MILANO (WSI) – L’effetto Brexit fa sentire le sue conseguenze pesanti anche in Italia. Il centro studi di Confindustria, riunitosi stamani a Milano per presentare le previsioni economiche del nostro Paese ha rivisto al ribasso le stime di crescita del PIL italiano.
In particolare per il 2016 è prevista una crescita del PIL a +0,8% da +1,4% di dicembre e +0,6% nel 2017 dal precedente 1,3% a fronte di un obiettivo governativo di +1,2% e +1,4%. Cosa ha spinto questa drastica stima al ribasso del Centro Studi? Ovviamente la Brexit, ossia l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea votata dagli inglesi nel referendum dello scorso 23 giugno che ha mandato in panico i mercati finanziari e minato la stabilità di molti paesi dell’eurozona.
“Gli effetti della Brexit saranno più evidenti nel 2017, essendo il bilancio del 2016 già fortemente influenzato dall’andamento già acquisito”.
Così dice nel report il Centro Studi secondo cui le conseguenza dell’uscita del Regno Unito dall’Unuione europea saranno ancora più pesanti il prossimo anno. Ma perché l’Italia è così colpita dalla Brexit? Secondo il Centro Studi la scelta degli inglesi di abbandonare l’Europa ha provocato un rallentamento della domanda globale, una crescita più lenta nelle esportazioni italiane, l’aumento delle incertezze tra imprese e consumatori con maggiore prudenza nei comportamenti di consumo.
Con la Brexit, sottolinea il Centro studi di Confindustria, il rallentamento dell’economia si estende e la dinamica degli scambi globali è destinata a ridursi. Ma se la Brexit è la principale causa del taglio al ribasso delle stime di crescita del PIL italiano, ve ne sono altre come le elezioni Usa e il referendum costituzionale in programma ad ottobre “il cui fallimento” – si legge nel report – “potrebbe interrompere il recupero intrapreso e far ricadere l’economia italiana in recessione”.