Le borse internazionali stanno vivendo anche oggi un’altra seduta all’insegna della volatilità penalizzati dai timori di un surriscaldamento dell’inflazione negli Usa che potrebbe compromettere le stime di crescita degli utili delle società quotate nei prossimi anni. Tradotto in parole povere un eventuale rialzo dell’inflazione e di conseguenza dei tassi di interesse negli Usa (ieri il decennale Usa presentava un rendimento dell’1,5%) renderebbe meno attraente il mercato azionario di quanto lo è stato finora, grazie anche all’immensa liquidità fornita dai piani di quantitative easing che in un prossimo futuro potrebbero essere messi in discussione per frenare il rialzo dei tassi.
Visti i rialzi dei rendimenti dei titoli di Stato alcuni investitori potrebbero alleggerire le quote sull’azionario per riposizionarsi su quello obbligazionario.
A rendere ancora più plausibile questo scenario hanno contribuito ieri pomeriggio sul mercato dei titoli di stato Usa alcuni fattori anomali.
Il rialzo dei rendimenti Usa rende meno attraente l’azionario
Secondo gli analisti di Mps Capital Services ad innervosire gli investitori, provocando ieri un flash crash sui Treasury Usa e poi a catena le vendite sulle borse, ha contribuito il combinato disposto di alcuni elementi.
Da una parte le parole di vari membri Fed che, contrariamente a quelli Bce, hanno fin qui minimizzato il movimento sui rendimenti dei titoli di Stato (Bullard “il rialzo dei rendimenti è un buon segnale”, Bostic “i rendimenti sono ancora bassi da un punto di vista storico”), e dall’altra la deludente asta sul Treasury a 7 anni (peggiore bid to cover di sempre e partecipazione degli investitori esteri quasi dimezzata), hanno portato ad ingenti ricoperture scattate sulla rottura di alcuni livelli tecnici.
Secondo gli analisti non è quindi solo il livello assoluto dei tassi, ma la velocità con cui si è realizzato a preoccupare il mercato.
“Vedremo, se la cosa lascerà o meno indifferente la Fed, ma crediamo che una riflessione vada fatta nella direzione di evitare movimenti scomposti in un mercato che rimane per posizionamento particolarmente fragile. Come fare? Powell, che tornerà a parlare la prossima settimana, guardi alla Bce” chiariscono da Mps Capital Services.
Borse, cosa fare adesso
Secondo Antonio Anniballe, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR “improvvisamente le valutazioni dei titoli tecnologici sono state messe in discussione, specialmente nel caso dei temi più di frontiera (robotica, cloud computing, etc). Altrettanto improvvisamente alcuni fra i titoli legati a turismo e viaggi hanno guadagnato il 20% circa in quattro sedute. A nostro avviso non bisogna inseguire la volatilità di mercato.
È vero che la correzione è salutare e le valutazioni della tecnologia sono destinate a normalizzarsi in termini di prezzo su utili, con tassi in rialzo. D’altro canto, il denominatore della formula è costituito da utili in fase di intensa crescita, come dimostrato dalle recenti trimestrali. Allo stesso modo, è ancora lunga la “traversata nel deserto” dei comparti più fragili ed esposti alla pandemia”.
Il gestore chiarisce poi che “è giusto riequilibrare il portafoglio verso uno scenario di piena normalizzazione del ciclo economico, consacrandone una parte ai temi più value e ciclici. Il movimento sarà tuttavia graduale ed esposto a inciampi ed è quindi consigliabile non esasperare le scelte, né dimenticare alcuni temi di mercato più strutturali, destinati a rimanere anche negli anni a venire”.
Insomma la volatilità sulle borse sembra destinata a proseguire anche nelle prossime sedute.