Brexit: Bruxelles rimbalza May, senza soluzione interna inevitabile uscita no-deal
Nessun passo avanti nella trattativa tra Regno Unito e Unione Europea per la Brexit. Bruxelles ha ribadito alla premier Theresa May che non ci sono margini di trattativa sull’accordo di ritiro della Gran Bretagna dalla Ue. A 50 giorni dalla data fatidica del “divorzio”, malgrado il rischio di un’uscita caotica che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’economia britannica, gli incontri di May con i presidenti della Commissione, del Consiglio europeo e dell’Europarlamento non hanno dunque portato risultati.
‘Ancora nessun passo avanti’ ha detto il presidente della Ue Donald Tusk, commentando l’esito degli incontri che la premier britannica Theresa May ha avuto a Bruxelles con lui e il presidente della Commissione Jean Claude Juncker. ‘Le discussioni continuano’, ha aggiunto Tusk.
Ancora non è chiaro su che cosa continueranno a discutere i due gruppi di lavoro della Ue e britannico. May ha chiesto a Juncker e Tusk impegni giuridicamente vincolanti sul ‘backstop’ per i confini irlandesi tuttavia piu’ di quanto gia’ concordato su questo punto la Ue non può concedere.
Il ‘backstop’ prevede che in caso Ue e Regno Unito non trovassero un accordo sulle relazioni future, al termine della fase di transizione dopo il 29 marzo, data della Brexit, l’Irlanda del Nord resterebbe nel mercato unico per quanto concerne la circolazione delle merci e il Regno Unito resterebbe nell’unione doganale.
Ancora una volta dunque l’esito delle trattative dipende più da quanto accadrà a Londra che a Bruxelles. Per uscire dall’impasse, May dovrebbe modificare i parametri della strategia, rompere con i falchi del suo partito e fare un accordo con i pragmatici del Labour.
A questo proposito, ieri, il laeder laburista Jeremy Corbyn ha pubblicato una lettera con le sue cinque richieste al primo ministro: un’unione doganale, un allineamento normativo con le regole del mercato interno, un allineamento dinamico ai diritti e alle protezioni sociali in vigore nell’Ue, l’impegno a partecipare nelle agenzie e nei programmi europei e un accordo sulla sicurezza. Questo – almeno in teoria e una volta concluso l’accordo sulle relazioni future – basterebbe a eliminare la necessità di mettere in pratica il backstop irlandese. Ma il pacchetto dei laburisti è indigesto ai Brexiters del partito Tory, che sono già in rivolta per quanto previsto dal backstop.
Mentre il tempo stringe, oggi May volerà a Dublino per incontrare il collega, Primo Ministro irlandese Leo Varadkar e cercare anche a livello bilaterale quelle rassicurazioni sul backstop per chiudere la partita e ratificare l’accordo sulla Brexit con l’UE.