Milano – Le borse europee avviano l’ultimo giorno della settimana indecise sulla direzione da prendere e alle 12.30 riportano una performance mista, strette nella morsa dell’incertezza
Tra i listini, troviamo sotto pressione ancora Londra (-0,35%) e Madrid (-0,88%), mentre Francoforte sale dello 0,49% e Parigi fa +0,19%. A Piazza Affari, l’indice Ftse Mib è praticamente piatto.
Intanto l’attesa è per le nuove notizie che arriveranno dal fronte economico degli Stati Uniti. In primo piano oggi il rapporto sull’occupazione Usa, che potrà avere grandi effetti su tutti i mercati. Al momento, i futures sugli indici americani sono in lieve rialzo. (vedi quotazioni a fondo pagina)
Tra i titoli quotati a Piazza Affari, si mette in evidenza sul Ftse Mib Tenaris, che dopo i conti sale del 3,75%. Torna a salire dopo una partenza negativa successiva alla pubblicazione dei risultati di bilancio Telecom Italia, che ora fa +1,25%: in primo piano, poi, i rialzi di BPM e Intesa SanPaolo , a dispetto dei giudizi arrivati da Moody’s. In particolare Banca Popolare di Milano avanza dell’1,72% (limando comunque i guadagni, visto che durante la mattinata era arrivata a salire più del 3%), mentre Intesa SanPaolo cresce dello 0,75%. In generale sono in recupero i bancari, dopo le flessioni iniziali. Male invece il settore delle utility, con Enel che cede il 2,25% e Enel Green Power che arretra dell’1,57%. Giù anche Eni (-0,40%) e Saipem (-1,18%).
Sul fronte valutario l’euro continua a indebolirsi e ora scende anche sotto quota $1,46 dopo il tonfo di ieri successivo alle dichiarazioni di Jean Claude Trichet. La moneta unica si attesta sopra $1,4537. Tra gli analisti, c’è chi si domanda se non sia il momento di approfittare e chi invece ritiene che ormai la strada sia aperta a ulteriori ribassi, fino a $1,42. Nei confronti delle altre valute, troviamo euro/yen quasi piatto a 116,73 e euro/franco svizzero in crescita a 1,2680. Il dollaro sale lievemente contro lo yen a 80,29.
Il sentiment è cauto, sulla scia anche del pessimismo seguito alla performance dei listini asiatici: l’indice principale MSCI Asia Pacific Index ha sofferto infatti la peggiore performance su base settimanale in sette settimane, accusando il sell off sul settore delle commodities, che è stato il peggiore dal 2009.
Lo S&P’s GSCI, che misura la performance di 24 materie prime è crollato infatti ieri del 6,5%, riportando la perdita meggiore dal gennaio del 2009. E oggi sotto i riflettori rimangono ancora le quotazioni dei futures sul petrolio, che registrano l’ennesimo calo , dovuto ai timori sull’allarme deflazione. Al momento, sul Nymex, i futures continuano la loro forte discesa e cedono il 2,43% a $97,43. In flessione anche il Brent, che cala di $1,85 a $108,95.
Per le commodities si chiude una delle peggiori settimane. L’ argento si prepara infatti a chiudere la peggiore settimana dal 1975, colpito da una inarrestabile ondata di panic selling, che prosegue tuttora. Al Comex, le quotazioni dell’argento crollano infatti di 140 cents a $34,84. Ma molto male anche lo zinco e il nichel, che hanno testato nuovi minimi. L’oro è invece in recupero a New York, salendo di $3,5 a $1.484,90.
Intanto alle 12.30 circa (le 6:30 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 sale di 4,50 punti (+0,34%) a quota 1.339.
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 avanza di 8 punti (+0,34%), a 2.387 punti.
Il contratto sul Dow Jones mette a segno un incremento di 28 punti (+0,22%), a 12.598.