Brexit: al via un progetto di riforma del listino londinese
Il mercato azionario di Londra è tra i più robusti e liquidi a livello internazionale e anche nel 2020 è stato di gran lunga il più dinamico in Europa nel finanziamento delle imprese, aumentando così la competizione da parte delle altre piazze finanziarie internazionali.
Sono oltre 40 i miliardi di dollari complessivamente raccolti sul mercato di Londra nei primi 9 mesi del 2020 contro i 20 di Euronext e di Deutsche Börse, i 14 della borsa svizzera, i 13 del Nasdaq dei paesi nordici e gli 8 di Madrid e Milano. Favorire la quotazione di nuove società e la raccolta di capitale da parte delle società già quotate è l’obiettivo del piano di riforma annunciato dal governo inglese.
Brexit, la riforma inglese sulle società quotate
Spesso si sono susseguiti studi e proposte al fine di definire un mercato dei capitali europeo più attrattivo per le imprese e per gli investitori e molti dei temi sollevati dal governo britannico sono rilevanti anche per lo sviluppo del mercato azionario europeo.
In particolare il piano prende l’avvio dall’uscita del Regno Unito dall’Unione europea con la Brexit, che consentirà al Governo inglese di mettere in discussione alcuni principi tradizionali della regolamentazione del mercato azionario, in gran parte imposti dalla regolamentazione europea, con l’obiettivo di aumentare il ruolo del mercato dei capitali come strumento di supporto alla crescita delle imprese. L’idea di fondo è che regole troppo rigide possano ostacolare l’accesso al mercato soprattutto delle imprese ad alto potenziale di crescita.
In particolare il progetto di riforma post Brexit, come ricorda Assonime, è accompagnato da una call for evidence che individua alcune delle possibili aree di intervento.
Tra queste la modifica della disciplina sulla quota di flottante minimo richiesta per l’ammissione alla quotazione che sia più flessibile favorendo la quotazione di imprese caratterizzate da assetti proprietari particolarmente concentrati.
Altra area di intervento è la possibile introduzione di azioni a voto plurimo, le dual-class-shares clause o i weighted-voting-righs, quale incentivo alla quotazione di società a proprietà concentrata, sia nell’ottica di favorire l’azionista fondatore sia quale strumento di difesa nella prima fase della quotazione.
Infine potrebbe decidersi anche per un alleggerimento dei track record richiesti per la quotazione sul segmento Premium e dei requisiti del prospetto o sostituirlo con misure alternative e favorire la quotazione su più mercati (dual and secondary listing).
Infine, considerando le origini del segmento Standard UK, volto a favorire – attraverso un alleggerimento dei relativi oneri sul mercato UK – la quotazione di società con azioni già quotate in mercati regolamentati di altri paesi, la consultazione propone di estendere tali facilitazioni anche al segmento Premium.