Le nuove tensioni geopolitiche in Asia e un guasto al Nasdaq, che ha resettato i valori di Amazon, Apple, Microsoft e altri colossi dell’hi-tech Usa sugli stessi prezzi di 123,47 dollari, hanno mandato in subbuglio le Borse in una seduta che ieri si è chiusa anticipatamente in Usa, alle 21 italiane. Apple ha fatto segnare a un certo punto una perdita del 14%. In Asia hanno pesato le notizie del nuovo lancio di missili della Corea del Nord, con atterraggio nel Mar del Giappone. In Europa rialzi ridotti tra volumi sottili. È sempre la Bce la grande “market mover” per le Borse, con gli interventi dei rappresentanti Praet e Mersch che attirano le attenzioni degli investitori in una giornata orfana di Wall Street, chiusa per i festeggiamenti dell’Independence Day. Sul valutario, il cross euro dollaro è stabile, mentre sul fronte obbligazionario lo Spread tra Btp e Bund decennali si mantiene sotto i 170 punti base.
Tra i mercati energetici si interrompe ‘sul più bello’, quando ormai aveva raggiunto i 50 dollari al barile sul contratto Brent, la corsa del petrolio. Pesano i segnali di incremento persistente della produzione di greggio in Usa. Ora è in discussione la striscia di otto sedute di guadagno, che hanno consentito a Wti e Brent di recuperare il 12% dai minimi toccati il 21 giugno. In mattinata Eni e Saipem non sembrano particolarmente scosse dal ritracciamento dei prezzi. Sempre a Piazza Affari si mettono in evidenza Carige dopo la manovra di messa in sicurezza da 700 milioni e Unicredit, le cui azioni salgono dopo che JP Morgan ha espresso un giudizio di Overweight sui titoli. Da parte sua Exor è favorita dalla revisione al rialzo del target price da parte di Mediobanca.