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Borse Ue giù, a Milano soffrono i bancari. Male anche i futures Usa

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A metà mattinata proseguono negative le borse europee, risentendo anche della flessione dei futures sugli indici azionari americani. A tre ore e mezza circa dall’inizio della giornata di contrattazioni a Wall Street, i contratti sul Dow Jones cedono infatti 34 punti, quelli sul Nasdaq arretrano di 9 punti e quelli sullo S&P 500 perdono 4,90 punti.

Parallelamente in Europa Londra scende dell’1,38%, Francoforte dello 0,77% e Amsterdam fa -1,08%. Male anche Piazza Affari, che vede l’indice Ftse Mib e l’All Share arretrare dell’1,5% circa.

Capofila a Milano le Unicredit che cedono oltre il 4% dopo la presentazione, ieri, dei risultati di secondo trimestre, sotto le attese degli analisti. Vendite anche su Intesa SanPaolo (-3,60%), Mediobanca (-2,95%), Bpm (-2,91%), Banco Popolare (-2,71%) e Mps (-2,62%).

In ribasso anche Telecom (-1,75%) che ha raggiunto un accordo con i sindacati sugli esuberi, Fiat (-1,67%) a causa anche di prese di beneficio, Generali (-1,71%) e Finmeccanica (-1,51%). Sul fronte opposto, in controtendenza le Campari che guadagnano l’1,34% grazie alla diffusione dei dati di primo semestre, con ricavi e utile in crescita.

Il generale ottimismo scaturito in questi ultimi giorni tra gli investitori europei, in scia ad alcune trimestrali positive e a dati macro che mostrano una certa vivacità dell’economia del Vecchio Continente, vieno oggi offuscato dalle sempre più crescenti proccupazioni sulla reale portata della ripresa negli USA.

La stessa Federal Reserve, secondo rumors di stampa, comincerebbe a nutrire seri dubbi sulla situazione al punto da essere prossima all’iniezione di denaro attraverso l’acquisto di bond. Ci si chiede così se i cali di queste ultime ore siano solo una pausa di consolidamento o l’inizio di una correzione .

L’agenda macroeconomica odierna è piuttosto ricca negli Stati Uniti. In arrivo oltreoceano, oltre alle scorte di greggio, i licenziamenti Challenger e il rapporto ADP sull’occupazione. Questi ultimi due dati catalizzeranno l’attenzione degli investitori in quanto potrebbero fornire importanti indicazioni sullo stato di salute del mercato del lavoro USA in attesa delle statistiche ufficiali di venerdì.

Intanto, riguardo ai mercati valutari, stabile stamane l’euro nei confronti del biglietto verde: la moneta unica prende un po’ di respiro dopo la corsa della vigilia, attestandosi a 1,3195 dollari, rispetto alla chiusura di ieri a quota 1,3231 usd.

Prosegue in ogni caso la debolezza della divisa statunitense, che ieri è scivolata contro lo yen anche sotto quota 86 yen, in coincidenza con le indiscrezioni filtrate nel corso della giornata, secondo cui per l’appunto la Federal Reserve si starebbe preparando a nuove misure accomodanti.

Al momento il dollaro/yen è scambiato a 85,47, dopo aver testato un minimo di 85,33, non lontano dal valore più basso degli ultimi 15 anni pari a 84,82 dollari.