In attesa dell’inizio della giornata di contrattazioni di Wall Street e dopo la notizia relativa al downgrade dell’Irlanda da parte di S&P, le borse europee mostrano un andamento contrastato. Non arrivano d’altronde indicazioni confortanti da parte dei mercati americani: i futures sul Dow Jones sono infatti in calo di 3 punti, quelli sul Nasdaq cedono 1,75 punti e quelli sullo S&P 500 sono in crescita di appena 0,10 punti.
Gli indici europei erano riusciti a resistere di fronte alla crisi egiziana, dopo il discorso proferito da Mubarak; gli acquisti erano tornati anche per l’allentarsi dei timori relativi al mercato dei debiti sovrani, con lo spread Btp/Bund sceso a 132 punti base, ovvero ai minimi in oltre tre mesi. I rialzi delle banche erano stati alimentati poi dai buoni risultati di bilancio della seconda banca spagnola Banco Bilbao.
Ma ora di fatto torna l’allarme Piigs. A New York, l’euro scende così sul dollaro a 1,3795, virando in territorio negativo dopo aver superato la soglia degli 1,38 dollari, al massimo degli ultimi tre mesi. Euro in discesa anche nei confronti dello yen a 112,40; torna a salire verso lo yen il dollaro che avanza a 81,48.
Tra le borse europee, Londra sale ancora, esattamente dello 0,56%, ma Francoforte e Parigi ora scendono dlelo 0,10-0,15% circa. Madrid è piatta con un +0,03%. Anche Milano riduce i guadagni salendo comunque di mezzo punto percentuale. Svetta ancora Banco Popolare (+4,56%), ma Fondiaria Sai gira in rosso cedendo più dell’1,7%: BPM fa ora +1,36% limando i rialzi, mentre Unicredit e Ubi Banca resistono alla cattiva notizia di S&P e crescono più del 2%. Ancora cali per Ansaldo (-2,43%)e Parmalat (-2,15%)
Infine, sui mercati delle commodities, il petrolio WTI sale a 90,82, con un rialzo di cinque centesimi, e l’oro è invece in ribasso a 1.334,1 dollari l’oncia, in perdita di 6,2 dollari.