Ancora una seduta di acquisti per l’azionario a stelle e strisce, dopo il rally della vigilia.
A livello settoriale, bene retail (RLX), brokeraggio (DJ_SCR), Internet (GIN), e networking (NWX). Giu’ invece oro (GOX), utility, biotech (BTK) e servizi petroliferi.
Alle 18:00 italiane (le 12:00 ora di New York) al New York Stock Exchange erano stati scambiati 678 milioni di pezzi, mentre al Nasdaq ne erano passati di mano 1.036 milioni. Al Nyse i titoli in rialzo erano 1.913, contro 1.179 in ribasso, mentre al Nasdaq il rapporto era di 1.863 a 1.104. I nuovi massimi al Nyse erano 225, contro 4 nuovi minimi, mentre al Nasdaq il rapporto era di 233 a 7. L’indice della volatilita’ VIX segnava un rialzo dello 0,96%, a 21,98 punti. Al mercato obbligazionario, il rendimento sulla scadenza a 10 anni (TNX), benchmark della categoria, si attestava al 3,47%, mentre quello sulla scadenza a 2 anni era all’1,33%.
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Gli indici USA viaggiano sui massimi del 2003, e secondo gli analisti tecnici c’e’ la possibilita’ che il rialzo continui: il “momentum” del mercato e’ infatti straordinariamente forte.
A livello macroeconomico, si e’ rivelato nettamente peggiore delle attese il dato sugli ordini di beni durevoli di aprile (-2,4% contro il -1,0% stimato).
“Il comparto manifatturiero costituisce uno dei maggiori freni alla crescita economica USA in questo momento – osserva Joel Naroff, chief economist di Naroff Economic Advisors, intervistato da CBS MarketWatch -, e non ci sono segnali che la situazione migliorera’ presto. E fino a quando l’industria americana non dara’ segni di ripresa la Fed rimarra’ preoccupata. Forse la debolezza del dollaro alla fine sara’ d’aiuto, ma per il momento il settore manifatturiero rimane nelle sabbie mobili”.
Sul fronte dei profitti delle aziende, molto buona la trimestrale del retailer
Costco (COST – Nasdaq), che ha battuto le previsioni sia sull’EPS che sulle vendite. Utili record per il costruttore di case di lusso Toll Brothers (TOL – Nyse), sull’onda del boom dei finanziamenti ipotecari, le cui richieste sono arrivate al secondo livello piu’ alto di sempre sulla scia dei bassi tassi d’interesse.
Al mercato valutario, il dollaro recupera nettamente terreno nei confronti dell’euro dopo lo scivolone della vigilia, che aveva portato la moneta del Vecchio Continente al nuovo massimo storico di 1,1933. Gli analisti avvertono pero’ che non si tratta di un’inversione di tendenza. Secondo Tim Stewart, di Morgan Stanley, “i fattori che hanno determinato l’indebolimento del biglietto verde permangono: il deficit USA che cresce sia sul fronte della bilancia commerciale che su quello delle partite correnti, l’amministrazione Bush che guarda con favore a una politica di valuta debole e la Federal Reserve intenzionata a fare di tutto per promuovere la crescita del Paese, evitare la deflazione e tenere bassi i tassi d’interesse”.
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