dall’investitrice al Financial Times, pertanto “siamo ottimisti sulle Borse e valute dei mercati emergenti“.

Dopo un avvio di seduta complicato, le Borse asiatiche hanno registrato dei rialzi, in una giornata comunque caratterizzata dalla volatilità, a dimostrazione dell’ansia intorno alla disputa commerciale sempre più accesa tra le prime due economie mondiali. Anche le Borse europee provano a rifarsi sotto, nonostante le difficoltà di alcuni titoli di gruppi maggiormente esposti alla Cina. Il Topix ha chiuso in rosso ma l’azionario in generale si spinge in avanti, con Sidney e Seul positive. Nella settimana della riunione dell’Opec di Vienna, i prezzi del petrolio fanno invece un passo in avanti dopo i cali della seduta precedente. L’oro intanto fa fatica, scambiando intorno ai minimi dell’anno.