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Borse Ue e futures Usa giù, in attesa delle parole di Trichet e Bernanke

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Le borse europee propendono per il segno meno e anche che vira in territorio negativo, cedendo nell’attesa dell’apertura della giornata di contrattazioni a Wall Street mezzo punto percentuale circa. Attesa per i discorsi del numero uno della Bce Jean Claude Trichet (atteso alle 14.30 ora italiana) sia del presidente della Fed Ben Bernanke (alle 19 ora italiana) relativi all’inflazione e alla gestione della politica monetaria dei due istituti.

Nel frattempo, i mercati americani vedono il futures sul Dow Jones scendere di 4 punti, quelli sul Nasdaq arretrare di 4,25 punti e quelli sullo S&P 500 cedere 1,40 punti. In Europa, Londra cede ora lo 0,38%, Francoforte è piatta, Parigi si conferma tra i listini peggiori con un calo superiore all’1% insieme a Madrid, che fa -1,23%. In Italia, il Ftse Mib cede lo 0,40%, dopo essere riuscito a resistere durante la mattinata grazie agli acquisti sui bancari.

Riguardo ai titoli del settore, BPM (+1,67%), Ubi Banca (+1,98%), Unicredit (+0,11%) riescono ancora a rimanere in territorio positivo. Ma il listino ora vede il segno meno prevalere anche su altri bancari; riguardo agli titoli in rosso la stessa Intesa SanPaolo. Guardando poi agli altri settori, male Exor (-2,54%), Stm (-1,72%), Tenaris (-1,61%) e Mediaset (-1,10%).

Sullo sfondo rimangono le tensioni geopolitiche in Egitto, ma anche il rialzo dei prezzi del petrolio e in generale l’allarme dell’inflazione globale. Oggi il Brent è arrivato fino a 103 dollari al barile e la Fao ha dopo un po’ reso noto che l’indice di prezzi alimentari da essa stilato è volato a gennaio al record di sempre.

Per non parlare dei problemi europei, che continuano a essere presi di mira da S&P: l’agenzia di rating ha affermato infatti, all’indomani del downgrade dell’Irlanda, che ci sono molte pressioni al ribasso sui rating dei paesi del Vecchio Continente. Scetticismo è stato poi espresso anche sulla validità del Fondo salva stati.

A tal proposito, non proprio confortante è stata l’asta con cui la Spagna ha raccolto 3,5 miliardi di euro con l’emissioni di titoli di stato a medio termine (Bonos). I rendimenti sono sì scesi al 3,25% rispetto al 3,71% della precedente asta -fattore positivo, ma la domanda è stata piuttosto tiepida

Al pessimismo si aggiungono i risultati poco confortanti di Royal Dutch Shell, che si sono confermati al di sotto delle attese.

Sul fronte valutario, a New Yorl l’euro è in calo sul dollaro a 1,3754, e scende sullo yen a 112,36. Dollaro invece in rialzo sulla moneta nipponica a 81,65.

Sul fronte delle commodities, il petrolio Brent quotato a Londra è a 102,81 dollari al barile, in rialzo di 47 centesimi, mentre quello WTI scambiato sul Nymex è a 91,58 dollari, in crescita di 72 centesimi. In lieve rialzo anche le quotazioni dell’oro, che sul Comex avanzano a 1.332,80 dollari, in aumento di 70 centesimi.

Riguardo agli altri mercati azionari globali, Tokyo, ha ceduto lo 0,25% dopo due sedute consecutive di rialzi, scontando i timori sull’effetto contagio della crisi egiziana. Bene invece la piazza australiana, guidata dai fornitori delle materie prime, sulla scia dei prezzi del petrolio greggio che aumentano. Shanghai è rimasta invece chiusa in occasione delle celebrazioni in Cina del Capodanno lunare.