Economia

BPM lancia allarme esuberi: da nozze con Unicredit a rischio 6 mila posti

Dopo il no secco del cda all’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit, Giuseppe Castagna, a.d. di BPM rincara la dose puntando il dito sulle potenziali ricadute occupazionali di un matrimonio con la banca di piazza Gae Aulenti. In una lettera indirizzata ai dipendenti l’amministratore delegato di piazza Meda spiega che sarebbero circa 6 mila le uscite stimate, nel caso in cui l’operazione dovesse andare in porto, pari a oltre un terzo della base costi di Banco Bpm.

Sinergie

L’offerta di Unicredit per Banco BPM prevede sinergie di costo lorde stimate da Unicredit per 900 milioni annuali a cui si aggiungono sinergie di ricavi pari a 300 milioni di euro all’anno, da realizzarsi attraverso il potenziamento dell’offerta di prodotti e servizi, l’integrazione delle fabbriche prodotto del Banco e il miglioramento della tecnologia. Queste misure mirano a ottimizzare la redditività del gruppo combinato, contribuendo così a un’efficienza operativa maggiore.

Le critiche

Tuttavia, l’offerta è stata criticata da Banco BPM, che ha sottolineato come la stessa non tenga “in alcun conto il valore espresso dalla banca oggi e, ancora di più, nel futuro prossimo”.

Anche al Borsa, da canto suo, continua a spingere per un ritocco sull’ops con Bpm che ieri è salita ancora in Borsa, oltrepassando i 10,6 miliardi di capitalizzazione.

Siamo una grande banca autonoma, italiana con una forte vocazione di vicinanza ai territori e alle Pmi, spina dorsale del nostro Paese. Dobbiamo continuare in questa direzione, rimanendo nel solco che abbiamo tracciato e continuando a fare bene il nostro mestiere, come abbiamo sempre fatto. È questa la strada giusta per crescere da soli”, ha ribadito Castagna, aggiungendo che quella di Unicredit è un’operazione non concordata, arrivata in un momento in cui l’istituto “era protagonista sul mercato”.

A questo punto non resta che aspettare le mosse degli azionisti. Credit Agricole ha già fatto sapere che non intende salire oltre il 10% in Piazza Meda, escludendo i questo modo che faccia controfferte. Secondo gli analisti di Mediobanca  è improbabile che venga lanciata una controfferta da parte del gruppo francese mentre il mandato del suo ceo, Philippe Brassac, si avvia al termine anche se un aumento della quota potrebbe rafforzarla al tavolo negoziale.  “Rilanciare, crescere o vendere: un dilemma senza facili soluzioni”.” dicono gli analisti di Kbw.

Le reazioni

Ma come è stato per Commerz, il blitz di Unicredit su Piazza Meda si è trascinato dietro più di qualche malumore in politica. Su tutti quello di Matteo Salvini, che ha evocato il golden power. “Abbiamo il dovere di difendere il risparmio e il lavoro degli italiani”, afferma.

Nessun commento è invece attivato dal presidente dell’Abi che ha messo in chiaro “Non partecipiamo a dibattiti che sarebbero scomposti e fuori luogo”. Sull’operazione in sé Antonio Patuelli rimanda ogni decisione al mercato e alle autorità di vigilanza. “Il mercato non lo si giudica, lo si analizza”, dice e “io leggo, studio e taccio”.

Anche per i sindacati l’operazione rischia di avere ricadute negative. E non solo sul fronte dei posti di lavoro. Come ha detto microfoni di Rai Gr1, il Segretario generale First Cisl Riccardo Colombani, “quella che si profila non è solo una diminuzione dell’occupazione nei due gruppi, ma anche un’ulteriore contrazione del credito”.